Call My Agent – Italia: ecco la perfetta serie contemporanea di Marco Villa
La notizia più bella è che Call My Agent – Italia è riuscita a mantenere la freschezza dell’originale e a convincere le guest star a mettersi in gioco
La verità chiara e semplice è che Call My Agent o Chiami il mio agente o Dix Pour Cent, scegliete pure voi il nome, la verità chiara e semplice, dicevo, è che questa serie è la perfetta serie contemporanea, dove per contemporanea si intende “l’era della piattaforma”. E la dimostrazione di questo assunto arriva dal Call My Agent – Italia, ovvero la versione italiana della serie francese, produzione Sky Original disponibile dal 20 gennaio su Sky Atlantic e NOW, con due episodi a settimana.
Il motivo è presto detto: in un’epoca dominata da remake, reboot e revival, Call My Agent ha trovato la formula che permette di mantenere identità, salvaguardare storie e personaggi, ottimizzare al massimo lo sviluppo, ma allo stesso tempo tenersi uno spazio di imprevedibilità e originalità all’interno del famigerato processo di localizzazione, che rende locale una serie globale.
Call My Agent – Italia arriva a sette anni abbondanti dalla serie francese (che da noi si trova su Netflix) e ripropone ovviamente la stessa vicenda, quella di un’agenzia che gestisce attrici e attori di primo piano. C’è Vittorio (Michele di Mauro), il socio anziano molto supponente ed egoista; Lea (Sara Drago), dal carattere durissimo e con in testa solo il lavoro; Gabriele (Maurizio Lastrico), il più empatico e insicuro del lotto; Elvira (Marzia Ubaldi), la più agée del gruppo, caustica e disincantata. Intorno a loro, un gruppo di assistenti e figure junior, per mettere un po’ di carne al fuoco in termini di rapporti da ufficio.
Il cuore della serie, il motivo per cui ha avuto e avrà successo, però, è legato alle guest star: ogni puntata mette infatti al centro un attore o un’attrice dell’agenzia, che si mette nei guai e che gli agenti devono salvare. Non è gran rivelazione dire che queste guest star sono attori e attrici che interpretano se stessi e dai loro nomi dipende gran parte delle fortune della serie.
La notizia fondamentale è che nella versione italiana gli interpreti che si sono messi in gioco sono tutti di fascia altissima e appartengono a quella categoria – non molto affollata – di personaggi che sono in grado di fare autoironia e di fare spettacolo. I più americani, diciamo così, come indole, quelli che rendono bene in un late show per il solo fatto che si danno, si spendono. Nelle puntata di questa prima stagione ci sono Paola Cortellesi, Paolo Sorrentino, Pierfrancesco Favino, Matilda De Angelis, Stefano Accorsi e Corrado Guzzanti (a cui si aggiunge una Emanuela Fanelli che torna in alcuni episodi) e tutti hanno capito alla perfezione il tono e il taglio che veniva chiesto loro.
Nella prima puntata, Cortellesi è alle prese con la grande svolta della sua carriera: un ruolo da protagonista in una serie internazionale sugli etruschi, in cui dovrebbe interpretare una regina. Il condizionale però è d’obbligo, perché di colpo sembra che tutto salti e sta al personaggio di Lastrico cercare di salvare la faccenda. Nella seconda puntata, Paolo Sorrentino tiene in scacco tutti gli agenti per un’intera giornata, con un’idea surreale per una nuova serie. Al di là dell’intreccio del singolo episodio, a funzionare è l’approccio di queste guest, che stanno al gioco e palesemente si divertono. In questo è esemplare l’episodio con Accorsi, che si prende in giro in modo esplicito con uno sfoggio importante di autoironia.
Tutto questo però non basterebbe se il cast principale non fosse all’altezza: i quattro principali citati in precedenza sono tutti ottimi, con menzione particolare per Sara Drago, bravissima in un ruolo non facile, che per tanti motivi avrebbe potuto portare allo stereotipo. La principale vittoria di Call My Agent – Italia, della sua autrice Lisa Nur Sultan e del suo regista Luca Ribuoli, però, è quello di essere riuscita a preservare il tono della serie originale, ovvero quello di una comedy brillante e mai banale, che gioca sulla difensiva per quanto riguarda il cast fisso e poi spara i botti nelle interazioni con le guest star. Il risultato è più che vincente e conferma la genialità del concept originario. Una bella serie comedy italiana, insomma: un fatto rarissimo.
Perché guardare Call My Agent – Italia: per il tono e la voglia di mettersi in gioco delle guest
Perché mollare Call My Agent – Italia: perché gli intrecci sono identici all’originale francese