Serial Moments 503 – Dal 21 al 27 novembre 2021 di Diego Castelli
Arcieri in pensione, liceali pazzoidi e cittadine marce
ATTENZIONE! SPOILER PSICHIATRICI DI HAWKEYE, YELLOWJACKETS, SWAGGER, THE SHRINK NEXT DOOR, SUCCESSION, MAYOR OF KINGSTOWN
6.Hawkeye 1×01 – Nostalgie
Ho già parlato ampiamente di questa scena nella recensione dei primi due episodi, ma mi riservo di citare nuovamente la primissima scena di Hawkeye, in cui il ricordo dell’attacco dei chitauri a New York diventa la scusa, grazie a una bambina che da allora si è fatta donna e guerriera, per ricordare quanto tempo è passato, quanto siamo vecchi, e da quanto siamo dietro alle vicende cinematografiche dei supereroi Marvel. Poi decidete voi se è un bene o un male.
Volendo, però, si potrebbe anche citare la scena molto divertente in cui Clint deve recuperare il costume del suo alter ego Ronin, e per farlo deve prestarsi a una sessione di gioco di ruolo dal vivo in cui accetterà di perdere una (finta) battaglia che darà gloria imperitura a uno dei partecipanti.
5.Yellowjackets 1×02 – Tutto per un pugno di like
Visto che Yellowjackets è la serie con le ragazze che non stanno proprio bene con la testa, vale la pena segnalare proprio un’esplicitazione di questo fatto. Nello specifico, c’è Misty (che nella versione adulta è interpretata da Christina Ricci) che nell’emergenza post-schianto si trova a essere apprezzata e tenuta in considerazione come mai prima nella vita, e per questo decide di manomettere la scatola nera dell’aereo (o comunque il dispositivo per la localizzazione del relitto) così che nessuno possa venire a salvarle tanto presto, rovinandole il giochino. Insomma, una persona a modo che tutti vorremmo avere accanto in una situazione difficile.
4.Swagger 1×07 – Brutture
Siamo in anni di wokeness (ammesso che questa parola si possa ancora usare), e in più di un’occasione ci è capitato di parlare di come l’attivismo e la militanza in salsa seriale (solitamente sui temi legati alle minoranze LGBTQIA, o ai neri americani ecc) abbiano prodotti ora mezzi capolavori, ora pastrocchi retorici di cui si poteva fare a meno. Un esempio del primo gruppo, I May Destroy You, un esempio del secondo, 4400.
Anche Swagger, per ovvi motivi di ambientazione e personaggi, si interessa degli stessi temi, e nel settimo episodio costruisce una storia che poteva facilmente sfociare nell’eccesso e nello stucchevole, e che invece riesce a tenere una forza drammatica non indifferente: i ragazzi protagonisti devono andare a giocare una trasferta, e in una sosta per il pranzo vengono presi di mira da una coppia di poliziotti bianchi che partendo da una segnalazione per schiamazzi (cioè, ragazzi che parlano a voce alta mangiando da McDonald’s) finiscono in un vero e proprio bullismo che ovviamente riguarda solo i componenti neri del gruppo. Da lì si arriva a una partita in cui Jayce decide di inginocchiarsi, anche se ormai quasi non si fa più, e la squadra ne ricava così insulti, accuse e perfino un arbitraggio palesemente sfavorevole in una cittadina che sfoggia ancora le bandiere confederate. È tanta roba, tutta carichissima, però funziona, soprattutto perché ci mostra (a noi che statunitensi non siamo) il tipo di tensione che si può creare in quel paese su certi temi, anche quando non c’è di mezzo per forza il morto ammazzato o le rivolte di strada che solitamente arrivano sui giornali. Poi non so dire quanto un episodio del genere sia volutamente ed esplicitamente romanzato ed “esagerato” (ma non credo poi molto), il tema però è vedere quel tipo di tensione razziale con gli occhi di chi la subisce, specialmente ragazzi così giovani da non avere gli strumenti necessari per comprendere fino in fondo una stortura che ha radici profondissime.
