Schmigadoon! – La comedy musical di Apple Tv+ ci sta, ma non è Galavant di Diego Castelli
Una coppia in crisi arriva nel magico villaggio di Schmigadoon dove cantano tutti, anche se a loro sembrano discretamente imbecilli
Nella maggior parte dei casi e delle situazioni, sono assolutamente conscio del fatto di non avere il dono della sintesi, tanto è vero che i miei articoli, tipicamente, sono lunghi il doppio rispetto a quelli del Villa.
Allo stesso tempo, però, talvolta mi escono titoli come quello che vedete sopra, che mi fanno chiedere perché qualcuno dovrebbe leggere l’articolo quanto il titolo dice palesemente tutto quello che serve.
Diciamo che il clickbait non so proprio cosa sia, ma spero che siate comunque qui a leggere.
Oggi parliamo di Schimgadoon!
Il punto esclamativo fa parte del nome della serie, non è entusiasmo messo a caso.
Disponibile su Apple Tv+ e scritta/creata dal duo Cinco Paul e Ken Daurio (gli autori dietro la saga animata di Cattivissimo Me), Schmigadoon! è un commedia musicale di cui lo stesso Cinco Paul ha scritto tutte le canzoni.
Racconta la storia di Josh (Keegan-Michael Key) e Melissa (Cecily Strong), una coppia ormai in crisi dopo qualche anno di relazione diventata routine, che decide di partecipare a una specie di ritiro montanaro in cui ritrovare l’intesa. Peccato che durante una sessione di trekking con annessa perdita di orientamento in un bosco, i due si imbattano in uno strano paesino immerso nel verde e nei colori (Schmigadoon, appunto) che oltre a essere popolato da personaggi che sembrano usciti da un’altra epoca, ha anche una specifica particolarità: cantano tutti.
Il villaggio non consente ai due protagonisti di uscire, e un buffo leprecauno interpretato dal mitico Martin Short ci spiega anche perché: solo chi ha trovato il vero amore può scappare da Schmigadoon, e alla nostra povera coppia basta poco per fare due più due: se non possono uscire è perché il loro non è (ancora?) vero amore.
Oltre a Martin Short, nella popolazione di Schmigadoon ci sono anche altri volti noti, fra cui Kristin Chenoweth (ce la ricordiamo per Glee, Pushing Daisies ecc), Alan Cumming (Eli Gold di The Good Wife, oltre a cento altre cose), Jane Krakowski (indimenticata Jenna di 30 Rock e Jacqueline di Unbreakable Kimmy Schmidt).
Un musical, si diceva. La cosa buona, dal mio punto di vista, è che si tratta dell’unico genere di musical accettabile dalle mie orecchie, cioè quello simpatico e comico. E cosa ancora migliore, sempre dal mio punto di vista, è il fatto che Josh e Melissa riconoscono l’assurdità della situazione in cui si trovano, al punto da lamentarsene espressamente (soprattutto Josh, che non è proprio un amante di film e spettacoli in cui si canta).
Diciamo che, in questo senso, la serie vuole essere proprio furba. In primo luogo perché gioca la carta della metatestualità, unendo un’immagine da musical vecchio stampo, pieno di canzoni frizzanti e ricchi costumi, con l’autoconsapevolezza della serialità più contemporanea. Ma soprattutto perché prova a interessare sia i fan veri e propri del musical (per ovvi motivi), sia quelli che tendenzialmente lo schivano, perché la presenza di personaggi estranei ad esso e pure critici nei suoi confronti, “assolvono” chi guarda dall’imbarazzo di stare vedendo qualcosa che solitamente evitano.
L’operazione ha dunque molto senso e, più in generale, è tecnicamente riuscita: la storia tiene, la canzoni sono orecchiabili, le coreografie quasi sempre gustose (anche se non si vede niente di trascendentale, a onor del vero).
Quello di cui sento la mancanza, e mi rendo conto che sia un elemento difficile da circoscrivere, è un ulteriore guizzo creativo o comico. Sarà che Josh e Melissa non sono personaggi di grande impatto, sarà che la comicità non è mai particolarmente esilarante, ma in questi primi due episodi Schmigadoon! dà l’impressione di essere un bel compitino. Era un tassello mancante di Apple Tv+, che viene riempito con un prodotto confezionato a modo, con tutti i crismi, girato bene, con un cast di sicuro valore e un’attenzione non banale a trucco e costumi.
Però l’amore puro non mi è ancora scattato.
Facevo più sopra il paragone con Galavant. Ve la ricordate la serie di ABC, trasmessa dal 2015 per due stagioni, che univa il musical alla parodia dei racconti cavallereschi in salsa medievale? Ecco, per molti versi Galavant è il paragone più facile che possiamo fare con Schmigadoon!, solo che là ci eravamo trovati di fronte una serie che faceva ridere di brutto, e che ci fece affezionare così rapidamente ai personaggi, da strapparci lacrime amare al momento di una cancellazione che ritenevamo (e riteniamo tuttora) immeritata e fastidiosa.
Ecco, al momento Schmigadoon1 non è a quel livello lì. Dico “al momento” perché ha ancora margini di crescita, specie perché ha due assi nella manica come Martin Short e Jane Krakowski che per ora si sono visti poco. Però l’impressione è che manchi qualcosa, che non sia abbastanza divertente, ma soprattutto che non riesca a tirarci fuori lo stesso amore: in questo senso, qualche problema lo vedo proprio nella scelta e nella scrittura dei due protagonisti. In Galavant esisteva la potenzialità di una storia d’amore, che magari non era il fulcro dell’intrattenimento, ma serviva a dare ulteriore slancio al nostro affetto. In Schmigadoon!, invece, l’unica vera storia d’amore che vediamo è già verso il finire, e a prescindere dal fatto che sia destinata a salvarsi o meno (lo vedremo), questo genera già una certa pesantezza e sgradevolezza, che nell’idea degli autori è molto comica (in parte lo è) ma nel concreto spezza un po’ la magia del musical, che diventa così più cerebrale e meno immediato.
Ho assolutamente intenzione di proseguire la versione di Schmigadoon! perché di cose buone ce n’è comunque a sufficienza, e perché da un episodio con l’altro la creatività potrebbe esplodere in modi non ancora del tutto prevedibili.
Che sappia però che se vuole piantarmisi nel cuore come Galavant o come la Ted Lasso che torna, sempre su Apple TV+, proprio oggi che pubblichiamo questo articolo, servirà uno sforzo in più.
Perché seguire Schmigadoon!: è una commedia musicale dagli alti valori produttivi, che strizza l’occhio anche a chi il musical solitamente non lo bazzica.
Perché mollare Schmigadoon!: ci fa pensare a Galavant, e Galavant era meglio, quindi finisce che ti prende una brutta nostalgia.