Fleishman is in trouble e anche noi non stiamo tanto bene di Marco Villa
Fleishman is in trouble è una serie nel segno di Woody Allen, scritta benissimo, ma con un protagonista forse sbagliato
Fleishman is in trouble e anche noi non stiamo tanto bene, verrebbe da dire. Perché la semplicità profonda di questa serie è tutta qui: nella spietatezza dramedy (sì, ormai è una battaglia persa: dramedy, hai vinto tu) con cui ribadisce che tutte le nostre vite quotidiane sono appese a un filo. Quel filo può spezzarsi per un evento drammatico come morte o malattia, ma anche per fattori meno definitivi, come la rottura di una relazione.
È questo che succede a Toby Fleishman (Jesse Eisenberg): medico 40enne di un ospedale di New York, due figli, una moglie che lavora nel mondo dello spettacolo. Famiglia normale e di buon successo, con una certa fame di ascesa sociale e le giuste relazioni per ottenerla. In realtà queste cose interessano più a Rachel (Claire Danes), la moglie di Toby. Anzi, ex-moglie, perché la serie (negli USA su Hulu, quindi aspettiamola su Disney+ da noi) si apre a divorzio già avvenuto.
Toby non sente più la pressione di dover andare d’accordo con gli amici della moglie, richiama finalmente i suoi amici che aveva trascurato e soprattutto si butta nel mondo delle dating app, scoprendo che il mondo delle relazioni nel frattempo è un filo cambiato. Per lui è una rinascita, un ritorno agli anni delle amicizie e delle uscite estemporanee, ma con in più due figli che ama tantissimo. Tutto perfetto? Per poco, perché di colpo l’ex moglie scompare, ovvero non torna più a casa da un ritiro di yoga e Toby si ritrova sostanzialmente vedovo, ma con in più il carico di rabbia nei confronti della moglie scappata.
All’nizio di questo pezzo parlavo di come bast un evento per spazzare via le proprie sicurezze, in questo caso gli eventi sono due e solo uno è del tutto imprevedibile, ma il senso non cambia. Fleishman is in trouble è una serie brillante e ritmata, che racconta questa piccola tragedia altissimo-borghese senza grossa compassione nei confronti del proprio personaggio principale. Toby Fleishman è una vittima e ovviamente, nei primi episodi, in tutti i flashback sul matrimonio vediamo Rachel come un essere orrendo, con cui fosse impossibile dividere una vita.
La vera chiave di scrittura, però, è nel post-sparizione: Toby viene travolto da una quantità indicibile di problemi logistico-educativi che gli friggono il cervello, ma soprattutto ci rendiamo conto che la sua rabbia è legata al fatto di aver assaporato una nuova sensazione di libertà e di non poterla più cogliere.
Il centro di Fleishman is in trouble è tutto nella percezione di sé nel mondo, in base a quali possibilità si sono scelte e quali sono ancora a portata di mano. Un gioco di alternative e ‘what if’ che è lampante nei confronti con gli amici di un tempo: Libby (Lizzy Caplan) che si è sposata, è andata a vivere in provincia e ha messo via le sue aspirazioni di futuro; Seth (Adam Brody), che invece è ancora totalmente libero, ma non sembra granché risolto.
Creata da Taffy Brodesser-Akner, autrice anche del romanzo omonimo, Fleishman is in trouble è una serie intelligente e ben scritta, che dosa le proprie idee e si appoggia a una voce narrante che sa essere ironica, senza mai risultare compiaciuta. Una Woodyallenata palese e chissà se autrice e interpreti lo vorranno riconoscere.
Unico neo, che potrebbe anche essere un problemone: per quanto mi riguarda, Jesse Eisenberg non c’entra niente con il personaggio, sembra di quindici anni più giovane rispetto a chi ha intorno, nonché il fratello minore di Claire Danes. Una differenza troppo palese per non essere voluta, ma che convince fino a un certo punto.