Ghosts US – Per una volta, un remake che funziona di Alessandro Molducci
Poche volte gli adattamenti americani di serie inglesi hanno funzionato: Ghosts è una di quelle volte, per fortuna
Neanche un anno fa scrivevo su questo sito di Ghosts. Non scrivo spesso per Serialminds, quando lo faccio è perché c’è una serie talmente eclatante che, se il mio sito seriale di riferimento se la perde mi sento in dovere di rimboccare la mia moka da tre caffè, lasciare perdere tutto il resto e scriverne, tanto quei buontemponi del Castelli e del Villa mi pubblicano. Quindi se scrissi di Ghosts fu perché era eclatante: nel suo caso, in quanto comedy, faceva ridere, e anche da queste parti (ciao Giovanni) ci si ritrova più e più volte a lamentarsi del fatto che le comedy non fanno più davvero ridere, tutte perse in meta-testi, dramedy e qualsivoglia sega intellettuale che alla fine… beh, non fa ridere. Certo ci sono eccezioni, Ted Lasso e We Are Lady Parts (entrambe inglesi, toh) stanno lì a ricordarcelo, ma Ghosts arrivò prima e faceva ancor più ridere: io mi ritrovai coi lacrimoni agli occhi gente, e per farmi venire i lacrimoni ci vuole il solletico, mica una comedy, tanto le comedy mica fanno più ridere signora mia.
Insomma è passato un anno, Ghosts ha sfornato una seconda stagione ancora migliore della prima (che bella la serialità quando funziona…), nel Regno Unito ha spopolato, negli USA han subito fatto: “TAAAC! reamake!” ed eccomi qui a scrivervi del remake statunitanse di Ghosts. Bene. Siamo onesti. Alzi la mano chi tra voi conosce un remake americano che sia migliore dell’originale non-americano (esatto: La Cosa o La Mosca non valgono). Io non posso vederti mentre mi leggi, ma immagino che la mano tu l’abbia tenuta giù, perché gli adattamenti americani non sono mai migliori degli originali, punto, è un dato di fatto talmente dato che è concorde pure l’America.
Non significa che siano per forza brutti o che non abbiano un loro perché, non dico neanche che debbano essere peggiori; non possono essere migliori, tutto qui, e il motivo è scritto nel loro DNA: se ci si è presi la briga di fare un riadattamento è perché l’originale era ottimo, quindi è impossibile in partenza fare di meglio, se ti va grassa lo eguagli. Non esistono “remakes-bomba”, ecco, e Ghosts USA non ha fatto niente per essere l’eccezione che conferma la regola, ma m’ha stupito comunque perché non è affatto male.
Mi spiego: non volevo partire troppo aggressivo, ma i rifacimenti americani in genere ti fanno correre dritto al cesso. Io ai debosciati che hanno riadattato la serie The Kingdom di Lars Von Trier (per il sottoscritto tra le migliori di sempre) voglio ancora oggi male, ma male-male, male fisico; ci sono serie troppo europee per essere rimasticate negli USA: prendete Utopia, che pure in Italia ha creato il suo piccolo culto di cui spero che tu lettrice/lettore faccia parte, chi è arrivato al terzo episodio di Utopia, quello oltreoceano? Ma Utopia, come The Kingdom, non è esportabile; invece, a volte, capitano concept talmente forti da essere declinabili un po’ in qualsiasi salsa. Un esempio fulgido potrebbe essere la Shameless di cui un po’ tutti sentiamo la mancanza; un esempio abbagliante è indubbiamente The Office, che hanno rifatto in una ventina di lingue diverse perché dov’è che non ci sono capi-ufficio completamente inetti e colleghi completamente fuori di testa? Esportabilissima, no? Ecco: Ghosts è esportabilissima, quindi i presupposti per qualcosa di buono c’erano in partenza.
Esportabilità: coppia di sposini eredita antica magione in campagna, vanno a improvvisare un B&B, la magione è però stracolma di fantasmi di varie epoche uno più buffo e tenero dell’altro, convivenza difficile, risate e awwww garantiti. Potrebbero averla scritta in Italia, in India o in Giappone. Esportabilissima. Eppure temevo davvero questo remake, perché la bellezza del Ghosts originale non sta tanto nel suo concept quanto in come riesce a declinarlo: l’essere intrappolati in questo mondo dei protagonisti-fantasmi non è affatto dato per scontato, anzi, suscita parecchie domande di carattere morale ed etico, e anche il passare del tempo (che per loro è per forza di cose qualcosa di altro da quello che possiamo intendere noi) viene trattato con vette che vanno a braccetto con la filosofia; tutto fatto ridendo e scherzando, sia chiaro, ma lasciando campo libero alla mente dello spettatore di interrogarsi, di mettere in dubbio certe certezze, o più prosaicamente di stare guardando una serie (ehm) intelligente.
Era questo l’aspetto che avremmo perso in una versione americana, ci avrei scommesso. E invece no. Con grandissima e inaspettata umiltà il remake USA non solo mantiene inalterata la trama e la maggior parte delle battute, ma addirittura ne ricalca la sequenza delle scene, il ritmo, e anche quel certo humour inglese non immediatamente appetibile al pubblico statunitense. Insomma: più che a un “rendiamo più vendibile ‘sta roba” ci troviamo di fronte a un “omaggiamo quest’opera che merita di essere vista anche dalle nostre parti”. Rispetto.
Volendo qualche difetto di trasposizione lo trovo anche, non fraintendetemi… in primis la protagonista (la sposina): nella versione inglese è Charlotte Ritchie, a mani basse tra le nuove attrici più seducenti in Inghilterra, non sono gusti miei, è proprio lo script a sottolinearlo più volte; nella nuova serie è Rose McIver, una WASP tutta occhioni, senza tutto il buono del teatro shakespeariano sulle spalle. C’è anche l’eliminazione del personaggio del fantasma-primitivo (ma perché? non ci stavano i primitivi in Nord America?), forse il più amato dal pubblico, qui sostituito da un ottimo, ma meno efficace vichingo. Per non parlare della fotografia: brumosa, fredda e malinconica quella inglese, “tutta luci aperte tanto è una comedy” quella americana… ma sono i dettagli che nota chi, come me, sta seguendo l’originale: per tutti gli altri, resta un remake che non perde né lo humour, né il ritmo, né soprattutto il succo dell’originale e anche solo per questo sarebbe un must. A conti fatti sono contento che esista questa nuova serie, non fosse altro che essendo pubblicata dalla CBS c’è la possibilità che venga doppiata anche in Italia e raggiunga anche da noi il pubblico che le spetta.
Perché vedere Ghosts (USA): perchè fa ridere come scemi sentendovi intelligenti nel farlo
Perché mollare Ghosts (USA): perchè già seguite l’originale UK e non avete tempo da buttare come ne ho io
Perchè rivedere Ghosts USA dopo Ghosts UK: perchè è una delle più belle comedy di sempre e anche al secondo giro v’ammazza dalle risate