Legion 3×01: la solita adorabile follia di Diego Castelli
Arriva l’ultima stagione dello show mutante firmato da Noah Hawley. E come al solito ci va in pappa il cervello…
QUALCHE SPOILER SULLA 3X01
Negli episodi precedenti di Legion:
La seconda stagione era tutta una preparazione per la scontro fra David e Farouk (molto figo), ma soprattutto per un twist importante: la trasformazione di David nel potenziale cattivo della serie, un mutante molto potente e molto incazzato un po’ con tutti, costantemente teso fra diverse anime di se stesso, alcune più tranquille e accomodanti, e altre palesemente più manesche. Il secondo season finale terminava con la fuga di David insieme a Lenny, dopo aver lasciato una Sydney parecchio risentita per il fatto di essere stata ripetutamente manipolata dall’uomo che diceva di amarla.
Nella premiere della terza stagione di Legion (che, ricordiamo, è pure l’ultima):
David ha fondato una comune hippie insieme a Lenny. Aiutano persone con problemi vari, e sembrano tutti felicioni. David non pare neanche così cattivo. Recluta una mutante capace di viaggiare nel tempo, probabilmente per risolvere le cose con Syd, ma la cosa non è chiara. Intanto, però, la mutante gli serve per salvarsi più volte da un assalto della Divisione 3, in cui proprio Syd uccide a sangue freddo David in due occasioni diverse, puntualmente cancellate dal potere temporale della ragazza interpretata da Lauren Tsai.
Questo quello che succede. Tutto sommato semplice: David ancora in fuga, Farouk e la Divisione 3 all’inseguimento, Syd incazzata, David con una nuova potente alleata.
Ovviamente, però, quello che abbiamo saputo non è certo arrivato così, lineare e limpido come in mille altre serie. Perché in Legion non c’è quasi mai niente di lineare e limpido, come non sono lineari e limpidi i sogni e le ossessioni. Ma questo, si sa, è il cuore della serie creata da Noah Hawley, la sua prima forza e la sua prima debolezza, il motivo per amarla e quello per mollarla.
Nello specifico, quella trama abbastanza semplice di cui sopra è diventata un episodio in cui il protagonista si vede quasi a metà, perché l’inizio è tutto per questa ragazza di cui non sapevamo niente, e che vediamo impegnata a raccogliere indizi onirici che la portano in luoghi magici e privi di logica fisica. Lavanderie spalmate sul bianco, misteriosi autobus, lunghi cunicoli trasparenti, case infestate da strani hippie dipendenti da viscide sostanze blu. In Legion, il confine fra ciò che è reale e ciò che è mentale è sempre molto sfumato, e questo episodio non fa eccezione.
Allo stesso tempo, e per quanto ci voglia un po’ per rimettere insieme i tasselli e rivedere i nostri beniamini, poi le cose toste arrivano: perché vedere Syd che uccide David senza pensarci due volte è una cosa tosta; vedere Farouk nei panni di un leader quasi “regolare” e perfino rassicurante, se paragonato alle solite, multiple personalità di David che litigano, è tosta altrettanto. Per non parlare dello spaesamento puro o semplice che ci prende nel vedere il protagonista, che avevamo lasciato “cattivo”, impegnato a servire il té parlando di serenità e guarigione. E che dire dell’improvvisa tensione fantascientifica che, passato il momento semi-mistico in cui la giovane Switch prova a capirci qualcosa del richiamo di David, trasforma l’episodio in un incrocio fra Ricomincio da Capo e Russian Doll? Gli stessi avvenimenti continuano a tornare in un loop apparentemente invincibile, se non con l’esplosione di tutto ad opera di un David evidentemente non più troppo felice all’idea di morire in continuazione.
Insomma, Legion è Legion. L’abbiamo esaltata fin da subito perché ci sembrava diversa da tutto quanto passava in tv in quel momento, e di certo non ci tiriamo indietro ora, quando è ancora diversa da tutto quanto passa in tv in questo momento.
Certo, la frustrazione maggiore viene dal fatto che ormai non si sa più da che parte stare: l’universo morale di Legion è un magnifico grigio perla in cui ogni pochi minuti ci sembra di dover tifare per l’uno o per l’altro, sulla base del luogo in cui crediamo risieda il “bene”, anche se in realtà facciamo sempre più fatica non solo a capire dove stia, ma anche banalmente cosa sia.
Ok, possiamo dare per scontato che la distruzione dell’umanità sia il male, e siccome alla fine della seconda stagione David sembrava diretto in quella direzione, gli abbiamo appiccicato in fronte l’etichetta di “nuovo cattivo”. Allo stesso tempo, il David di questa premiere, così impegnato a portare avanti una filosofia di amore universale, ci sembra tutto tranne che una minaccia per l’umanità, e vedere Syd sparargli alle spalle non è stato mica bello.
Ma a complicare le cose, naturalmente, c’è quel breve momento in cui Switch vede il David “zen” litigare con un’altra sua personalità, cosa che risulta sempre un po’ inquietante.
Dove stiamo andando a parare? E chi lo sa…
La struttura di fondo sembra ancora quella, David vs Farouk & Co. Ma con che esiti? Con quale bilanciamento etico e morale? Impossibile dirlo, dopo una premiere in cui Noah Hawley ha pigiato con forza sul pedale della sperimentazione, introducendo in modo criptico e sfumatussimo un nuovo personaggio importante, e costellando la puntata di tanti piccoli tocchi di classe: il migliore, forse, è la comparsa dei titoli di testa a fine episodio, praticamente un attimo prima dei titoli di coda, meraviglioso “sbaglio” per una puntata che mescola passato, presente e futuro, e che proprio sul finale sembra dire “ok, abbiamo aggiunto una nuova pedina, ora ricominciamo sul serio”.
Siamo arrivati fin qui, buttiamoci fino alla fine, e speriamo che il cervello non ci goccioli fuori dal naso durante il percorso.