19 Settembre 2024

Agatha All Along – Lo spinoff di Wandavision (alla buonora) di Diego Castelli

A quasi 4 anni di distanza arriva lo spinoff di Wandavision dedicato a Agatha Harkness

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Quando si parla di piatti preferiti, solitamente lo si fa in termini assoluti. Se dici che ti piace la lasagna, sostieni che, in generale, mangiare una lasagna ti trasmette sensazioni piacevoli.
Però appunto, in assoluto. Perché poi, nel concreto, quella piacevolezza dipende anche da altri fattori, per esempio temporali: mangiare una lasagna appena svegli è diverso che mangiarla a cena.
Allo stesso modo, mangiare una lasagna dopo dolce e caffé, oppure tre ore dopo l’antipasto, crea un qualche disagio, pure se la lasagna, in sé, è sempre la stessa.

Questo è il rischio che correva Agatha All Along, lo spinoff di Wandavision che arriva su Disney+ quasi quattro anni dopo la serie madre, e dopo un periodo in cui, dal punto di vista cine-seriale, nel MCU è successo un po’ di tutto, e non molto di buono.
Se Wandavision poteva ancora sembrare l’inizio di un glorioso percorso seriale per i personaggi Marvel (ed era una buona serie, forse la migliore finora), gli anni successivi ci hanno regalato prodotti di livello per lo più medio o medio-basso, in maniera non molto differente dal cinema, dove i film del MCU non sono riusciti a ritrovare il filo di un entusiasmo ancora fermo ai fasti di Avengers: Endgame.

Quindi insomma, se anche Agatha All Along fosse una buona lasagna, sta arrivando quando ormai non abbiamo più fame e lamentiamo uno stomaco un po’ sottosopra.
E se addirittura non fosse una lasagna, che si fa?

Dovrebbe essere abbastanza facile riassumere ciò che era accaduto in Wandavision, dal punto di vista di Agatha Harkness.
Agatha era una potente strega vecchia di centinaia di anni, che aveva “sentito” i poteri di Wanda e progettava di impadronirsene.
Boom, Blast, Bang, Kaboom, Wanda vince e sconfigge Agatha, che rimane senza poteri.

Agatha All Along, che salvo sorprese figura come una miniserie creata da Jac Schaeffer (proprio la madre di Wandavision), non è altro che il racconto del tentativo di Agatha di recuperare i suoi poteri, in un mondo narrativo che dunque mette al proprio centro una “cattiva” (che naturalmente non rimarrà del tutto tale, perché siamo su Dinsey+), e che si sposta dal tipico supereroismo marveliano per finire in un magico mondo stregonesco che sembra più debitore di Wicked e de Il Mago di Oz, piuttosto che dell’universo di Iron Man e Thor.

Sì perché Agatha, per compiere la sua missione, deve riunire una congrega di streghe da condurre su questa fantomatica “Strada”, al termine della quale dovrebbe riuscire a recuperare la sua magia e impedire che certe oscure creature che le danno la caccia (lei che era stata ripudiata e condannata dalla sua stessa congrega ai tempi di Salem) riescano effettivamente a metterle le mani addosso.

Agatha All Along ha sostanzialmente due pregi, diciamo due pregi e mezzo.
Il primo pregio è che, pur arrivando così tanto tempo dopo Wandavision, riesce in effetti a costruire una storia semplice e a fornire alla sua protagonista un obiettivo chiaro e dritto, senza troppi fronzoli.
Fronzoli che poi (e questo è l’altro mezzo pregio, da verificare sul totale della miniserie) possono essere aggiunti in termini di pura creatività magica, perché se parli di streghe e non di mutanti, allora puoi far succedere più o meno tutto quello che ti pare, giocando con l’immaginazione in modo più libero e, si spera, divertente per gli spettatori.

Il secondo pregio, che poi è il vero motivo per cui esiste questa miniserie, è la bravura di Kathryn Hahn, che in Wandavision riusciva spesso a rubare la scena a tutti, al punto di far sorgere il dubbio che effettivamente si meritasse una serie per sé.
Hahn è brava, ma brava sul serio, ha un range espressivo elevatissimo, e nei primi due episodi di Agatha All Along sfogga un’interpretazzione varia, frizzante, coinvolgente, spesso vicino all’andare sopra le righe, eppure sempre controllata e perfettamente gestita.

E la cosa si vede fin da subito, quando la prima metà del primo episodio (non voglio fare troppi spoiler) si porta dietro una metatestualità “alla Wandavision” piuttosto ben riuscita (pare di stare in Mare of Easttown), anche se un pochino appiccicata lì come divertimento passeggero.

(Fra parentesi, non so se vogliamo considerarlo un ulteriore mezzo pregio, ma c’è anche Aubrey Plaza, amatissima da queste parti dai tempi di Parks and Recreation, che in questi due primi episodi fa ancora poco, ma sappiamo essere una che può dare molto a qualunque progetto cui partecipa)

Quindi insomma, è una lasagna? Forse sì. Forse una lasagnetta. Magari una pasta al ragù.
Mi sento di dire che quei due-tre pregi di cui parlavamo poco sopra sono sufficienti a elevare Agatha All Along sopra una buona parte delle altre serie Marvel di Disney+, per il semplicissimo motivo che ha una storia da raccontare, una brava protagonista su cui concentrarsi, e un’idea di stile che, piaccia o meno, ha una sua personalità definita.

Poi certo, la domanda immediatamente successiva riguarda la quantità di entusiasmo da spenderci. Da questo punto di vista, l’effetto non sembra roboante. Agatha All Along è un pezzo molto periferico del MCU, che quindi non trae né restituisce alcuna particolare energia a un carrozzone che ormai da anni procede con fatica. Allo stesso tempo, arriva a così grande distanza dalla sua serie madre, da non poter realmente contare sull’entusiasmo generato da Wandavision, che ormai si è molto annacquato col passare del tempo.

Tanto per dirne una, è probabile che la serie su Visione, che è un personaggio più centrale del MCU, sarà attesa con più hype, anche stiamo parlando del 2026, aiuto. Semplicemente aiuto.

In definitiva – che poi “definitiva” non è, perché abbiamo visto due episodi finora – l’impressione è che Agatha All Along possa essere una buona miniserie, una miniserie divertente, probabilmente superiore ad altre serie di Disney+ a marchio Marvel.

Tuttavia, è molto difficile pensare che possa servire a rinfocolare un entusiasmo marvelliano che latita da anni, che solo una bomba comica come Deadpool & Wolverine è riuscita a scuotere un po’, e che difficilmente potrà trovare nuova linfa da una strega di periferia impegnata in missioni rigorosamente personali.

Si merita comunque una chance, pur sapendo che potrebbe sembrare un piatto di pasta servito in mezzo alle meringhe. Serve un po’ di buona volontà.

Perché seguire Agatha All Along: dà l’impressione di essere una serie con un capo e una coda, capitanata da un’attrice di grande livello.
Perché mollare Agatha All Along: se provate fastidio per le acque limacciose in cui arranca il MCU, non sperate che questa serie lo risollevi chissà quanto.



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