Serial Moments 424 – Dal 19 al 25 aprile 2020 di Diego Castelli
Litigate, ricatti e robottoni
ATTENZIONE! SPOILER IN SMART WORKING DI BELGRAVIA, BROOKLYN NINE NINE, HOMELAND, KILLING EVE, WESTWORLD, BETTER CALL SAUL, LITTLE FIRES EVERYWHERE
8.Belgravia 1×06 – Lieto fine
Non ho mica capito se Belgravia avrà una seconda stagione, perché non è etichettata come “miniserie”, ma allo stesso tempo è tratta da un romanzo e la storia è proprio finita. Quindi boh, staremo a vedere. Intanto però carino il finale in cui tutto si risolve, i cattivi la prendono in quel posto e i buoni (fra cui Charles, che non aveva fatto tutte le cose brutte che di lui si dicevano) possono sposarsi, amarsi, riconoscersi, apparentarsi e tutto quanto. Forse un finale perfino troppo lieto, non siamo più abituati a questo zucchero, presi come siamo a seguire per anni e anni drama super pesantoni. Però oh, per una volta ce la mettiamo in saccoccia.
7.Brooklyn Nine-Nine 7×13 – Bimbi e balli
Non so se sia più rilevante il fatto che Amy partorisce un figlio che Jake chiama Mac (come John Maclane), oppure il ballo che Holt e Terry mettono insieme per distrarre Amy dalle contrazioni. Però considerando che Jake, a fine episodio, molla il bambino per poter vedere il video del balletto, forse ci siamo già dati una risposta.
6.Homeland 8×11 – Decisioni facili
Siamo all’ultima stagione di Homeland, e siamo forse arrivati al dilemma supremo per Carrie. La nostra brava agente dal labbro fremente si è trovata spesso a dover prendere decisioni impossibili, costretta a scegliere fra due o più alternative tutte orrende. Questa volta, però, il suo amicone russo (no, vi prego, non costringetemi ad andare a cercare come si scrive) le dice che i termini per la consegna della scatola nera sono sempre gli stessi, la consegna dell’infiltrata di Saul a Mosca. E se Saul non la vuole consegnare, l’unica soluzione è uccidere Saul così che il nome dell’infiltrata passi alla persona di cui Saul si fida di più, cioè appunto Carrie.
Tradire in maniera spettacolare l’amico/mentore di sempre? Oppure non farlo, e rischiare la terza guerra mondiale? Sciocchezzuole, insomma…
5.Killing Eve 3×02 – Villanelle pagliaccio
Buona parte dell’episodio è occupata da Eve che indaga sulla morte del povero Kenny, ma il serial moment non può che essere dedicato a Villanelle, a cui viene affidato un aspirante killer che lì per lì sembra dover diventare un apprendista importante negli equilibri della serie, salvo poi essere ammazzato dalla stessa Villanelle, vestita da pagliaccio, che si lamenta dei doveri che comporta essere responsabile della formazione di qualcun altro.
Adorabile.
4.Westworld 3×06 – Cloni, mecha ed esplosioni
Altra puntata super divisiva di Westworld, con una prima metà abbastanza noiosa, una seconda più frizzante, cose gustose e cose inutili (tipo Maeve che mena i nazisti, che in quel momento non se ne capiva il motivo). Visto che però i Serial Moments sono una rubrica ottimista, che cita le cose belle, diciamoci anche che William a colloquio coi molti se stessi, il mecha gigante che mena le guardie, e Charlotte bruciata con la famiglia (cioè, la famiglia di Charlotte, diciamo) son tutte cose per cui valeva la pena dire “beh, fico”. Poi i bilanci veri li facciamo alla fine.
3.Will & Grace 11×18 – Bye bye
Stavolta è finita per davvero: dopo il revival degli ultimi anni, Will & Grace va definitivamente in pensione, e lo fa con un espediente classico della sitcom multicamera, cioè l’abbandono dell’appartamento dei protagonisti, location prediletta per più di vent’anni (pur con la pausona in mezzo). Non è stato un finale clamoroso, come non è stata clamorosa questa ultima stagione. Però a sta gente vogliamo bene comunque, e quindi li salutiamo con un abbraccione caloroso. Cioè, un abbraccione a un metro di distanza, che si sa mai.
2.Better Call Saul 5×10 – Kimpossible
Del finale di stagione di Better Call Saul abbiamo già parlato, e in questa sede vale la pena dedicare l’ultimo pensiero alle pistole fumanti di Kim, simbolo dell’evoluzione di un personaggio passato da spalla rigida e un po’ pedante, a variabile impazzita di cui proprio non possiamo prevedere il futuro. Vai Kim, ci piaci così!
1.Little Fires Everywhere 1×08 – Brucia tutto
Finale intensissimo per la miniserie di Hulu, che ci riporta al momento iniziale (la casa di Elena bruciata), per rivelarci cosa è realmente accaduto: ad appiccare il fuoco non è stata Izzie, che pure aveva versato la prima benzina, bensì i suoi fratelli e la sorella, esasperati dal comportamento ormai completamente fuori di testa della madre. In questo finale tutti hanno qualcosa di cui pentirsi e delle colpe da espiare, non se ne salva davvero uno, e il concetto dei “piccoli fuochi dappertutto”, oltre al banale riferimento incendiario, sembra rimandare proprio alla quantità di piccoli e grandi torti, bugie, meschinità, che sommandosi e rilanciandosi una con l’altra hanno portato a un’esplosione fisica e metaforica della vita dei protagonisti. Magari ne riparleremo meglio, intanto comunque segniamoci come scena clou la litigata di Elena con i suoi figli, che culmina con le parole terribili dette proprio a Izzie, che Elena confessa di non aver mai voluto. È una scena di una drammaticità feroce, che riesce a farci vivere come quasi inevitabile anche una scelta apparentemente folle come l’incendio: i personaggi non ce la facevano più, ed era come se ci fosse un’energia da liberare che non poteva più essere imbrigliata. Per arrivare a quel punto c’è un finissimo lavoro di scrittura, e alcune grandi interpretazioni, che vale serenamente la pena di applaudire.