15 Dicembre 2021

Elves – Netflix: elfi assassini dalla Danimarca di Marco Villa

Elves è un’antifavola di Natale, con elfi assassini e una famiglia su un’isola remota. Ma è meno interessante di quanto sembri.

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Se siete cresciuti negli anni ‘80, avete perfettamente in mente i troll, pupazzetti di plastica inventati in Danimarca, con capello peloso e faccia brutta, ma simpatica. Se invece siete cresciuti negli anni ‘10, avrete incrociato il film Trolls. Di fatto, è la stessa cosa, perché i pupazzetti hanno ispirato il film, un film per ragazzi, tutto puccioso e pieno di buoni sentimenti. Perché questo sono i troll: dei felicioni. Tutto, però, ha un suo contrario ed ecco che nel 2021, sempre in Danimarca, Stefan Jaworski e Roni Ezra – rispettivamente creatore e regista – mettono in scena Elves, produzione Netflix in cui ci sono delle creaturine simili a quei pupazzetti, ma creaturine che squartano e ammazzano. Altro che felicioni.

Elves è una storia tipica: c’è un nucleo di personaggi, in questo caso una famiglia, che arriva in un luogo sperduto per una vacanza, che si rivelerà tutt’altro che tranquilla. Il luogo in questione è l’immaginaria isola danese di Årmandsø e non appena vi mettono piede, due cose si impongono all’attenzione: un muro che delimita una zona al centro dell’isola e il reiterato consiglio di mantenersi sempre sulla costa. Questi due elementi diventano chiari quando la macchina della famigliola sbatte contro qualcosa, che lascia tracce catramose sul paraurti. I local dicono di non preoccuparsi (e di stare lontani dal muro), ma la figlia minore Josefine è convinta che nell’urto sia stato coinvolto qualche animale, così nottetempo torna sul luogo dell’incidente e trova nell’erba un cucciolo ferito. Un piccolo simpatico elfo, tutto da coccolare e nutrire. Ovviamente non è così, visto che gli abitanti del luogo sacrificano intere mucche per rabbonire la comunità elfica, che non è entusiasta che un proprio cucciolo sia scomparso. E le cose non possono che peggiorare.

Elves è una favola horror molto classica, in cui non ci sono elementi di sorpresa, ma solo grandi certezze. L’impianto da favola vecchio stile è piuttosto chiaro, così come il riferimento più o meno velato a Gremlins: dalla contrapposizione città/campagna al ruolo intraprendente della ragazzina, che non rispetta gli ordini ricevuti e in questo modo manda in cortocircuito un equilibrio. La scelta di trasformare una figura percepita come positiva in un mostro, poi, è interessante, così come la volontà di andare a pescare nell’immaginario della tradizione, con un percorso simile a quello compiuto a inizio 2021 da Equinox, sempre su Netflix e sempre con riferimento alla mitologia nordica.

Questi i temi e le intenzioni, tutte interessanti. La realizzazione, però, non è all’altezza: in Elves tutto si svolge in modo meccanico e piatto, come se il fatto di essere a suo modo un classico, togliesse la necessità di creare un racconto strutturato al meglio. In Elves è tutto esageratamente dritto: dai rapporti tra i personaggi alla trama più horror, passando anche per la necessità di avere un abbozzo di sottotrama sentimentale, senza dimenticare gli spiegoni disseminati qua e là per dare consistenza al terrore di questi elfi malvagi. La prima stagione di Elves è formata da soli sei episodi che superano solo in un caso i 25 minuti. Da queste parti siamo grandi fan delle serie che non sbrodolano e limitano all’essenziale fatti e divagazioni, ma per una volta la sintesi non ha premiato, perché si fatica a essere coinvolti e a farsi coinvolgere dallo sviluppo di eventi e personaggi. Quest’anno abbiamo visto di peggio, pure di molto peggio. Diciamo che di Elves semplicemente non ci ricorderemo a lungo.

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