Serial Moments 558 – Dal 18 al 24 dicembre 2022 di Diego Castelli
Amicizie in crisi, mogli sparite e suore manesche
ATTENZIONE! SPOILER SOTTO IL VISCHIO DI TULSA KING, MYTHIC QUEST, SLOW HORSES, 1923, FLEISHMAN IS IN TROUBLE
5.Tulsa King 1×06 – Accordi
Dwight propone a Mitch di diventare soci. Mitch vuole pensarci un po’, ma proprio in quel momento i due, che stanno parlando all’interno del bar di Mitch, finiscono vittime di un agguato, con un tizio che spara da fuori attraverso le finestre del locale. Dwight e Mitch si salvano per un pelo, insieme contrattaccano e finalmente riesco a uccidere il cattivo.
Poco dopo, in piedi accanto al cadavere ancora caldo, Mitch decide quindi che sì, ha assolutamente senso diventare socio di Dwight, e i due si stringono calorosamente la mano.
Tulsa King mi ricorda ogni settimana perché mi piacevano i film d’azione anni Ottanta, quelli che le mie compagne di scuola non capivano e non capiscono tutt’ora. Ma io sì.
4.Mythic Quest 3×08 – Dolorose verità
Puntata abbastanza inutile per tre quarti, con i soliti litigi fra Ian e Poppy e una storia secondaria legata a un topo nell’ufficio di David. Poi, all’improvviso, un’impennata.
Al termine del suddetto litigio, Ian finisce per confessare un’amara verità: la sua svogliatezza e il suo effettivo bighellonare di queste settimane hanno una causa precisa, ovvero la sua riluttanza a lavorare su un gioco che non venga da una sua idea.
In pratica, in pochi istanti viene smontata la gioia del finale della seconda stagione e vengono minate le fondamenta della terza, perché l’amicizia sincera fra Ian e Poppy e la disponibilità del primo a lavorare al progetto della seconda (che comunque ci sembrava strana già all’epoca) si sono sgretolate sotto i colpi dell’ego di Ian, un visionario che (un po’ alla Steve Jobs) non può lavorare se non come capitano della nave.
Un bel modo per creare nuovo scompiglio fra i personaggi, rimanendo coerenti alle loro principali caratteristiche. E ora gli ultimi due episodi diventano molto più succosi di quanto non siano stati i primi sei (il settimo non lo contiamo perché era l’episodio random, anche se pure lì si vedeva come la dinamica fra Ian e Poppy fosse improntata fin dall’inizio a una specifica divisione dei ruoli che, a quanto pare, non può essere modificata in maniera indolore).
3.Slow Horses 2×05 – Corde e pallottole
La trama si infittisce e allo stesso tempo si chiarisce, in un episodio bello svelto in cui le cose migliori sono la goffa ma efficace liberazione di River; i pochi ma sempre significativi momenti in cui Lamb mostra di tenere sul serio ai suoi “ronzini”; e naturalmente il finale, quando l’odioso Webb si becca una pallottola per non aver capito niente della situazione in cui si trova, non riuscendo nemmeno ad adattarsi a un pericolo di cui evidentemente non sa leggere la portata.
Insomma, ci siamo divertiti.
2.1923 1×01 – Bel posto gli anni Venti, sì sì
Abbiamo già parlato di 1923 e del suo inizio complessivamente solido e appassionante, nello stesso solco del suo predecessore, 1883.
Se è certo che buona parte dell’interesse per questo pilot risiede nel carisma di certi protagonisti come Harrison Ford ed Helen Mirren, in sede di serial moments è il caso di segnalare i passaggi più violenti e in parte inaspettati: il primo riguarda le punizioni inferte a Teonna da una suora, nonché quelle subito dalla stessa suora, che si prende le bacchettate per non aver gestito bene la situazione con la giovane nativa americana (che poi comunque di botte ne prende altre ancora, perché sì).
In chiusura di episodio, poi, sorpresa per l’assalto di un leopardo alla biondina che pareva potesse diventare rapidamente un interesse amoroso per Spencer Dutton: temo non lo diventerà, perché l’abbiamo vista letteralmente trascinata su un albero dalla bestia, in una scena che mi ha fatto dire il classico “bella l’Africa, ma non ci vivrei”.
1.Fleishman is in trouble 1×07 – Che botta
Il penultimo episodio di Fleishman is in Trouble è una meravigliosa botta allo stomaco. Dopo sei episodi in cui Rachel, la moglie di Toby, era sparita nel nulla lasciando da soli lui e noi a farci i peggio film e a gestire una inevitabile crisi di mezza età, questa puntata torna a lei, a Rachel, per raccontarci la sua storia fino al momento della sparizione.
E se fino a questo momento, trascinati dal punto di vista di Toby, non abbiamo potuto che provare fastidio per questa madre snaturata scappata dai suoi doveri, ora la medaglia si rovescia e veniamo condotti in un’ora piena di ansia, depressione post-parto, abusi psicologici, esaurimenti nervosi. Presi di peso e piazzati nella prospettiva di Rachel, scopriamo che i suoi problemi sono stati ben più grossi (e ben più antichi) di quelli di Toby, e veniamo costretti a provare almeno un po’ dell’ansia provata dalla donna in lunghi anni che, partendo da un inconscio senso di abbandono a causa della madre morta prematuramente, le hanno lasciato addosso l’incapacità di sentirsi amata e ascoltata, con la conseguente difficoltà ad avere un buon rapporto col marito, con i figli, con il proprio lavoro e il proprio benessere.
Ancora una volta, Fleishman is in Trouble si configura come una seduta di terapia che usa ogni strumento a sua disposizione (dalla solita, intensa recitazione di Claire Danes alla ricorsività ossessiva di certi punti del montaggio) per farci comprendere appieno le difficoltà e i pesi psicologici sopportati dai personaggi.
Un episodio denso, difficile, ma bellissimo.
(Ed è tornato anche il labbro tremante di Claire Danes: quanto ci era mancato!)