Serial Moments 507 – Dal 19 al 25 dicembre 2021 di Diego Castelli
Nuove eroine, ragazze perduta e selvaggio West
ATTENZIONE! SPOILER NATALIZI DI MAYOR OF KINGSTOWN, THE WHEEL OF TIME, LANDSCAPERS, 1883, HAWKEYE
5.Mayor of Kingstown 1×07 – Povera Iris
Dopo aver visto Mike tentare di salvare Iris nello scorso episodio, ha fatto particolarmente impressione vedere la ragazza “regalata” da Milo come se fosse un oggetto. La sensazione di perdita, di totale sconfitta (per noi che ci identifichiamo nello sforzo di Mike di proteggerla), sta proprio nella rassegnazione di Iris, che almeno per il momento si trova in una tale situazione di impotenza da accettare silenziosamente il suo nuovo ruolo di bambolina ad uso e consumo di una banda di degenerati.
“Banda di degenerati” è una definizione da vecchia zia, me ne rendo conto, però rendeva l’idea.
4.The Wheel of Time 1×08 – Battaglie
Il finale di stagione di The Wheel of Time non cambia quello che avevamo capito già col pilot, e cioè che la serie tratta dai romanzi di Robert Jordan non è la bomba che si poteva sperare. Spendo comunque un serial moment per un ultimo episodio in cui la battaglia contro le truppe del Tenebroso non sarà certo paragonabile al Fosso di Helm di Peter Jackson, ma qualche brividino televisivo lo passa comunque. Diciamo che è stato serenamente l’episodio più appassionante di tutti finora, nonostante fosse pieno di cliché del fantasy che, nel 2021 quasi 2022, cominciano a essere un po’ triti.
3.Landscapers 1×03 – Cambio di set
Settimana scorsa mi ero entusiasmato per gli interrogatori messi in scena nei luoghi che gli stessi interrogatori descrivevano. Questa volta, Landscapers fa un passo in più sulla strada della metatestualità: Emma, la poliziotta che conduce l’interrogatorio, trasporta fisicamente Susan e Christopher sul luogo del delitto, semplicemente passando… da un set all’altro. Improvvisamente, i personaggi sono anche attori, le case sono scenografie, i genitori morti di Susan sono comparse che si prestano a un gioco di ricostruzione del delitto. Potrebbe sembrare un vezzo stilistico magari pregevole e sorprendente, ma fine a se stesso, se non fosse che riesce ad avere un preciso effetto diegetico, interno alla narrazione: nel contesto metaforico della scena, vedere la capacità di Emma di compiere quello che ci appare come una sorta di prodigio, aumenta enormemente la pressione su Susan, che si trova interrogata da una donna che è capace di portarla lì dove il delitto si è compiuto, senza mediazione, senza darle la possibilità di guidare l’indagine a suo piacimento. Insomma, raccontare un interrogatorio in modo completamente diverso dal solito, ma senza perderne i punti salienti, e anzi riuscendo a rendere perfettamente l’idea di cosa si agita nel cuore della protagonista.
2.1883 1×01 – Tutto
Il Villa vi ha già parlato di 1883, e ve ne ha parlato molto bene, ma per quanto mi riguarda c’è pure andato cauto: ho adorato ogni singola inquadratura dei primi due episodi.
Dalla scena iniziale con Elsa in mezzo all’attacco indiano, a tutte le volte in cui la stessa Elsa ha rappresentato, col suo visino pulito e sognante, la speranza verso il futuro e la libertà (puntualmente frustrata pochi istanti dopo). Dalla figaggine dello sceriffo di Billy Bob Thornton (“in questa città l’unico killer sono io”) alla morte inaspettata della povera Claire, suicidatasi dopo la morte di tutti e sette i figli.
Una serie semplicissima nello sviluppo e nei nuclei narrativi, ma capace di dare a ognuno il suo senso e la sua forza in modo così chiaro e netto, in un misto di respiro pittorico e brutale cinismo, da lasciare ogni volta a bocca aperta. Non vedo l’ora del terzo episodio, perché so già che mi riempirà occhi e orecchie di buona scrittura, immagini perfette e interpretazioni intensissime.
C’era pure Tom Hanks che ha detto tipo tre parole, come si fa a non volergli bene?
1.Hawkeye 1×06 – Tante belle cosine
Anche Hawkeye è giunta alla fine, e l’ultimo episodio ha confermato quanto fatto di buono dalla serie finora, nel suo miscuglio di action, supereroismo, atmosfera natalizia e inaspettata pucciosità.
Forse l’unico appunto che mi sentirei di fare è il ruolo marginale (anzi, psicologicamente superficiale) del Wilson Fisk di Vincent D’Onofrio, qui ridotto a poco più che mero strumento di combattimento e di riproposizione di immagini fumettistiche (vedere la sua tenuta in completo bianco, camicia rossa fantasia e catenozzo).
Ma a parte questo i serial moments sarebbe veramente numerosi: la ricca scena d’azione con Kate e Clint che combattono tutti ma proprio tutti i mafiosi in tutina a suon di frecce speciali; il ricordo di Natasha da parte di Occhio di Falco, capace di ammansire l’agguerrita Yelena; tutte le scene di affetto fra i due protagonisti, specie quando Kate sottolinea l’eroismo “vero” di un guerriero che non ha super poteri; lo scontro fra Kate e Kingpin, sorta di (importante) battesimo del fuoco per la giovane eroina; l’apparente morte dello stesso Fisk per mano di Maya (ma senza il cadavere non ci crediamo); la tuta di Ronin bruciata, a chiudere un cerchio iniziato al cinema e terminato sul piccolo schermo. E magari anche quel dialogo finale in cui Kate propone dei nomi per il suo alter ego supereroistico, vedendoseli bocciare tutti da Clint, che però sostiene di averne uno lui da proporre. Non lo sentiamo, ma in quel preciso istante compare il titolo della serie, “Hawkeye”, a simboleggiare un ideale passaggio di consegne verso la ragazza che ora diventerà “Occhio di Falco” (tanto il nome può essere inteso sia maschile che femminile, pure nella nostra lingua, quindi apppposto proprio).
Non so quando, e soprattutto se, rivedremo il buon Clint Barton / Jeremy Renner nel MCU. Ma se anche non succedesse, questo sarà stato un bel saluto finale.