25 Febbraio 2021

Solar Opposites – Su Star la nuova serie dal papà di Rick & Morty di Diego Castelli

Con Solar Opposites, Justin Roiland crea una nuova follia fantascientifica parente stretta della sua creatura più famosa

Pilot

Un paio di giorni fa, il 23 febbraio, ha debuttato anche in Italia Star, il canale (o sottocanale, o subpiattaforma) contenuto all’interno di Disney+ e dedicato a un pubblico più adulto e/o poco interessato all’offerta cartoonesca, starwarsiana o marveliana con cui lo streaming di Topolino ha campato finora.
All’interno di Star ci sono, come sempre accade in questi casi, un po’ di serie storiche da recuperare (da Lost ad Alias, da Scrubs ad Atlanta) più alcune nuove offerte, che in realtà nuove-nuove non sono, perché si tratta di serie già trasmesse su altri network o rese disponibili da altre piattaforme (come Hulu, che è sempre di proprietà di Disney). Si tratta comunque, ufficialmente, di prime visioni italiane.
Fra queste troviamo anche alcuni show di cui su Serial Minds abbiamo già scritto – Big Sky, Godfather of Harlem, Love, Victor – e oggi prendiamo l’occasione per parlare di una serie che su Hulu era uscita a maggio 2020, ma che noi ci eravamo persi non senza una buona dose di colpa, visto il nome del creatore: sì perché Solar Opposites è una serie animata firmata da Justin Roiland (e Mike McMahan), cioè il papà e la voce di Rick & Morty.

Diamo per scontato che sappiate cos’è Rick & Morty, serie animata ancora recente ma già diventata di culto, in cui Roiland (in combutta con Dan Harmon) racconta le avventure di un nonno geniale scienziato e un nipote goffo e pauroso, che insieme attraversano le immensità del cosmo e delle dimensioni tuffandosi in mondi completamente assurdi, traboccanti di una creatività colorata, violenta, cattiva, e clamorosamente intelligente.
Ebbene, con Solar Opposites cambiano alcuni elementi narrativi e di impostazione, ma per altri versi la serie è così simile a Rick & Morty, da sembrare quasi uno spinoff.

I protagonisti di Solar Opposites sono un gruppetto di alieni (due adulti, due adolescenti maschio-femmina che sono replicanti dei primi due, e una specie di larva/neonato) che precipitano sulla Terra dopo essere fuggiti dal loro pianeta natale, distrutto da un asteroide.
La natura non umana dei protagonisti permette di creare varie gag a partire dal loro semplice scontrarsi con una cultura terrestre (e americana nello specifico) che non conoscono, un po’ come abbiamo visto in Resident Alien, ma in realtà la sfumatura è più particolare: è vero che Korvo, Terry, Yumyulack e Jesse sono alieni che nemmeno sapevano dell’esistenza degli umani, ma fin dal pilot vediamo che sono già riusciti a mescolarsi fra di loro, trovandosi a una sorta di mezza strada fra l’aver compreso (e spesso apprezzato) il modo di vivere dei terrestri, e il conservare ancora alcune zone d’ignoranza in cui lo scontro biologico-culturale si fa più vistoso.
Cosa ancora più strana, su cui ci viene chiesta fin da subito una sospensione di incredulità abbastanza importante, riguarda il fatto che gli umani sanno benissimo che Korvo e gli altri sono alieni e li accolgono nella comunità, mantenendo però una lunga serie di pregiudizi.

Quello che ne deriva è una satira politico-sociale nemmeno troppo velata, in cui gli alieni (ricordiamo che la parola “aliens” in inglese si riferisce anche specificamente agli immigrati) diventano simbolo di qualunque popolazione non-americana che finisca a vivere sul suolo degli Stati Uniti, venendo magari accolta de facto, ma anche guardata con sospetto per gli anni a venire. Non solo: la conformazione di questa strana famiglia (nessuna “mamma”, due “genitori” maschi, due “figli” che sono di fatto cloni) diventa anche specchio di tutte le famiglie non tradizionali, una specie di evoluzione rispetto a Rick & Morty, in cui invece compariva ancora la classica famiglia americana in tutte le sue componenti (anche se poi, presi singolarmente, i personaggi tanto “classici” non erano).

