13 Luglio 2020

Serial Moments 435 – Dal 5 al 11 luglio 2020 di Diego Castelli

Treni in rivolta, citazionismo anni Ottanta e riflessioni non da poco

ATTENZIONE! SPOILER ROBOTICI DI SNOWPIERCER, AGENTS OF SHIELD, I MAY DESTROY YOU, GANGS OF LONDON, LOVE, VICTOR

3.Snowpiercer 1×08 – Segreti e rivolte
Come già a inizio stagione, Snowpiercer corre veloce quanto il treno e anticipa al terz’ultimo episodio quelli che avrebbero potuto essere eventi buoni anche per il finale. La popolazione del convoglione (sì, ci tenevo a dire “convoglione”) scopre che Wilford è morto da anni, e che Melanie ha tenuto in piedi la baracca quasi da sola, convincendo tutti che il fondatore era ancora al suo posto. La conseguenza è una rivolta che scoppia un po’ dappertutto e che intrattiene piacevolmente, anche se il sentimento che prevale su tutto è sempre l’odio per quella stronza di LJ. Ci dà quasi fastidio che Layton l’abbia usata per i suoi scopi, diventandone in qualche modo alleato. Non ci devi parlare Layton, è cattiva, meglio Melanie che sì, tortura la gente e spezza dita, però poi sta fisicamente male per averlo fatto. Un agnellino, al confronto.

2.Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D. 7×07 – Mitici Ottanta
Era ovvio che, nella carrellata di decenni che è questa stagione di Agents of SHIELD, si arrivasse prima o poi agli anni Ottanta, sovrani assoluti della nostalgia di queste era televisiva. E l’episodio non delude, con un sacco di citazionismo elettronico-musicale, e una gang di strani nerd chiamata a salvare il mondo dalla perfida Sibyl, bloccata come Coulson in un aldilà digitale da cui entrambi progettano di tornare. In questo senso, la cosa migliore (a parte Mac che diventa barbuto e un po’ bolso nei mesi passati da solo a costruire modellini di automobili) sono forse i robot con cui Sibyl forma un mini-esercito poi sconfitto dai nostri: a vederli sembrano un incrocio fra Numero 5 di Corto Circuito (vecchio cult datato 1986 che molti qui ricorderanno sicuramente) e K.I.T.T. di Supercar (al secolo Knight Rider), per via del visore rosso la cui luce scorre lateralmente. Ci siam sentiti subito a casa…

1.I May Destroy You 1×09 – (Auto)riflessioni
Questa settimana, dopo aver visto il finale, riparleremo sicuramente di I May Destroy You, una serie che è arrivata quatta quatta, apparentemente semplice e leggera, per poi diventare quasi subito uno dei prodotti più fortemente politici e impegnati degli ultimi tempi. Con il nono episodio, dopo essersi prodigata in un attivismo molto preciso, volto a sondare gli angoli più oscuri e meno conosciuti degli abusi sulle donne (e non solo sulle donne), l’autrice riesce a spingere ancora oltre: un’autoriflessione che mostra anche il lato oscuro di quello stesso attivismo, cioè il rischio, una volta riconosciuto e denunciato il proprio ruolo di vittima, di elevarsi a giudice e censore di chiunque altro, in una furia rivoluzionaria che però, come tutte le cose umane, è anch’essa imperfetta, e quindi passibile di sbagliare e, soprattutto, di non riconoscere i propri errori, come accade nel rapporto fra la protagonista e l’amico Kwame. Insomma, la Coel denuncia ciò che non funziona, ma non dimentica di riflettere anche sulle storture a cui la volontà riformatrice può portare (per arroganza, per supponenza, per semplice ingenuità). E non a caso chiude la puntata con Arabella (vestita da diavolo per tutta la puntata) che si allontana dai social, una delle invenzioni più stupefacenti e allo stesso tempo più torbide della storia dell’umanità.
Sono proprio curioso di vedere come si concluderà la stagione, poi facciamo un punto.

SERIAL MOMENTS VINTA(BIN)GE

Gangs of London 1×09 – Surprise, motherfucker!
Alla fine Gangs of London me la sono vista tutta nel giro di dieci giorni (e troppo tardi) e non c’è stato modo di inserirla più stabilmente nei serial moments, dove probabilmente avrebbe meritato di fare capolino più volte. Dopo la recensione, la saluto citando il finale, su cui mi avevate messo in guardia. Ma in realtà mi sono divertito parecchio: sì, gli ultimi due-tre episodi sono un po’ meno ficcanti soprattutto dal punto di vista spettacolare, ma non ho visto queste vistose leggerezze di sceneggiatura di cui sentivo parlare, anzi, mi sembra che tutto trovi la sua giusta strada, fino a una conclusione che non mi aspettavo, cioè la morte di Sean per mano Elliot (che pensavo sarebbe stata materiale da fine-serie) e la sopravvivenza di Marian, che ora sembra potersi unire con Floriana (whaaaat) per una mega-vendetta di cui voglio sapere proprio tutto. Com’è, come non è, Gangs of London resta una delle serie di maggior impatto di questi mesi. Ma impatto proprio nel senso che spacca i denti.

Love, Victor 1×09 – Incastri
Ci ho messo un po’ a finire la prima stagione di Love, Victor, e non perché avesse qualcosa che non andava, semplicemente mi è servita come riempitivo grazioso da tenere lì alla bisogna. Ma l’ultimo episodio funziona proprio bene: le varie storie e sottostorie si intrecciano alla perfezione, “costringendo” Victor a dichiarare la propria omosessualità in maniera rocambolesca e imprevista, con tutta la suspense del caso (condita dalla storia parallela di Felix e Lake, pucciosissima, in cui mi identifico un po’ di più perché pure io ero un nerd etero, chiacchierone e poco considerato dalle ragazze). Ma per Victor c’è comunque uno spazio di vera vittoria: la prima stagione si chiude con i suoi genitori che annunciano la separazione, e sembra che questo basti a rimandare il momento in cui Victor confesserà anche a loro di essere gay. Ma proprio quando stiamo aspettando i titoli di coda, Victor si gira e si dichiara, chiudendo così il primo ciclo di episodi. Il cliffhanger, dunque, non riguarda il “quando” Victor parlerà, bensì il “come” i genitori reagiranno a una confessione già avvenuta. E questo, per un personaggio che ha passato un’intera stagione a cercare di capire chi fosse, è già un gran bel passo avanti.



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