Space Force – Netflix: Steve Carell e John Malkovich in gran forma di Marco Villa
Space Force è la nuova comedy Netflix di Greg Daniels (The Office), ambientata nell’esercito statunitense, con Carell e Malkovich che di divertono di brutto
I ritorni a casa, quelli belli. Perdonate la frase fatta in stile status di Facebook, ma è il modo più dritto e semplice per spiegare cosa significhi vedere i nomi Greg Daniels e Steve Carell insieme, per giunta appaiati nel primo episodio di Space Force alla voce “Written by”. Il perché di questo entusiasmo è chiaro per chi ha amato The Office, dove Daniels era showrunner e Carell interpretava il protagonista Michael Scott. 7 anni dopo, è di nuovo un posto di lavoro al centro della faccenda, ma molto più insolito rispetto alla Dunder Mifflin.
Space Force – su Netflix dal 29 maggio – è ambientata nel mondo dell’esercito degli Stati Uniti e il titolo fa riferimento a una delle nuove branche del Pentagono, creata direttamente da Donald Trump e dedicata all’esplorazione spaziale. Una roba che già dal suo nome suona a metà tra Star Trek e un fumetto anni ‘60, che del resto sono probabilmente i testi più complessi letti dal presidentissimo. La serie è interamente giocata su questo doppio binario: la serietà e la forza che deve avere questa sezione dell’esercito e il suo essere fuori dal tempo.
Carell interpreta il generale Mark Naird, che dopo una carriera di tutto rispetto viene messo a capo della Space Force: una posizione molto prestigiosa, che lo vede però costretto a interagire con figure che non hanno nulla di prestigioso. Dal generale rivale che vorrebbe cacciarlo e prendersi il comando per sé, passando per un assistente che non è in grado nemmeno di fermare le persone prima che entrino in ufficio e finendo con un social media manager (Ben Schwartz, il Jean Ralphio di Parks and Recreations) che incarna tutti i possibili stereotipi del ruolo. La figura con cui Naird si confronta di più, però, è uno scienziato, che rappresenta la parte di ricerca della Space Force ed è interpretato da un John Malkovich in gran forma, capace di dare una identità molto precisa al suo personaggio giocando per sottrazione, scegliendo piccoli vezzi e tic per renderlo geneticamente diverso dal mondo militare in cui è calato.
Al centro di tutto, però, c’è il generale Naird: uomo tutto d’un pezzo, devoto all’uniforme, all’esercito e a ciò che rappresenta, è lui la chiave di tutto. È lui a essere sempre in equilibrio tra realtà e grottesco, passando in continuazione da un registro all’altro: ha voglia di fare e buona fede, ma la sua forma mentis da soldato gli impedisce la minima elasticità di pensiero. Il rapporto con il personaggio di Malkovich è quindi un innesco comico perfetto, con il secondo che cerca di smuoverlo in ogni momento dalle sue posizione granitiche e giocoforza gerarchiche.
Questa descrizione potrebbe far pensare a un mondo stile Veep, in cui tutti sono dei completi imbecilli, ma non è così. Space Force non si spinge così in là nella descrizione di un luogo di lavoro impossibile, preferendo giocare in modo più sottile anche quando mette in scena situazioni al limite. È il caso del secondo episodio, quasi interamente occupato dal surreale tentativo di Naird di addestrare da remoto una scimmia per farle compiere una passeggiata spaziale.
Quella di Space Force è una comicità di situazione più che di battuta: le punchline ci sono, qua e là, ma il ritmo non è frequente e spesso si preferisce lasciare in sospeso una parte della narrazione per creare spaesamento, invece di chiuderla per il gusto della battuta. Dico solo: Lisa Kudrow (che interpreta la moglie di Naird) di colpo si trova in carcere e nei primi episodi ancora non sappiamo il motivo.
Una scelta legittima e molto intelligente, che però complica l’ambientamento dello spettatore: il primo episodio, in questo senso, non può essere esplosivo e solo dal secondo o dal terzo ci si cala davvero nel mondo di Space Force e lo si inizia ad apprezzare a fondo in tutte le sue sfumature. Che sono tante e sono scritte e interpretate in modo impeccabile.
Perché guardare Space Force: perché ha un livello di scrittura ottimo e Carell+Malkovich sono un lusso
Perché mollare Space Force: perché amate le comedy da punchline continua