The Afterparty – Apple TV+: una superparodia del genere crime di Marco Villa
The Afterpary è un esercizio di stile supergodibile sul genere crime, un po’ come Scream Queens lo era sul genere horror
The Afterparty ha tutto per essere la serie più amata dell’anno, almeno su questo sito. Poi non lo sarà, non finirà mai prima in classifica a dicembre e quasi sicuramente sarà fuori dalla Top 20. Ma intanto le vogliamo bene. E pure un bel po’.
The Afterparty è una serie di Apple Tv+ disponibile dal 28 gennaio. A livello formale, è un thriller: durante una festa, il padrone di casa muore e tutti gli invitati sono sospettati. Un grande classico del genere crime, con l’investigatore che deve trovare il colpevole in un gruppo di persone bloccate nello stesso posto, nello stesso momento. Ecco, prendete questa storia, ma applicate un filtro: tutti i personaggi sono degli idioti. La vittima, i sospettati, i poliziotti. Tutti. Ricostruire quello che è successo, seguendo lo sviluppo delle serate dei personaggi, diventa così un esercizio di stile nel vero senso del termine, come se Quenaeu avesse deciso di avere solo degli imbecilli come protagonisti del suo esperimento letterario.
La situazione è la classica rimpatriata del liceo: sono passati 15 anni dal diploma e tutti tornano a incontrarsi nei corridoi in cui sono stati adolescenti, costringendosi a fare i conti con quello che sono diventati e soprattutto con quello che non sono diventati. Su tutti spicca Xavier (Dave Franco), che è una popstar globale tra musica e cinema e che arriva alla reunion in elicottero. Poi c’è Zoe (Zoë Chao) che ha mollato il fidanzato/marito storico Brett (Ike Barinholtz), c’è Aniq (Sam Richardson) che è da sempre innamorato di Zoe. C’è Yasper (Ben Schwartz) che suonava con Xavier da ragazzo, sogna di diventare a sua volta una popstar, ma lavora come installatore di impianti audiovideo. E ancora: l’instabile Chelsea (Ilana Glazer), l’esistenzialista Indigo (Genevieve Angelson) e le due Jennifer (Tiya Sircar e Ayden Mayeri), inseparabili da sempre e unite pure da una gravidanza contemporanea.
La vittima in questione è proprio la celebrità Xavier, che ospita un afterparty a casa sua e che finisce sfracellato giù da una scogliera. Iniziano le indagini, guidate dalla totale incompetenza della detective Danner (Tiffany Haddish), che ha tempo fino all’alba per risolvere il caso, prima che un investigatore più qualificato le tolga l’incarico.
Unità di tempo e spazio all’ennesima potenza, come da manuale del classico giallo. È l’unica regola rispettata da The Afterparty, perché per il resto è tutto un gioco dell’assurdo, in cui spiccano i personaggi di Schwartz e Richardson. Il primo ripropone una versione appena meno eccessiva del suo storico Jean Ralphio di Parks and Recreation (e per quanto sia sempre divertente, la cosa inizia a essere anche un limite per lui), mentre il secondo torna nei panni del super nerd, per quanto con un QI un filo più elevato rispetto a jfdjjd, lo stagista idiota che interpretava in Veep. Al di là della trama, The Afterparty è soprattutto un esercizio di stile applicato al genere crime, così come Scream Queens lo era nei confronti dell’horror.
In entrambi i casi, c’è un interesse di fondo per scoprire chi sia il killer, ma si tratta di un interesse davvero marginale: quel che conta è seguire il mare di idiozie che commettono i personaggi in ogni episodio. Di fondo, poi, c’è anche un filo di malinconia legato al tema della reunion, che, come accennato, mette comunque tutti i personaggi di fronte a una sorta di bilancio.
The Afterparty è creata e diretta da Cristopher Miller, quasi cinquantenne che in carriera ha diretto film di animazione degli universi Lego e Spiderman, ma anche il primo episodio di Brooklyn Nine-Nine, oltre ad aver scritto un paio di episodi di How I Met Your Mother. Insomma, non l’ultimo dei cretini. Questo mestiere si coglie in pieno nel corso degli episodi: giusto il primo paga fatica a ingranare, ma dal secondo tutto diventa scorrevole. E personaggi, interpreti e concept hanno tutto per renderla una serie da seguire con estrema leggerezza.
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