12 Maggio 2023

Mrs. Davis – Damon Lindelof, intelligenza artificiale e Santo Graal di Diego Castelli

Mrs. Davies è una serie che ha dentro tutto e il contrario di tutto, ma che in qualche modo regge

Pilot

Se state ancora cercando la serie più assurda e strampalata del 2023, la vostra ricerca potrebbe essersi conclusa. E forse non è un caso che Mrs. Davis, disponibile su Peacock (in Italia ancora boh) venga anche dalla penna di Damon Lindelof (qui insieme a Tara Hernandez, a lungo sceneggiatrice di The Big Bang Theory e Young Sheldon).

Lindelof è uno dei co-creatori di Lost, è il padre di quel gioiellino di The Leftovers e della versione seriale di Watchmen, ed è insomma uno di quegli autori arrivati al livello della “carta bianca”: abbastanza importanti e apprezzati da poter chiedere a reti e piattaforme di dargli completa fiducia, perché tanto riuscirà a tirare fuori qualcosa di notevole e memorabile.

Non sappiamo ancora se Mrs Davis verrà ricordata a lungo (il fatto di andare su Peacock probabilmente non l’aiuterà), ma sul fatto che sia notevole ci sono pochi dubbi.

Lo scenario alla base della serie potrebbe ricordare Black Mirror, o una qualunque delle molte serie che già adesso e nel prossimo futuro cercheranno di restare al passo di un momento storico in cui il buon vecchio concetto di intelligenza artificiale si sta arricchendo di nuovi significati ed esperienze.
La “signorina Davis” del titolo è infatti un’IA particolarmente avanzata a cui praticamente tutta l’umanità si affida in cerca di guida, conforto, perfino istruzioni pratiche su come condurre la propria vita, alla ricerca di un senso che la cultura e la religione fanno sempre più fatica a proporre, e che invece la tecnologia costruisce a tavolino. E quel senso, giusto per restare sul concreto, può essere anche solo ottenere “le ali”, un riconoscimento in realtà aumentata che Mrs. Davis elargisce a sua discrezione a coloro che ritiene meritevoli.

Una serie di fantascienza distopica, dunque?
Nì. Perché qui entra in gioco Sorella Simone (interpretata da Betty Gilpin di GLOW), una suora che con l’intelligenza artificiale non vuole avere niente a che fare, ma che stringe con Mrs. Davis uno strano patto: se Simone (al secolo Elizabeth) sarà in grado di compiere una certa missione commissionata dall’IA, quest’ultima si autodistruggerà.

E qual è la missione? Niente meno che trovare il Santo Graal. E non è una metafora, parliamo proprio di quel Santo Graal, la coppa usata da Gesù Cristo durante l’ultima cena, il tesoro più grande della cristianità.
Una missione per la quale Simone potrebbe essere particolarmente portata, visto che è sposata con Gesù.
Di nuovo, non è una metafora: ogni tanto, in maniera imprevedibile, la mente di Simone viaggia in una dimensione parallela che è in realtà una specie di bar di provincia, dove c’è appunto Gesù che serve al bancone, e Simone è innamorata di lui e se l’è sposato.

Siete ancora con me?
No perché bisognerebbe aggiungere anche qualche altro elemento, come una società segreta che vuole distruggere l’IA con mezzi più tradizionali (pensiamola come una sorta di Resistenza), ma anche un’altra società segreta di sole donne che si occupa della protezione del Graal.
E poi scienziati sperduti su isole deserte, papi sostituiti da sosia, vecchi fidanzati appassionati di rodeo, spot commerciali in odore di santità e teste che esplodono.

Starete pensando: beh, ma non può essere una cosa seria.
E infatti non lo è: fra i molti generi che tocca, a partire dalla fantascienza e dal fantasy, Mrs. Davis è anche e soprattutto una commedia surreale e molto meta, in cui i protagonisti mostrano di avere un’esplicita conoscenza delle strutture della narrazione in cui sono immersi.
Per dirla in altro modo: hanno visto abbastanza film e serie tv da sapere che si muovono in un mondo che assomiglia a un film.

Si diceva della carta bianca concessa a Damon Lindelof. Mrs. Davis ha un concept abbastanza ardito e nemmeno di facile spiegazione, e immaginiamo che la sua effettiva messa in produzione si debba anche al peso politico del suo autore più famoso, una cosa del tipo “so che sembra assurdo, ma fidatevi di me”.

E in fondo, almeno per quanto mi riguarda, hanno fatto bene a fidarsi.
Dopo aver visto i sei episodi disponibili al momento di scrivere questa recensione, Mrs. Davis è un viaggio assurdo e divertente, pieno di invenzioni, capace di non prendersi mai troppo sul serio, ma anche rigoroso nel suo sviluppo e negli incastri della trama.

Se vi piacciono le distopie, o almeno i principi di distopia, ci sono. Se vi piacciono i personaggi bizzarri, ce ne sono finché volete (da citare soprattutto JQ, interpretato da Chris Diamantopoulos, meraviglioso imbecille a capo dei ribelli anti-IA, tanto appassionato quanto bislacco). Se vi piacciono le storie capaci di mescolare più generi, non c’è nemmeno da discutere.
E se da una serie tv cercate anche pure e semplici sorprese, anche in questo caso non c’è rischio di annoiarsi: sono molti i twist inaspettati, e quelli invece più prevedibili sono consapevoli di esserlo, al punto da essere riconosciuti e commentati come tali dagli stessi personaggi.

Al momento di scrivere queste righe, Mrs. Davis ha raccontato un sacco di cose, di situazioni, di personaggi, eppure non ho ancora la più pallida idea di come possa finire la prima stagione, che per quello che ne so potrebbe prendere qualunque nuova direzione nel giro di mezzo episodio (e ne mancano due alla fine).

Poi certo, non si può nemmeno escludere che una serie del genere, così fluida e (apparentemente) poco strutturata, possa incontrare la resistenza di spettatori e spettatrici abituati a trame più dritte, o magari anche intricate, ma legate comunque ad atmosfere più definite.
Ma ormai sapete bene che a Serial Minds vediamo di buon occhio le serie capaci di lavorare sulla creatività pura, prendendosi magari qualche rischio, ma con la volontà di portare sullo schermo qualcosa che suoni nuovo e diverso da tutto quello che c’è intorno.
Damon Lindelof è particolarmente legato a questo tipo di missioni pazzerelle, e anche questa volta non ha deluso.

Perché seguire Mrs. Davis: divertente, strana, originale, ma non per questo disordinata o stupida.
Perché mollare Mrs. Davis: ci sono davvero tanti toni e generi diversi, tutti in una volta, e si può esserne disorientati.



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