Serial Moments 425 – Dal 26 aprile al 2 maggio 2020 di Diego Castelli
Cacchio è finita Homeland…
ATTENZIONE! SPOILER ROBOTICI DI DEFENDING JACOB, DISPATCHES FROM ELSEWHERE, KILLING EVE, WESTWORLD, HOMELAND
5.Defending Jacob 1×04 – Ma guarda un po’
Una puntata che scorre nel solco delle precedenti, con i genitori di Jacob che cercano di dimostrare la sua innocenza senza finire nelle grinfie dei giornalisti, e con Andy che, come era logico che fosse, scopre che dovrà incontrare suo padre, lo stupratore e omicida che non vede da quando era bambino. Tutto preciso e interessante, anche se magari non da serial moments, se non fosse che proprio nell’ultima inquadratura ci viene svelato il volto del padre di Andy, ed è J.K. Simmons. Il che non produce solo il piacere inaspettato di ritrovare un attore che non sapevo partecipasse alla serie, ma anche la curiosità di vederlo impegnato in quello che dovrebbe essere un ruolo da cattivo. Ma poi sarà davvero così?
4.Dispatches from Elsewhere 1×10 – Fai ciao con la manina
Devo ammettere che ho fatto fatica ad arrivare alla fine di Dispatches from Elsewhere. Mi è certamente piaciuto il coraggio della serie nel portare avanti un esperimento narrativo decisamente inusuale, ma lo sfilacciamento narrativo che ha comportato nel corso delle settimane mi ha procurato quello che in semiotica viene definito “stracciamento di balle”. In qualche modo sono comunque arrivato alla fine, e nemmeno l’ultimo episodio mi è piaciuto particolarmente, così incentrato su Peter in un momento in cui la storia sembrava bella che finita. In ultimo, però, un guizzo interessante, con una scena tutta meta in cui Jason Segel, che a questo punto è effettivamente Jason Segel, ci mostra tutta la troupe che ha lavorato alla serie, e anche le immagini di molti spettatori che, nel corso delle settimane, hanno spedito il loro “I’m you”, che è effettivamente diventato parte dell’ultimo episodio. Di nuovo, una buona idea, originale, e di idee originali ce ne sono state molte in questa prima stagione. Ma dalla prossima (se ci sarà) avrò bisogno di una narrazione meno ondivaga, o comunque che compensi in qualche modo un livello di caos che sarà stato programmato finché volete, ma che dopo un po’ mi ha fatto perdere la bussola.
3.Killing Eve 3×03 – Testate e orsetti
Prima o poi, ovviamente, Eve e Villanelle dovevano incontrarsi di nuovo, perché sulla chimica fra di loro si gioca più o meno metà dell’interesse della serie. Succede nel terzo episodio, e ho molto apprezzato la scelta di togliere un po’ di epica all’evento, rendendolo quasi banale: Villanelle rintraccia Eve e la incontra su un autobus. A giudicare dal suo atteggiamento, e considerando quanto le è mancata in queste mesi, Villanelle pensava a una conversazione pacata e magari un po’ romantica, ma sappiamo che la sua percezione è leggermente distorta dal fatto di essere beh, matta da legare. E infatti, appena la vede, Eve le salta addosso cercando di colpirla, e alla fine ci riesce, con una bella testata seguita a un bacio disorientante. Perché sì, pure Eve in fondo è un po’ particolare. E la puntata si chiude con un bel regalo di Villanelle alla sua nemica preferita: un orsetto che contiene una pucciosa registrazione della sua voce, che ripete ossessivamente “ammettilo, vorresti che io fossi qui”. Che tenerezza, che romanticismo, che schizofrenia.
2.Westworld 3×07 – Condizionamenti
In attesa di vedere il finale di stagione, che è già andato in onda anche in Italia mentre leggete queste righe, l’elemento più rilevante del penultimo episodio è naturalmente la storia di Caleb, che si lega con un filo sorprendentemente stretto a quella di Rehoboam e del suo predecessore, Solomon. Veniamo a scoprire che Rehoboam, nel tentativo di impartire un ordine preciso ed esatto alla società, ha deciso che le persone che non potevano essere comprese e guidate pienamente, dovessero essere automaticamente eliminate dal quadro, non necessariamente con la morte, però, bensì con una sorta di ibernazione a cui avrebbe fatto seguito un ricondizionamento che fa un po’ Arancia Meccanica. Un procedimento che non funzionava mica tanto bene (gli umani non sono host), ma che in alcuni casi dava buoni risultati, vedi Caleb che si è completamente dimenticato di aver ucciso il suo vecchio amico Francis. Ora Caleb, incazzato e vendicativo, sembra essere il miglior candidato a guidare la rivoluzione, o almeno così sembrano credere sia Dolores che lo stesso Solomon, un’IA che, essendo stata partorita dal fratello di Serac, ne condivide una certa schizofrenia ma anche, forse, un’inaspettata pietà per il genere umano.
Questo il nucleo narrativo e filosofico più importante della puntata, che nel resto del tempo ci mostra gli screzi fra le diverse anime di Dolores, e lo scontro apparentemente finale (anche se non lo sarà) fra la stessa Dolores e Maeve, con tanto di braccio esploso che fa un oo’ Terminator dei bei tempi. Cià, vediamo un po’ come finisce sta baraonda, sapendo che la quarta stagione è già stata annunciata e la gente ci si accapiglierà peggio che con questa.
1.Homeland 8×12 – Cartoline da Mosca
Il finale di serie di Homeland è stato pura poesia. E non nel senso dell’ultimo episodio, parlo proprio del finale-finale. Prima degli ultimi cinque minuti la puntata è andata come pensavamo, o meglio speravamo: Carrie riesce a ottenere il nome della donna che da anni passa a Saul informazioni da Mosca, senza essere costretta a uccidere lo stesso Saul, ed evitando comunque la terza guerra mondiale. Certo, sacrificando la vita della suddetta spia, mi spiace per lei, ma non è stata co-protagonista per otto stagioni, non possiamo volerle bene come a Saul, ci perdonerà.
Ma è proprio l’ultima scena a chiudere il cerchio in modo perfetto: l’amico e collega di sempre aveva detto a Carrie che quella risorsa era abbastanza preziosa da giustificare la morte di migliaia di soldati americani, ma la sua pupilla non poteva accettare di stare a guardare una simile carneficina. Ha così trovato la soluzione perfetta, il colpo di teatro: due anni dopo il ritrovamento della scatola nera che era stata oggetto del contendere per tutta la stagione, vediamo Carrie insieme a Yevgeny, proprio insieme-insieme, e veniamo addirittura a sapere che Carrie ha scritto un libro in cui spiega come mai ha deciso di tradire il suo paese, una specie di moderna Edward Snowden. Peccato che sia tutta una finta: in realtà, quello che Carrie ha fatto è sostituire Anna, la spia di Saul al Cremlino. E così Homeland trova la quadra finale: Carrie non smetterà mai di fare il lavoro per la quale è nata, e lo farà al massimo livello possibile, mentre Saul ha scoperto di non aver perso la sua amica, ma anzi di essere legato a lei ora più di prima. Onestamente, pure a impegnarmi, non saprei immaginare un finale migliore di questo. Certo, poi la figlia di Carrie ci rimane un po’ male che non la vedrà mai più. Ma dai Franny, non guastare la festa, sempre a lamentarti stai, mado’…