Consigli per recuperone – Wellington Paranormal, la cugina di What We Do In The Shadows di Alessandro Molducci
Wellington Paranormal, creata dagli stessi autori di WWDITS, ne è lo spin-off neozelandese e non-solo-vampiresco
C’era una volta un filmettino indie neozelandese talmente ma talmente delizioso da fare il giro del mondo, catapultare i suoi due scrittori/registi nella Hollywood più giusta e meritare addirittura uno spin-off seriale che, miracolo, non perdeva un’oncia della sua freschezza.
I registi rispondono uno all’impareggiabile nome di Taika Waititi (JoJo Rabbit, Thor: Ragnarok), l’altro a Jemaine Clement (del mitico duo Flight Of The Conchords, di cui è stata fatta anche una serie che è un consacrato capolavoro), mentre il film ha l’evocativo titolo di What We Do In The Shadows, “Quel Che Facciamo Nell’Ombra” (in italiota “Vita Da Vampiro”). Che bella favola.
Proprio oggi, 2 settembre, debutta la terza stagione di WWDITS e saremmo tutti contenti così, che vuoi chiedere di più? Puoi chiedere Wellington Paranormal! Sempre creata da Waititi e Clement, sempre tratta da Shadows, sempre in formato mockumentary, a differenza della sorellona americana questa è ancora fieramente neozelandese e trasmessa dalla TVNZ2, la loro RAI2. In patria è un mito e stanno girando la quarta stagione, in Italia non è mai stata trasmessa ma, vi prego, non chiedetemi come recuperarla se no mi cascano le braccia.
Ma quindi? Ancora e ancora vampiri? Ma no! Abbiamo zombie, alieni, fantasmi, chi più ne ha più ne metta, una leggenda horror diversa a ogni puntata: già questo renderebbe la serie interessante, perché nel tempo sta diventando una vera e propria enciclopedia sull’argomento. Ma il suo bello sta altrove.
Trailer: una troupe segue la giornata tipo di due poliziotti di ronda, l’Agente Minogue (l’attore è Mike Minogue) e l’Agente O’Leary (Karen O’Leary). Questi s’imbattono in un caso decisamente soprannaturale e, increduli, chiedono aiuto al loro superiore, il Sergente Maaka (Maaka Pohatu), che svela loro l’esistenza di una segretissima Unità Speciale fatta apposta per questo tipo di casi e li recluta. Seguiranno episodi verticali che ogni volta ruotano attorno a qualche topos dell’horror, un po’ alla Dylan Dog.
Insomma, messo così può sembrare il più classico dei crime soprannaturali, solo che i nostri due eroi sono. Dei. Perfetti. Imbecilli. Non imbecilli in gamba alla Brooklyn Nine-Nine, imbecilli che si fulminano per sbaglio con il teaser, imbecilli che vedono uno zombie, lo fermano e “Signore! Si dia una regolata! Va bene la sbronza ma lei puzza da far schifo!”. Imbecilli totali. E la segretissima Unità Speciale? Quasi uno sgabuzzino, in cui il Sergente Maaka raccoglie prove da X-Files che nella realtà vera sarebbero le farneticazioni di uno stramboide complottista, e che nella serie sono la realtà. Ma, badate bene, il Sergente È uno stramboide complottista.
Avete notato i nomi dei personaggi e quello degli attori che li interpretano? Ecco, appunto. Demenzialità a go-go. Il concept è talmente semplice e fertile che scommetto quel che volete che negli Stati Uniti stanno già preparando un remake. Intendiamoci, non siamo ai livelli sopraffini di What We Do In The Shadows e dei suoi personaggi scritti con amore ed eleganza, qui abbiamo solo due poveri cretini alle prese con eventi più grandi di loro.
Wellington Paranormal ha una comicità molto più basica, del resto è stata ideata un anno prima e di Shadows è un po’ il prototipo. Resta comunque una serie fatta con molta passione, competenza ed inventiva: le sequenze horror, quando ci sono, omaggiano davvero l’orrore del cinema a cui fanno riferimento; gli effetti speciali non saranno costosi ma sono escogitati talmente bene che non pensi mai di trovarti di fronte a una cosuccia fatta a mo’ di parodia. Insomma, è una serie a medio budget che sfrutta però gli elementi che ha a disposizione alla massima potenza. Per esempio, è un mockumentary? Ok, ma piuttosto che relegare il formato a semplice escamotage narrativo, qui cameramen e fonici scappano e muoiono.
In pratica, pochi soldi ma tanta fantasia.
Gente, io non rido mai guardando una serie, se sono belle sorrido, magari sghignazzo. Questa a volte mi fa proprio ridere. Potrebbe accadere anche a voi.