14 Novembre 2022

Serial Moments 552 – Dal 30 ottobre al 12 novembre 2022 di Diego Castelli

Rivolte carcerarie, treni in fuga e sogni indecidibili

ATTENZIONE! SPOILER DI RITORNO DI A FRIEND OF THE FAMILY, THE WHITE LOTUS, THE MOSQUITO COAST, ATLANTA, ANDOR, THE HANDMAID’S TALE

6.A Friend of the Family 1×09 – Verità
Quando vediamo un film o una serie tratti da una storia vera, spesso c’è un piacere quasi morboso nell’aspettare l’immancabile minutino in cui ci faranno vedere le facce dei veri protagonisti della storia. Succede anche con A Friend of The Family, una serie non “eccezionale” dal punto di vista strettamente artistico, ma comunque capace di raccontare una storia davvero strana e che tutto sommato mi ha fatto piacere conoscere. E quando nel finale arriva quel video sgranato e vecchio della (ex) piccola Jan che si confronta con il suo aguzzino in tribunale, pochi giorni prima che B si suicidi… brividoni.

5.The White Lotus 2×01-02
Siamo un po’ in imbarazzo con l’inizio della seconda stagione di The White Lotus perché, come avete sentito nel podcast se avete ascoltato, ci sembra che in questi primi due episodi ci siano diverse cose che funzionano in termini puramente strutturali, ma niente che “spacchi” sul serio. E chiaramente, per una serie che alla sua prima stagione aveva fatto così sensazione, le aspettative giocano un ruolo molto pericoloso.
Detto questo, mi sembra che una delle cose meglio riuscite sia la costante tensione fra le due coppie che hanno per protagonisti Theo James da una parte e Aubrey Plaza dall’altra. Tensione psicologica e chiaramente anche sessuale, giocata in un modo che rende certi risvolti abbastanza prevedibili, ma non per questo meno intriganti in termini visivi ed emotivi. E poi, in generale, se puoi contare su due interpreti con quel carisma lì, belli e strani e pericolosi, funziona tutto.

4.The Mosquito Coast 2×01 – Dai spieghiamo per benino
La prima puntata della seconda stagione di The Mosquito Coast mi è piaciuta per un motivo apparentemente paradossale, cioè il fatto che è molto più semplice delle precedenti.
Dopo una prima stagione piena di piccoli e grandi misteri, di indizi e cose non dette, la seconda (che arriva più di un anno e mezzo dopo) si apre con un episodio che ci spiega molti dettagli del passato dei protagonisti, svelando numerosi segreti e dandoci un contesto preciso che finora ci era mancato, e che si rivela particolarmente “sano” per consentirci di rituffarci nella storia senza troppe ansie.
Sarà uno spiegone, sarà una specie di episodio di servizio, ma ha funzionato.

3.Atlanta 4×10 – Verità o finzione
Finale di stagione puntualmente surreale per Atlanta, che racconta due storie parallele che alla fine si incrociano in una spolverata di Inception, lasciandoci con il dubbio che tutto quello che abbiamo visto sia un sogno di Darius, che nell’ultima scena sembra citare esplicitamente la famosa questione della trottola del film di Christopher Nolan: DiCaprio e compagni usavano la trottola per sapere se si trovavano nella realtà o in un sogno, e allo stesso modo Darius usa l’immagine di Judge Judy (la Santi Licheri d’America) per lo stesso scopo. Il finale in cui la faccia di Darius non ci svela se effettivamente si trova in un sogno o meno, assomiglia molto all’ultima inquadratura di Inception, dove non capivamo se la trottola era sul punto di cadere o no.
A parte questo, ho apprezzato molto la scena nel ristorante, il primo ristorante sushi di Atlanta gestito da un nero, e il modo (comico, surreale, eppure ficcante) in cui insiste su uno dei temi fondamentali della serie, cioè l’autoriflessione “black” con la quale Donald Glover ragiona da sempre su ciò che limita la comunità nera dal rifiorire, a prescindere dal razzismo e dal potere bianco: in questo caso, l’incapacità degli stessi neri americani di fidarsi l’uno dell’altro, preferendo conformarsi a certi stereotipi denigratori che loro stessi hanno introiettato, e qui simboleggiati dall’incapacità di accettare un pericoloso sushi velenoso servito dalle mani di un uomo nero, preferendo il dozzinale ma conosciuto fast food di Popeyes.

2.Star Wars: Andor 1×09-10 – Rivolta!
Per puro caso, visto che ero in trasferta e avevo degli arretrati, ho visto una dopo l’altra la nona e decima puntata di Andor, che effettivamente sembrano formare una specie di film.
La fuga dalla prigione è un grande esempio di maestria cinematografica, un doppio episodio pieno di stile, di epica, di carisma, che ancora una volta sembra strizzare l’occhio a certi film di genere del passato, e che ci restituisce come mai prima l’immagine di un Impero sporco e cattivo, ma anche burocratico e molto “umano”, e per questo non invincibile, specie se dall’altra parte c’è un gruppo di uomini senza più nulla da perdere.
A questo proposito, la mia scena preferita non sta nel decimo episodio, quello della rivolta vera e propria, ma nel finale del nono, quando Kino Loy, il personaggio di Andy Serkis che fino a quel momento aveva evitato di complottare esplicitamente con Cassian, capisce che non c’è possibilità di uscita dalla prigione e quindi, ormai frustrato e pronto a tutto, rivela al protagonista quante guardie ci sono per ogni piano. È il momento gustoso in cui capiamo che sì, sta per venire giù tutto, e non vediamo l’ora di vedere come.

1.The Handmaid’s Tale 5×10 – Ciuf ciuf, acciuffami
Mi sa che bisognerà riparlare del finale di The Handmaid’s Tale, perché ci sarebbe davvero troppa roba.
Prendendomi questo impegno per i prossimi giorni, per provare a restituire anche la caratura politica di questo finale e della stagione tutta, mi limito in questa sede a segnalare proprio il mio serial moment preferito, che probabilmente è anche quello inevitabile: parlo ovviamente della scena finale sul treno, in cui June, subito dopo essere stata costretta ad abbandonare Luke al suo destino per poter fuggire con la piccola Nichole, chi si ritrova sulla carrozza? Ma Serena ovviamente, l’acerrima nemica-forse-non-più-così-nemica che sta fuggendo pure lei, per motivi diversi ma in fondo simili.
Il loro scambio di sguardi, al termine dell’ultima stagione prima del gran finale, è una promessa di grandi botti futuri, perché qui ormai l’impressione è che non ci sia più solo una donna da salvare, e nemmeno due, ma un intero mondo.




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