Awkwafina Is Nora from Queens: vita grezzona di una star in ascesa di Diego Castelli
L’altro giorno, mentre col Villa si registrava il Super Serial Minds Live Show di gennaio, notavamo con un certo compiacimento che al momento, nel 2020, non abbiamo ancora visto reali brutture. Certo, qualche serie fin troppo media sì, ma ancora nulla che facesse indignare tipo “noi siam qui da dieci anni a scribacchiare su un blog amatoriale, mentre a questi danno fior di soldi per produrre sta cacata”.
E se pensate che questo preambolo serva a introdurre, effettivamente, la prima vera stroncatura dell’anno, avete pensato male. Il periodo fortunato continua, e anzi oggi parliamo di serie assai bellina.
Si tratta di Awkwafina is Nora From Queens, nuova serie di Comedy Central in cui la presenza del nome dell’attrice nel titolo stesso dello show fa capire senza ombra di dubbio chi sia la star assoluta del progetto.
Awkwafina, al secolo Nora Lum, nasce come rapper (non chiedetemi della sua carriera musicale, perché non ne so nulla) ed evolve in attrice e comedian, un’artista a tutto tondo che trova nel film The Farewell, di Lulu Wang, la consacrazione definitiva: vince il golden globe come migliore attrice protagonista di una commedia, e da lì il suo nome comincia a rimbalzare in tutto il mondo, pronto per essere speso, appunto, nel titolo della serie che la vede creatrice, sceneggiatrice e protagonista.
Questa pluralità di ruoli non è un caso: al pari di altri comici recenti, come Louis CK o Aziz Ansari (anche se il paragone strutturalmente più semplice sarebbe quello di The Goldbergs), Awkafina costruisce una serie esplicitamente autobiografica: a essere raccontate sono le vicende di una ragazza di origini cinesi che si chiama Nora (come Awkwafina), che cresce nel Queens (come Awkwafina), che viene allevata dal padre e dalla nonna, in assenza della madre, morta quando la ragazza era ancora molto giovane (indovina un po’… come Awkwafina).
Siamo dunque di fronte a una classica auto-riflessione sulla propria infanzia e adolescenza, il tentativo di raccontare se stessa forse anche per fare un bilancio della propria vita, tentando allo stesso tempo di mettere giù una storia che sia divertente e appassionante anche per chi quella vita non l’ha vissuta.
Ebbene, a giudicare dal pilot, la missione è già a buon punto. Al contrario della sua interprete, artista ormai affermata e apprezzata in più campi, la Nora della serie è una ragazza che vive ancora in famiglia, che cazzeggia per buona parte della giornata, e che non ha alcuna idea su quale possa essere il suo futuro. Lo spunto per l’inizio dello show è proprio la volontà, da parte di Nora, di dare una svolta alla sua esistenza, trovando uno scopo, o anche banalmente un lavoro, che le piaccia. Cosa che si rivela nient’altro che semplice considerando che Nora è pigra, caciarona, un po’ grezza e non sempre amabile. Vedere a questo proposito il suo tentativo di diventare un’autista di Uber, subito fallito a causa della sua inarrestabile logorrea e della propensione a guidare guardando tutto tranne che la strada.
Se il concept non è di per sé rivoluzionario, anche considerando l’elemento etnico della faccenda (nel recente Fresh Off The Boat abbiamo già visto trattare ampiamente l’immigrazione cinese), a colpire piacevolmente è soprattutto il ritmo. La comicità di Awkwafina, a volte più verbale, altre volte più fisica e slapstick, è comunque dominata da un’ottima gestione dei tempi comici, che lasciano poco spazio fra una gag e l’altra, lavorano bene sulle caratteristiche più vistose dei personaggi – come la pacatezza del padre, interpretato da BD Wong, la Whiterose di Mr. Robot, o il saggio cinismo della buffissima nonna, la Lori Tan Chinn di Orange is The New Black – e lasciano in bocca il sapore di una “stupidera pensata”, come se riuscissimo a percepire sia l’apparente spontaneità dei personaggi, sia il lavoro di scrittura che c’è dietro.
Un bell’equilibrio, insomma, che al momento rimane volontariamente su un livello di pura comicità e intrattenimento. Resta da capire se Awkwafina potrà e/o vorrà dare anche un po’ di spessore ulteriore alla sua storia, benché la collocazione su Comedy Central (piuttosto che una Netflix, o una FX) lasci pensare a un approccio effettivamente scanzonato e sempre simpatico. Non che sia un difetto, naturalmente, senza contare che anche così, nella commedia apparentemente più leggera, è sempre possibile inserire scampoli di vera vita vissuta e di vera introspezione, per le quali Awkwafina sembra avere comunque le carte in regola.
Perché seguire Awkwafina is Nora From Queens: è una comedy efficace, creata da un’artista in rampa di lancio.
Perché mollare Awkwafina is Nora From Queens: al momento, potenzialità a parte, non è rivoluzionaria.