Serial Moments 571 – Dal 19 al 25 marzo 2023 di Diego Castelli
Jedi redenti, psicologi pucciosi e calciatori (non così) burberi
ATTENZIONE! SPOILER CALCISTICI DI THE MANDALORIAN, SUPERMAN & LOIS, YOUR HONOR, TED LASSO, DAISY JONES AND THE SIX
6.The Mandalorian 3×04 – Jar Jar è diventato jedi
Il serial moment di questo episodio di The Mandalorian non viene dalla trama principale, che anzi è sembrata abbastanza facilotta: il salvataggio di un bambino, rapito da una specie di drago, da parte di un gruppo di mandaloriani che partecipa a qualche buona scena d’azione, senza però lasciarci l’impressione di aver visto niente di rilevante (se non la spiegazione di come fanno i mandaloriani a mangiare insieme: semplicemente non lo fanno, altrimenti dovrebbero togliersi il casco).
Più interessante, e quasi commovente per i suoi risvolti extra-diegetici, il flashback con cui Grogu ricorda i concitati momenti della sua fuga ai tempi dell’Ordine 66.
Ancora poco più che infante, e prima di incontrare Din Djarin, Grogu viene salvato da un gruppo di jedi che si sacrificano per lui, e quello che alla fine lo porta in salvo è Kelleran Beq, un jedi conosciuto nell’universo di Star Wars solo per alcuni spettacoli/giochi per bambini presenti su Youtube. E chi interpreta Kelleran Beq ormai da qualche anno? Ahmed Best, che non è altro che il doppiatore di Jar Jar Binks, il ben poco amato personaggio della trilogia prequel, talmente detestato dal fandom da generare anche un odio (immotivato e imbecille) per il suo doppiatore, che anni dopo dichiarò di aver avuto anche istinti suicidi per questo fatto.
Insomma, siamo contenti che Ahmed abbia potuto trovare un riscatto rimanendo dentro l’universo di Star Wars, e per adesso non staremo troppo a fare le pulci a Grogu che, dopo essere stato protetto da una dozzina di jedi disposti a dare la vita per lui, ha deciso di non seguire l’addestramento con Luke Skywalker, preferendo diventare un apprendista mandaloriano. Not cool, bro.
5.Superman & Lois 3×02 – Brutte notizie
Non è tanto quello che accade (la scoperta, da parte di Lois, di avere un tumore al seno), né il come (con un livello di dramma e di pianto così elevato da sfiorare lo stucchevole, pur in presenza di una notizia effettivamente difficile da gestire), ma più che altro il dove. Il fatto che una serie come Superman & Lois, cioè una storia di supereroi in onda su un canale dichiaratamente molto giovane, affronti con questo impegno un tema così difficile (che magari verrebbe considerato più tradizionale in serie appartenenti ad altri contesti), è cosa che vale la pena sottolineare. Anche perché, in fondo, il tema di una malattia che non può essere combattuta con sguardi al laser e superforza, è di per sé una scelta che diventa forte proprio in un contesto narrativo in cui normalmente si risolve tutto a cazzotti.
4.Your Honor 2×10 – Addio
Del finale di serie di Your Honor (uno show che doveva durare una stagione e che si è ritrovato nella necessità di allungare il brodo a fronte di un rinnovo inaspettato) ho certamente apprezzato che la risoluzione della sfida con i Baxter sia avvenuta in tribunale, dov’era giusto che avvenisse per una serie che ha per protagonista un giudice le cui principali abilità attengono al mondo legale. Allo stesso modo, ho apprezzato il fatto che il finale prevedesse una nuova incarcerazione di Michael, che però supera i cancelli della prigione con molta più consapevolezza e, in fondo, serenità, rispetto all’inizio della stagione.
A piacermi meno è un certo disordine delle ultime scene, quelle che cercano di riannodare tutti i fili, e soprattutto la scelta di far sopravvivere Baxter, che si risveglia in ospedale dopo essere stato colpito a morte dal suocero: perché farci vedere questa cosa, se poi sappiamo che non ci sarà una terza stagione? L’ho vissuta come una paraculata non necessaria da parte degli autori.
In ogni caso, grazie e addio.
3.Shrinking 1×10 – Scrubs vibes
Finale di stagione anche per Shrinking, con ovvi e doverosi momenti pucciosi ma anche un twist finale un po’ più dark.
