Looking For Alaska – Sky Atlantic: un teen drama che non decolla di Asja Castiglioni
Looking for Alaska è un teen drama che parte senza spinta
Nel 2005, il giovane scrittore John Green pubblica il suo romanzo d’esordio Looking for Alaska (in italiano Cercando Alaska). 15 anni dopo, Hulu realizza una serie in otto episodi, che in Italia è disponibile su Sky Atlantic dal 17 giugno. Il bestseller per ragazzi, così come la serie, sono ambientati nel 2005, quando la vita dei teenagers – e non solo – non era contaminata dai social network così come lo è oggi.
I nomi dei creatori di Looking for Alaska non vi suoneranno nuovi: Josh Schwartz e Stephanie Savage sono infatti un team collaudato, che ha già lavorato a serie cult come The O.C. e Gossip Girl.
Il protagonista di Looking for Alaska è Miles, soprannominato Pancho, un adolescente anomalo e senza amici, con la peculiarità di ricordare le ultime parole famose di celebri autori. Miles è in cerca del suo Grande forse, proprio come quello che cercava il poeta francese Rabelais in punto di morte e per questo decide di partire alla volta della scuola Culver Creek, in Alabama, per dare una svolta alla sua vita e trovare questo Grande forse. Proprio lì, conosce il Colonnello (un ragazzo afroamericano con un’ironia e sagacia che vi ricorderà il buon vecchio Seth Cohen), Takumi (nerd in fissa con il gossip locale) e la bellissima e ribelle Alaska. La scena in cui gli occhi di Miles incontreranno quelli di Alaska per la prima volta richiamerà, senza dubbio, alla vostra memoria il primo incontro tra Ryan Atwood e Marissa Cooper sul vialetto di casa Cohen.
Nonostante un buon inizio e alcuni elementi interessanti, come l’eterna lotta tra il gruppo del Colonnello e i ragazzi ricchi che tornano nelle loro villette per il weekend, Looking for Alaska non sembra decollare. I personaggi principali, sebbene siano ben caratterizzati e intriganti non si muovono in una trama altrettanto vincente. Il nuovo arrivato Miles si prende una cotta per Alaska e nel primo episodio la serie sembra concentrarsi sulla ricerca dello studente che ha fatto la spia al preside, causando l’espulsione di due studenti. Dovrebbe essere la storyline più stuzzicante, ma già dalla prima puntata si intuisce su chi ricadrà la colpa.
Oltre alla ricerca del Grande forse, un altro leitmotiv ricorrente pare essere la ricerca del labirinto, intesa simbolicamente come l’essere padroni del proprio destino, uno spunto ispirato all’opera Il generale e il suo labirinto di Gabriel Garcia Marquez. Viene da chiedersi che sapore avrebbe avuto la serie se non fossero stato scomodati tutti questi grandi autori e le loro opere.
Perché guardare Looking for Alaska: Josh Schwartz è pur sempre una garanzia
Perché mollare Looking for Alaska: perché è l’ennesima serie sui teenagers e perché forse non vi interesserà abbastanza scoprire quale sia il Grande Forse di Miles.