Serial Moments 389 – Dal 4 al 10 agosto 2019 di Diego Castelli
Mogli abbandonate, padri ritrovati e prepuzi lesionati
ATTENZIONE! SPOILER FERRAGOSTANI DI PREACHER, THE LOUDEST VOICE, POSE, LEGION, THE HANDMAID’S TALE, EUPHORIA
Preacher 4×01 – Prepuzio
I primi due episodi della stagione finale di Preacher sono sicuramente importanti per i rapporti fra i personaggi, per quella scena iniziale in cui si vedono Cassidy e Tulip insieme prima del flashback, in generale per la lotta fra i nostri beniamini e i pazzoidi nazicristiani guidati da Starr, tutto quello che volete. Ma il serial moment è Cassidy torturato con continue circoncisioni, reiterate non appena gli ricresce il prepuzio. Non ci dormo di notte, per sta cosa.
The Loudest voice 1×06 – Trump
Nella sua penultima puntata, The Loudest Voice arriva quasi al presente, e racconta il ruolo di Roger nella vittoria di Donald Trump alle ultime elezioni americane. In pratica è tutto un grande serial moment in cui, sedendoci comodi dietro le quinte, vediamo le strategie del populismo all’opera, nel continuo e ormai irrecuperabile spingere della pura apparenza, a danno di qualunque sostanza. Sul lato personale, invece, c’è il lavoro di Gretchen nel tentativo di trovare un appiglio per accusare Roger di molestie e mobbing. Abbastanza terrificante, in questo senso, la scena col panzuto protagonista che cerca di farsi la nuova sottoposta, salvata solo dal fatto che a lui, dopo l’operazione, il pisello non funziona più.
Pose 2×08 – Finalmente il sangue
Finora, l’unica cosa che mi sentivo di imputare a Pose in quanto drama, era il fatto che si volevano tutti troppo bene. Ok, qualche screzio fra Blanca ed Elektra, ma alla fine, mossi dal fatto di essere una comunità relativamente piccola a confronto di una società molto più grande che non li considera (quando va bene) o li maltratta (quando va normale), erano sempre tutti amici. In questo episodio, invece, sono esplose tensioni vere, partite dalla nuova storia fra Pray e Ricky (uniti dal comune destino dell’AIDS) ma riverberate presto su un sacco di altri temi e contrasti che covavano sotto la superficie. Insomma, hanno litigato tutti, e pure pesantemente, e l’ho trovata una boccata d’ossigeno per una serie che sì, racconta una mondo poco conosciuto ai più, ma rischiava di farlo in maniera un po’ troppo edulcorata e idilliaca. Invece anche i protagonisti di Pose sono umani, sono capaci di rabbia e meschinità, soprattutto di intolleranza, quando certi egoismi portano a non vedere le difficoltà degli altri. Un passaggio narrativo ormai necessario, reso con buona energia.
Legion 3×07 – Da due a quattro, o quasi
Ci avviciniamo alla fine della serie e, da un certo punto di vista, la storia è sempre quella: David contro Farouk. Questa stagione, però, ha allargato lo scontro al tempo, oltre che allo spazio, arrivando così a un episodio in cui David si allea con suo padre (l’incontro fra Charles Xavier e suo figlio non è cosa da poco, se la guardiamo dal punto di vista più generale dell’universo Marvel) e Farouk si allea con… Farouk, cioè due Farouk di due tempi diversi si incontrano e probabilmente fanno comunella contro i nemici comuni. Settimana prossima questa cosa potrebbe infilarsi in una serie di paradossi capaci di mandare in pappa il cervello di qualunque sceneggiatore, però ehi, se la sono cercata, e ora vediamo come se la cavano.
The Handmaid’s Tale 3×12 – Punto di non ritorno
Chiamatela Breaking Maid, o una cosa del genere. Parliamo del momento in cui, in nome di un bene superiore, una protagonista teoricamente buona fa una cosa palesemente cattiva e un pochino se ne compiace pure. Nel lasciar morire la moglie di Lawrence, che stava diventando un pericolo per l’operazione di salvataggio dei bambini, June supera un punto di non ritorno, che comprende omissione di soccorso, bugie, e la faccia di bronzo che vedete qui sotto, tipo “Ma va, io? Che ho fatto? Son buonissima!”. Il fatto che alla fine dell’episodio il comandante sospetti qualcosa è un elemento buono per la suspense e il prosieguo della vicenda, ma il tema qui è più profondo, e riguarda proprio la trasformazione di un personaggio che, in nome del sempre problematico fine-che-giustifica-i-mezzi, rischia di diventare dichiaratamente stronza. E si sa quanto il karma, che nella realtà non esiste, sia invece parte fondante della narrazione seriale. Cioè June, se non avessi ancora capito: occhio che poi te la fan pagare…
Euphoria 1×08 – Droga e musica
Molto bello il finale di Euphoria, come del resto tutta la stagione (su cui forse varrà la pena spendere qualche parola in più). Per il momento, concentriamoci sulla separazione fra Jules e Rue: da una parte rappresenta un momento di crescita per la protagonista, che proprio in Jules aveva trovato il motivo per smettere di drogarsi, e che ora deve abbandonare perché l’amica/amante vuole seguire una strada di eccessiva leggerezza che è quella che Rue vuole evitare (e la scena al treno, di per sé, è davvero intensa). Il paradosso, però, è che proprio la separazione da Jules, che Rue sceglie per il proprio bene, sembra poi la base per la ricaduta nella dipendenza (dico sembra perché non c’è certezza sul fatto che quello che vediamo sia un “dopo”). La scena finale, virata a un inaspettato musical, è un concentrato di potenza e lirismo, in cui una Rue sfatta e a malapena capace di stare in piedi si ritrova buttata in un sogno musicale di cui è il centro e, insieme, l’elemento più discordante, circondata com’è di gente che non la caga (i suoi parenti) o che si muove in modo molto più coordinato ed efficace di lei (il corpo di ballo). È un flashback sull’inizio della sua storia da tossicodipendente? Oppure è una chiusura poetica e amara sul fatto che Rue, malgrado gli sforzi, non è riuscita a stare pulita? Lo scopriremo la prossima stagione, quello che intanto resta è la forza di quella messa in scena, così efficace nel mostrare l’euforia (anzi, l’euphoria) quasi mistica ma anche lo stordimento e la confusione della droga.
BH90210 1×01 – La nostalgia fatta bene
Del pilot del revival di Beverly Hills 90210 abbiamo appena parlato, quindi non mi dilungo. Ribadisco però che l’operazione funziona meglio di quanto mi aspettassi, e il semplice vedere insieme questi attori qui, invecchiati ma ancora in gamba, scalda il cuoricino. Quando parte la sigla, poi, che ve lo dico a fare…
https://youtu.be/dTVUAC46qwg