Ma se fin qui abbiamo trovato differenze vistose rispetto a Rick & Morty, scavando appena un po’ di più troviamo somiglianze altrettanto evidenti.
Per esempio, il “capofamiglia” Korvo – doppiato dallo stesso Justin Roiland che per lui sceglie una voce un po’ meno ruvida rispetto a quella di Rick, ma comunque molto riconoscibile – è uno scienziato le cui invenzioni e folli piani portano il resto del gruppo in situazioni assurde. Allo stesso tempo, Terry (doppiato da Thomas Middleditch di Silicon Valley) è invece il compagno ingenuo e ottimista, che ama la cultura terrestre e accompagna Korvo nelle sue avventure. Il suo approccio alla vita è meno paranoico rispetto a quello di Morty, ma le dinamiche con Korvo non sono poi molto diverse da quelle che conosciamo dall’altra serie.
Già più diversi sono Yumyulack (doppiato dal protagonista di The Goldbergs, Sean Giambrone) e Jesse (la voce è di Mary Mack), che mettono in scena un rapporto fratello-sorella abbastanza diverso da quello visto in Rick & Morty, a partire dal fatto che Yumyulack ha la passione di rimpicciolire la gente per tenerla in una specie di terrario da parete.

Ma dove Solar Opposites e Rick & Morty convergono in maniera inesorabile è nel tipo di intrattenimento che offrono: disegnata con un’animazione molto simile e scritta con le stesse strutture narrative, Solar Opposites propone episodi in cui, esattamente come in Rick & Morty, premesse fantascientifiche abbastanza pacate o casuali si sviluppano in conseguenze quasi sempre imprevedibili, esageratissime, in cui una comicità grottesca e sanguinaria prende per mano lo spettatore per buttarlo su una montagna russa lunga venti minuti, in cui non si sa mai cosa succederà nella scena successiva.
Guardando distrattamente Solar Opposites ci si potrebbe confondere e pensare di essere di fronte a una puntata di Rick & Morty, e perfino chiudendo gli occhi e ascoltando Korvo snocciolare ardite e comicissime riflessioni sulla natura umana si può avere l’impressione di stare ascoltando Rick (anche perché Roiland, qui e là e specie nei monologhi più fitti, tende a sovrapporre le due voci).

È evidente che, per lo meno in teoria, questa somiglianza è un problema. Cioè, guardando Solar Opposites si ha l’impressione di un prodotto davvero troppo simile al precedente, ma ovviamente destinato a finire in secondo piano, perché l’originale è Rick & Morty e sempre lo sarà.
Allo stesso tempo, però, quelli che da sempre riconosciamo come i pregi di Rick & Morty (su tutti la debordante creatività fantascientifica) sono anche i pregi di Solar Opposites, e non possono essere liquidati come se nulla fosse, solo perché molto simili alla serie madre.
Di fatto, Solar Opposites è davvero lo spin-off di Rick & Morty, stilisticamente se non a livello di trama, e il fatto che riesca a riprodurne la follia in modo credibile, con in più l’aggiunta del punto di vista alieno, è in realtà un’ottima notizia.
La possibilità di diventare oggetto di culto come Rick & Morty è probabilmente preclusa, ma se vi piace “quella roba lì”, beh, Solar Opposites lo è.

Perché seguire Solar Opposites: ha tutta la creatività e lo stile di Rick & Morty.
Perché mollare Solar Opposites: non si impegna abbastanza per staccarsi dalla serie madre, causando spesso una strana sensazione di già visto.



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