Charmed – Le Streghe sono tornate di Marco Villa
Vent’anni dopo, tornano le streghe di Charmed, in un remake teen che vuole disperatamente essere contemporaneo
A cavallo tra anni ‘90 e duemila è stata una delle serie di maggior successo, capace di piazzare personaggi e attrici nell’immaginario mondiale. Stiamo parlando di Streghe, che qui in Italia abbiamo visto su Rai 2 in un periodo in cui le serie si chiamavano telefilm e la possibilità di vederle in lingua originale era un miraggio che nemmeno ci sognavamo. Proprio per questo, l’abbiamo sempre chiamata Streghe e non con il suo vero titolo, quello che adesso ci arriva sugli schermi in occasione del remake: così da Streghe si è passati a Charmed.
Charmed è una nuova serie tv di The CW, il canale dei teenager per eccellenza, in onda dal 14 ottobre. Come la serie di quasi vent’anni fa raccontava le storie di Prue, Piper, Phoebe, così quella di oggi parla di Mel, Maggie e Macy (dalla P alla M), tre ragazze come tante che scoprono di avere poteri sovrannaturali e si ritrovano così a fronteggiare demoni e creature dell’inferno che minacciano non solo le loro vite, ma anche l’esistenza stessa del mondo così come lo conosciamo.
Come detto, sono passati vent’anni: il mondo è cambiato, la televisione è cambiata e Charmed sembra voler alzare altissimo un cartello con su scritto “Ehi, guardatemi, sono la serie del cambiamento!”. Charmed vuole infatti essere con tutti i piedi dentro il tempo presente e dentro tutti i suoi discorsi centrali.
Il cuore del remake sono le tre protagoniste, differenti dall’originale in tutto e per tutto: per prima cosa non sono bianche, poi una di loro è gay e un’altra è una scienziata nerd. La terza invece vuole entrare in una sorellanza, ma capisce presto che la vera sorellanza è quella che ha in casa. Tutti questi temi sono tenuti insieme da un tema trasversale, che è quello femminista: nell’arco della prima metà del pilot, vengono messe in fila una serie di parole chiave del femminismo contemporaneo, concentrate in poche sequenze ravvicinate. E qui torna l’immagine del cartello descritta poco fa: la sensazione, infatti, è che Charmed sia nato nelle intenzioni della rete e delle autrici come una serie a tesi, approccio sempre pericolosissimo quando si parla di opere di finzione.
In questo senso, il primo episodio appare programmatico nel suo unire la vicenda sovrannaturale tipica di Streghe con queste tematiche, ma tra queste due anime c’è una radicale differenza qualitativa in termini di scrittura: la prima è fresca, veloce e ritmata, la seconda è terribilmente didascalica e pedante. Come sempre accade in questi casi, la bontà del fine non può fare a meno di mezzi adeguati e il risultato è un pilot che finisce per zoppicare a causa di una doppia velocità. Le tre autrici Jennie Snyder Urman, Jessica O’Toole e Amy Rardin hanno un curriculum tale da far sperare in un maggiore equilibrio dopo un puntata che suona più come una dichiarazione di intenti, ma per il momento non si può fare a meno di notare come il messaggio abbia rischiato di mangiarsi la serie stessa.
Questo per quanto riguarda il pilot, perché già dal secondo episodio Charmed si normalizza e il filone femminista viene messo (temporaneamente?) tra parentesi: non male come giravolta.
Perché guardare Charmed: per il ritmo e la freschezza della parte stregonesca
Perché mollare Charmed: perché ha tutto per essere una serie media, con in più il rischio di essere pure didascalica