A Confession – Un crime inglese con il nostro amico Martin Freeman di Marco Villa
Tratta da una storia vera, A Confession è una di quelle serie crime inglesi che ci piacciono tanto
Se c’è una cosa che abbiamo imparato in questi (quasi) dieci anni di Serial Minds è che gli inglesi sanno fare delle ottime serie crime. Non sempre sempre eh, ma quando si impegnano non li batti facilmente. Per dire, era da un po’ che non trovavamo una nuova serie crime inglese di livello, poi di colpo, nel giro di pochi giorni, ne sono partite due che hanno tutto per entrare nel club. La prima è A Confession, ne parliamo oggi ed è un giallo che si presenta come classicissimo, la seconda invece è The Capture ed è meno legata agli schemi del genere. Entrambe, però, muovono dallo stesso scenario: una giovane donna scomparsa.
A Confession è partita il 2 settembre su ITV, ha il nostro amico Martin Freeman come protagonista ed è ispirata a una vicenda vera, accaduta nel 2011 e di cui si parlò molto in Inghilterra: si tratta della sparizione di Sian O’Callaghan, avvenuta nel 2011 a Swindon. Freeman interpreta Steve Fulcher, detective capo che si occupa della scomparsa di una ragazza, che sarebbe dovuta tornare a casa a piedi da un pub dopo una serata fuori, ma che non ha mai raggiunto la propria abitazione, nonostante fosse a meno di un quarto d’ora. Un intervallo di tempo breve, ma quasi impossibile da ricostruire perché coincide con un’area non coperta da videocamere di sorveglianza. L’indagine segue il solito percorso, ma si intreccia anche con la vicenda di un poliziotto, collega e amico del personaggio di Freeman, che viene messo sotto inchiesta per molestie sessuali.
Come spesso accade per le serie di genere, la trama non è delle più nuove: a contare è il modo in cui il genere stesso viene affrontato. In questo caso, tutto muove dai personaggi secondari, legati a vario titolo alla vicenda e alla ragazza scomparsa. È attraverso la famiglia della vittima che entriamo nella storia, conoscendo fidanzato e genitori prima ancora che vengano sottoposti a indagine. Arriviamo così a incrociare il detective in servizio solo quando lo incrociano loro. Non un mezzo supereroe calato dall’alto, ma un personaggio molto umano, reso ancora più caldo dall’interpretazione di Freeman, come sempre molto misurata.
Può sembrare poco per segnare un punto a favore di A Confession e metterla nella lista delle buone serie, ma ovviamente questo taglio si somma a una scrittura che mette tutto al posto giusto, dando ritmo e calando da subito lo spettatore nella faccenda.
Poi sì, ovvio: è un’indagine su una ragazza scomparsa, all’interno della quale un paio di colpi di scena faranno emergere segreti inattesi. Una storia come ne abbiamo viste e lette tante, ma conta poco, perché se siete fan di questo tipo di serie, siete sempre alla ricerca della prossima da far partire. E A Confession potrebbe essere quella giusta.
Perché guardare A Confession: perché sembra un grande classico, ma ben fatto. E per Martin Freeman, ovvio
Perché mollare A Confession: perché è una di quelle serie per cui la frase fatta “per gli amanti del genere” non è solo una frase fatta