Ted Lasso – Apple TV+: la seconda stagione è 100% Ted Lasso di Marco Villa
Ted Lasso ricomincia come aveva finito, con quel mix di tenerezza e abbraccioni che ce l’ha fatta amare così tanto
Poco meno di dodici mesi fa scoprivamo Ted Lasso. Scoprivamo un personaggio iconico fin dal suo aspetto e un mondo capace di essere sempre positivo, senza mai diventare zuccheroso (o troppo zuccheroso, va’). Per noi di Serial Minds è stato innamoramento vero, al punto da mettere la serie di Apple TV+ al primo posto tra le novità del 2020. La storia, in brevissimo: Ted Lasso è un coach di football americano, che allena una squadra minore, ma diventa popolare e virale per un balletto di festeggiamento. Viene notato dalla proprietaria del Richmond, una immaginaria squadra di calcio inglese, che lo chiama ad allenare i propri giocatori con il chiaro intento di farlo fallire, per punire l’ex-marito e proprietario del team. Football e calcio non c’entrano nulla, ovvio, ma Ted Lasso riesce comunque a farsi amare da giocatori, dirigenti e alla fine anche dal pubblico.
La seconda stagione riparte dal Richmond che sta scontando il contraccolpo della retrocessione, iniziando il campionato con un filotto di pareggi e nessuna vittoria o sconfitta. Che da una parte vuol dire che non perdi, dall’altra che forse non sai (più) vincere. Ted Lasso impiega meno di 5 minuti per dimostrare di essere ancora Ted Lasso: la scena del rigore, con il sempre ottimista Dani Rojas che colpisce in pieno il cane-mascotte uccidendolo è la perfetta rappresentazione del tono di questa serie, sempre in bilico sul grottesco, se non addirittura sull’eccessivo, ma sempre abile a fermarsi al momento giusto. È questo equilibrio l’elemento più importante di Ted Lasso e la prima puntata della seconda stagione è qui per dimostrarcelo: dalla nuova vita di Roy Kent, che scappa dalla fama e dalla visibilità e sogna di rilassarsi per sempre con un gruppo di sessantenni con cui fa yoga, passando per l’ex-magazziniere Nathan che inizia a sfruttare il nuovo status e relativo potere.
Il centro, come sempre, resta Ted, che non perde il rito del biscotto mattutino regalato a Rebecca, ma in compenso guadagna una sorta di antagonista, per quanto possa valere questo termine in una serie come Ted Lasso. Si tratta di Sharon (Sarah Niles), psicoterapeuta e mental coach con un metodo di lavoro che è l’opposto di quello di Ted: se l’allenatore ha nell’empatia la strada per aiutare la squadra e i colleghi, Sharon è distaccata ed estremamente professionale, ma ottiene tutti i risultati del caso, a cominciare dalla riabilitazione di Dani dopo l’incidente con il povero cane-mascotte.
Quello di Sharon è senza dubbio l’innesto più importante di questa nuova stagione, perché crea una dinamica nuova per Ted: ormai amato da tutti, il personaggio di Jason Sudeikis aveva bisogno di un contraltare e la dinamica con la mental coach dimostra già di funzionare dopo pochi minuti. Per il resto, chi ha amato Ted Lasso chiedeva solo una cosa: che rimanesse Ted Lasso. E così è stato, con quel carico di buoni sentimenti stemperati da ironia, autoironia e dialoghi velocissimi, tra i quali spiccano soprattutto quelli con coach Beard, il vice-allenatore interpretato da Brendan Hunt, che firma la sceneggiatura della premiere e che, con lo stesso Sudeikis, Bill Lawrence e Joe Kelly firma l’intera serie come creatore.
A lui, quindi, il merito di una delle battute più belle degli ultimi tempi, messa in bocca al personaggio di Dani: “Footbal is life, football is death, but football is also football.”