Rookie Blue – NYPD si greysanatomizza di Diego Castelli
Dopo un mesetto dalla prima messa in onda americana, riesco finalmente a vedere Rookie Blue, serie canadese che stuzzicava il mio interesse per la presenza di Missy Peregrym (graziosissima fanciulla già vista in Reaper) e Gregory Smith (Ephram di Everwood, che io tanto apprezzavo a dispetto degli insulti di buona parte dei miei conoscenti).
Quindi sono un po’ in ritardo, ma possiamo anche dire che sono in anticipo sulla messa in onda italiana, che avverrà su Steel verso la fine di settembre.
Il concept della serie è semplice-semplice: seguiamo i primi passi nella polizia di un gruppo di neodiplomati all’accademia. In pratica si tratta di prendere dinamiche già viste in Grey’s Anatomy e trasportarle nel mondo dei cops. Ci sono tutti gli ingredienti del caso: reclute ardimentose ma ingenue che sbattono la faccia contro le difficoltà del lavoro sul campo; scene d’azione miste a momenti più drammatici o commoventi; sogni, paure, frustrazioni e primi successi; corpose spruzzate di romanticismo, del tipo “per caso incontro il fascinoso detective e ho già voglia di strapparmi le mutande”. Ciliegina sulla torta, attori e attrici di gran lunga troppo belli e carismatici per essere credibili come veri poliziotti (esattamente come in Grey’s Anatomy, dove non c’è chirurgo che non diventi subito oggetto dei sogni erotici delle spettatrici).
Il primo episodio scorre via facile. C’è un buon ritmo, una scrittura discreta, e un immediato coinvolgimento nelle vicende dei novellini alle prese con la dura vita degli adulti. La nota stonata del pilot è un equilibrio non perfetto tra i vari personaggi: il racconto è per ora troppo sbilanciato su Andy (la Peregrym), che ha innegabilmente la faccia da protagonista ma che al momento oscura i suoi compagni, rimasti troppo spesso fuori campo. Con ogni probabilità verranno maggiormente coinvolti negli episodi successivi.
Ad ogni modo, il più grosso difetto è la scarsa dose di novità. Ma è un problema che potrebbe anche non toccarvi, qualora non desideriate un telefilm rivoluzionario, ma semplicemente una storia piacevole.
Previsioni sul futuro: tanti casi più o meno difficili, un po’ di ironia, saltuarie sparatorie, trombatine inaspettate e inopportune con canzonette poppeggianti in sottofondo.
Perché guardarlo: narrazione scorrevole, buoni interpreti, messa in scena classica ma ben curata. E perché in fondo, in un ambito o nell’altro, siamo tutti dei rookies…
Perché mollarlo: se siete tra quelli che dopo cinque minuti di Grey’s Anatomy vorrebbero entrare in ospedale con un lanciafiamme, gridando “Kawaaaabaaaanga!!!!”
Beccatevi il trailer di Rookie Blue quando ancora si chiamava “Copper”!
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