(Poi ci sarebbe anche il tema “ma noi le cose woke dobbiamo farcele insegnare da Apple?”, però vabbè, facciamo che pensiamo più a chi la serie la crea, la scrive e la interpreta, più che a chi gli dà i soldi per farlo, siamo in grado di scindere le due cose.)
3.The Shrink Next Door 1×05 – No dai l’albero no
Che The Shrink Next Door non fosse una comedy (come potevano far pensare i due attori protagonisti) ce n’eravamo accorti dopo pochi minuti di pilot. Da lì in poi, è stata una feria del disagio abbastanza importante, ma comunque gestibile. Questo episodio, però, ha fatto male sul serio: vedere il dottor Ike, che evidentemente si porta dietro i suoi bagagli emotivi non indifferenti, infierire in questo modo subdolo e terrificante su Marty, al punto da spingerlo ad abbattere l’albero di famiglia, è stato davvero tosto. Non so, sarà che in settimana abbiamo sentito storie di pallavolisti truffati per quindici anni e centinaia di migliaia di euro, fatto sta che siamo più sensibili del solito a queste storie di poveri e bravi guaglioni turlupinati da gente a cui non frega nulla del dolore inflitto alle altre persone. Quella di The Shrink Next Door è una storia vera di cui non conosco la fine, quindi se la sapete non spoileratemela, ma credo sia comunque troppo sperare in un finale alla Tarantino in cui Marty riempie Ike di mazzate. Io comunque incrocio le dita.
2.Succession 3×06 – Tom
Tom è probabilmente il mio personaggio preferito di Succession. No non è vero, è Roman, però Tom esprime forse il più alto grado di successionità: un tizio che sa essere sprezzante, caustico e perfino cattivo con chi è sotto di lui (Greg), per poi diventare timido, balbettante, impacciato e perfino imbarazzante con chi è sopra (cioè quasi tutti gli altri). E in questo episodio c’è un scena che lo vede protagonista e che sembra un’eccezione alla regola, anche se forse non lo è: in un dialogo con Ken, che l’ha avvicinato nel tentativo di farne un suo alleato, Tom se ne esce con una frase che concettualmente suona più o meno così. “Non verrò con te, perché secondo me finirati fottuto: ti ho visto fottuto molte volte, mentre non ho mai visto fottuto Logan”. Da una parte, questa uscita ci dà l’immagine di un Tom capace di tenere testa e avere l’ultima parola di fronte a uno a cui normalmente avrebbe lisciato il pelo. Dall’altra però, ha anche il significato opposto: non è Tom che ha avuto un guizzo di carisma, è che Ken, dalla prospettiva di Tom, non è troppo diverso da un Greg, in termini di rilevanza per il suo futuro. Comunque la si guardi, una scena di grande impatto.
1.Mayor of Kingstown (se recensita) 1×03 – Qui non si scherza mica
Il Villa vi ha già parlato di Mayor of Kingstown, e del torbidume estremo che innerva questa piccola cittadina in cui il tentativo di mantenere l’ordine senza sfociare nel caos, porta a una gestione… vogliamo dire “creativa”? della giustizia. Il terzo episodio raggiunge già una specie di apice di questo meccanismo, con un tizio non certo raccomandabile che causa per errore la morte di una donna e un bambino. Al di là di certe scene particolarmente crude legate alla rappresentazione del cadavere del piccolo, a colpire è la pervicacia con cui quelli che sarebbero i “buoni” danno la caccia al tizio con il palese obiettivo di ucciderlo o quanto meno di metterlo nelle condizioni di essere facilmente ammazzato da qualcuno, in una specie di ricerca della giustizia così malata e corrotta, da riuscire a farci provare sincera pietà per uno che normalmente non ne meriterebbe granché.