House of the Dragon – Finale: la prima stagione è solo l’inizio di Marco Villa
La prima stagione di House of the Dragon si chiude con un rilancio potentissimo verso una seconda stagione che promette sfracelli
Parlare della prima stagione di House of the Dragon è estremamente facile ed estremamente difficile allo stesso tempo. Facile perché la serie di HBO (in Italia su Sky Atlantic e NOW) è stata un successo sotto ogni punto di vista: grandi numeri negli ascolti, chiacchiericcio montante online, addirittura la ciliegina dell’ultimo episodio disponibile in anticipo per lo scaricamento pirata, segnale inequivocabile dell’attenzione riservata al prequel di Game of Thrones. Difficile perché è stata una stagione piena di cose, che ha coperto oltre vent’anni di storia e con una quantità non indifferente di personaggi, per quanto introdotti con una gradualità che sfiora la perfezione.
Proprio i personaggi sono un buon punto di partenza: i primi episodi ci hanno mostrato una serie basata su poche figure, per poi allargare il cerchio. Rhaenyra e Alicent sono state da subito il centro della narrazione, per quanto spostato in avanti nel tempo: tutto ruotava intorno a loro, ma con la promessa di una maggiore rilevanza nel futuro.
A ben guardare, la prima stagione di House of the Dragon vive in un tempo di attesa: Viserys e il suo regno pacifico rappresentano un momento di stasi, destinata a infrangersi con la sua morte. Tutti i personaggi ne sono consapevoli e questo senso di ineluttabile disfacimento è incarnato dallo stesso Viserys, dal suo corpo che si autodistrugge lentamente per lasciare in vita il più possibile il suo regno, con tutti i suoi equilibri.
Con l’ottava puntata, tutto cambia. La morte di Viserys dà il via alla fase due di House of the Dragon, dando ad Alicent e Rhaenyra il compito di giocarsi in prima persona il proprio futuro e quello dei figli. La nona puntata è stata una House of Cards all’interno di King’s Landing, con complotti e sotterfugi che portano dritti all’incoronazione di un re che non sarebbe dovuto essere re, ma che comunque ha tutto il diritto di reclamare il trono, per motivi di genealogia e di DNA. Piccola nota a margine: il fatto di non aver mai creato una spaccatura precisa buoni/cattivi, ma di aver lasciato anche ai presunti antagonisti più di un briciolo di ragione è uno dei punti forti della serie.
Arriviamo così al finale, tutto giocato a casa di Rhaenyra e Daemon. L’annuncio della morte di Viserys provoca il travaglio a Rhaenyra: il bimbo è però prematuro e nasce morto. È l’ennesima scena di parto di questa prima stagione, ma è un unicum rispetto alle altre, perché la sensazione è che il corpo di Rhaenyra le dica che non è più tempo per fare figli, per creare quella successione che è (dovrebbe essere) ipoteca sul futuro. Rhaenyra fisicamente estrae il bambino dal proprio corpo, per poi cullarlo dolcemente ed eseguire in prima persona le operazioni post-mortem. È il congedo da una intera fase della propria vita, ma non può sapere che nell’arco di poche ore dovrà dire addio a un altro figlio.
Arriviamo così al finale di stagione, che coincide con il primo combattimento tra draghi di Game of Thrones e soprattutto con il primo confronto tra la terza generazione di House of the Dragon, quella che è fatta a metà da nipoti e a metà da figli di Viserys. Parlandone nei nostri podcast, abbiamo detto più volte che sarebbero stati loro il punto di rottura di qualsiasi speranza di pace, come si capiva in modo chiaro dal banchetto dell’ottava puntata, in cui i tentativi di riconciliazione delle madri erano stroncati da odio e rivalità dei figli. Anche nel finale di stagione, Rhaenyra e gli Hightower cercano un punto pacifico di caduta o almeno fingono di provarci, ma non appena entrano in azione Aemond e Lucerys, tutto salta per aria. Il combattimento tra draghi mostra in modo evidente che non conta solo il numero di draghi a disposizione, ma anche la loro dimensione. C’è di più: i draghi non sono del tutto affidabili, perché Aemond e Lucerys cercano di evitare lo scontro, ma senza speranza.
La forza del finale è assoluta e arriva al termine di una stagione che ha convinto sotto ogni punto di vista, riuscendo a essere appassionante fin dal primo episodio e di rilanciare fino all’ultimo secondo. Rilanci talmente forti, da trasformare l’intera stagione in un grande percorso di avvicinamento. Adesso ci sarà la guerra, da qui non si torna indietro. Ma per House of the Dragon è solo l’inizio.