Evidentemente Bill Lawrence sente la mancanza della dinamica fra JD e il dottor COX in Scrubs, perché ha modellato la relazione fra Jimmy e Paul più o meno sullo stesso spartito, e questo finale è uno dei classici episodi in cui il burbero diventa meno burbero e lascia colare un po’ di affetto: da qui l’abbraccio a Jimmy e l’accorata raccomandazione per Gaby. Non manca nemmeno il tanto atteso matrimonio di Brian, in cui Jimmy riesce a portare a casa un bel discorso strappacuore, dopo il quale Gaby si accorge che forse quello che prova per il protagonista non è una semplice attrazione fisica.
La pucciosità, però, finisce qui: nell’ultima scena, Grace (la paziente di Jimmy che sembrava essere stata molto aiutata dai suoi metodi innovativi), ammazza il fidanzato abusatore, con una mossa che ci fa applaudire senza riserv, ma che sappiamo creerà più di un problema quando la serie sarà costretta a gestire davvero questo twist. Staremo a vedere…
2.Ted Lasso 3×01 – Ora ragioniamo!
Dopo un primo episodio buono ma in fondo non eccezionale, la seconda puntata stagione di Ted Lasso mi è piaciuta un casino: divertente quando deve divertire, dolce quando deve commuovere, e creativa quando è il momento di piazzare un’interessante novità.
Nello specifico: grasse risate quando praticamente tutto il mondo viene a sapere della rottura fra Roy e Keeley, facendo partire la classica reazione contrita che non può che disturbare il roccioso ex giocatore. Poi lo stesso Roy è protagonista della scena più tenera, quando mette a nudo il senso di fragilità provato ai tempi dell’ultima partita con il Chelsea.
Infine, non si può non provare un brividino di piacere e di aspettativa all’arrivo di Zava, giocatore teoricamente italiano ma che è la parodia evidentissima di Zlatan Ibrahimovic (alto, egocentrico, fortissimo, ha cambiato tante squadre vincendo molto, parla in terza persona, ecc ecc).
Se la prima puntata non mi aveva lasciato addosso questa sensazione, la seconda mi fa proprio dire: ci divertiamo anche stavolta.
1.Daisy Jones and The Six 1×10 – Sfumature
Cià dai, mettiamo il finale di Daisy Jones and the Six al primo posto dei serial moments giusto per dare fastidio al Villa!
In realtà, però, se lo merita. Fin da subito ci eravamo detti che la miniserie di Prime Video aveva molte cose al punto giusto, senza però trovare il modo di piazzare un guizzo creativo davvero memorabile. Il finale, a essere del tutto onesti, non ha cambiato questo fatto, anche se ha piazzato un paio di sorprese azzeccate tipo il fatto che il documentario che abbiamo visto per tutti e dieci gli episodi era realizzato dalla figlia di BIlly, oppure la risoluzione “alla How I Met Your Mother” del triandolo Daisy-Billy-Camila, con Billy che rimane con la moglie fino alla fine e solo dopo la sua morte, su suo specifico permesso postumo, torna da Daisy per chiudere il cerchio (peraltro bisogna anche dire che è un finale tutto in mano alle donne: sono loro che decidono davvero i destini dei loro uomini, che si limitano ad adeguarsi).
A piacermi sul serio, però, è il modo in cui la serie è riuscita a farci cogliere certe tensioni della vita sentimental-lavorativa dei protagonisti, rendendo tutto sommato credibile il fatto (ben documentato nella storia dell’umanità) che questa gente ricchissima e di successo riesce comunque a vivere male un’esistenza per la quale molti di noi darebbero un braccio. C’è perfino una scena specificamente dedicata a questa riflessione, con il batterista Warren che si stupisce del fatto che Graham possa non essere soddisfatto della sua vita di rock star: capiamo perfettamente le ragioni di Warren, ma tutto sommato riusciamo a capire anche il fratello sfigato (e fondamentalmente invidioso) del cantante.
È un finale, insomma, che anche grazie alla sua costruzione (con l’ultima esibizione-scontro-addio lentamente avvicinata da una serie di flashback dedicati ai vari personaggi) riesce a rendere credibile il concetto della bolla che esplode, lasciandoci poi con un “cosa ne è stato di loro” che è tipico di qualunque film/serie dedicato a una storia vera, e che funziona benissimo anche se questa storia vera non è.