4 Luglio 2022

Serial Moments 534 – Dal 26 giugno al 2 luglio 2022 di Diego Castelli

Cast rinnovati, episodi impegnatissimi e supereroi di famiglia

ATTENZIONE! SPOILER ANZIANOTTI DI ONLY MURDERS IN THE BUILDING, FOR ALL MANKIND, THE BOYS, THE ORVILLE, STRANGER THINGS

5.Only Murders in The Building 2×01-02 – Nuovi acquisti
Il Villa ha già scritto del bel ritorno di Only Murders in The Building, che non ha perso un briciolo della brillantezza della prima stagione, soprattutto grazie alla chimica esilarante fra Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez.
Ma proprio perché loro tre sono così forti, più che una singola scena vorrei sottolineare l’efficacia delle tre new entry, ovvero Amy Schumer, Cara Delevigne e l’inossidabile Shirley MacLane, che con i suoi 88 anni fa sembrare dei giovincelli i due anziani protagonisti. Ognuna a modo suo (e pur considerando che Amy Schumer non mi piace granché da… mai), le tre nuove arrivate hanno dato tutte quel piccolo boost che serviva per iniziare bene la nuova stagione.

4.For All Mankind 3×04 – Non correte troppo che poi sudate
Non so se sono io che l’anno scorso ero più distratto o che, ma mi sembra che la terza stagione di For All Mankind sia più semplice, più dritta, più emozionante. In questo episodio, la corsa verso Marte di tre diversi equipaggi diventa complicata quando i sovietici vanno in difficoltà, rendendo necessaria un’operazione di salvataggio che prima genera litigi e decisioni politiche di moralità assai dubbia, e poi si trasforma in una scena di grande suspense (e in un bel cliffangherone finale) quando qualcosa va storto e Danielle e i suoi si trovano sull’orlo del disastro. Anzi, pure un po’ oltre l’orlo.
Che dire, è buona televisione.

3.The Boys 3×07 – Padri e figli
Puntata prevedibilmente meno roboante della precedente, ma comunque capace di regalare qualche scena importante come gli incubi di Butcher (dove approfondiamo meglio certi suoi antichi demoni) o le schizofrenie di Black Noir, che ci ricostruisce i giorni del tradimento a Soldier Boy attraverso folli cartoni violentissimi.
Però dai, è ovvio che il vero serial moment sta alla fine, quando Soldier Boy avanza l’ipotesi che Homelander sia suo figlio. Sai quei twist un po’ da telenovela, ma che se avvengono in una serie fichissima diventano a loro volta fichissimi?
Ecco.


2.The Orville 3×05 – Lezioni di contemporaneità
Un episodio tematicamente complicato e politicamente delicatissimo per The Orville, che affronta di petto i diritti delle persone trans attraverso la storia di Topa, il figlio di Bortus e Klayden che era nato femmina ed era stato sottoposto a un intervento per diventare maschio, perché fra i Moclan il sesso femminile è considerato un’aberrazione (una storia che era già stata al centro di un precedente episodio di The Orville).
Ormai adolescente, Topa sente che qualcosa non funziona nella sua identità, e una volta scoperto di essere nato femmina decide di tornare ad esserlo, decisione che causa la rottura fra Bortus (favorevole) e Klayden (ferocemente contrario, proprio lui che aveva subito la stessa operazione imposta alla nascita), nonché tutta una serie di questioni politiche e di alleanze per gli umani.
È un ottimo episodio perché, attraverso il rassicurante filtro della fantascienza, riesce a mettere in scena questioni di stringente attualità, mostrandone le varie sfumature anche all’interno di una cornice di tolleranza e volontà di comprensione.
A un livello, Topa è semplicemente una femmina trans che sceglie di operarsi per modificare il proprio corpo in base alla propria percezione di sé. A un altro livello, c’è il tema che Topa è minorenne, cosa che aggiunge un ulteriore strato di complessità. E c’è poi un altro livello ancora, perché Topa ha subito un’operazione di riassegnazione in tenerissima età, quando non poteva decidere per sé. Un fatto che, all’interno di una storia che parla sostanzialmente dei diritti delle persone trans, accende anche un lumicino laterale su una polemica più recente, quella legata cioè all’eccessiva fretta che alcuni genitori super-woke stanno mostrando nell’interpretare certe fasi esplorative e conoscitive dei bambini, appiccicandogli troppe etichette troppo rapidamente.
Una puntata, insomma, che affronta una questione spinosissima mostrandone lo spessore e le contraddizioni, riuscendo però a mantenere ben saldo un insegnamento di base: che le persone, ogni singola persona, dovrebbero avere il tempo, lo spazio e le informazioni per poter decidere consapevolmente della propria vita.
(E ora, dopo aver scritto cose impegnate e importanti, dirò anche che, per il pubblico italiano, la storia di una ragazza trasformata suo malgrado in ragazzo, e che ora vuole tornare ragazza, diventa inevitabilmente un po’ più surreale se la ragazza in questione si chiama “Topa”)

1.Stranger Things 4×09 – Lacrime e sangue
Per una volta non so chi scriverà del finale della quarta stagione di Stranger Things, se io o il Villa, ma posso comunque dirvi che avrà la sua recensione dedicata, fatta di luce e inevitabili ombre: anche dopo l’ultimo episodio, questa stagione non ci è sembrata all’altezza del precedenti, pur in presenza di un cattivo come Vecna che affonda in profondità le sue radici narrative proprio nella storia della (co-)protagonista Eleven.
Fatta questa premessa, gioisco comunque del fatto di poter inserire Stranger Things nei serial moments, cosa che non avevo mai potuto fare a causa del maledetto binge watching. In questo caso, invece, i due episodi staccati dal resto legittimano una citazione in questa ormai longeva rubrica.
Peccato solo che la citazione sia da lacrime e sangue, visto che i momenti più tosti e toccanti di questo finale sono evidentemente la morte di Eddie e la quasi-morte di Max, con gli arti della povera ragazza che si spezzano come già accaduto con altri personaggi nel corso della stagione. Solo che un conto è se succede a personaggi di cui non ti frega niente, e un conto se invece succede a una come Max, che oltretutto era già stata messa a dura prova negli episodi scorsi, con tutta quella linea narrativa legata alla depressione e agli istinti suicidi che resta una delle cose migliori di questa annata, ulteriormente approfondita con i sentimenti particolarmente oscuri e ambigui nei confronti del fratellastro Billy.
Eddie invece – che poco prima si era esibito in un assolo di Master of Puppets dei Metallica, creando una delle classiche, iconiche scene di Stranger Things in cui la musica assume un ruolo di primissimo piano – era comparso solo in questa stagione, poche settimane fa, ma si era fatto amare immediatamente dal pubblico, che l’ha dovuto prematuramente salutare dopo averlo visto vincere le sue paure, rifiutando di fuggire di fronte al pericolo.
Mi chiedo se i fratelli Duffer si fossero aspettati questo livello di affetto per Eddie e, se non se l’erano aspettati, mi domando se ora non siano pentiti di aver fatto fuori un personaggio così amato (magari l’hanno pure detto da qualche parte e me lo sono perso, nel caso segnalate senza paura).
Comunque non metto la foto di Eddie morente perché cioè, non sono una merda.



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