Serial Moments 286 – Dal 11 al 17 giugno 2017 di Diego Castelli
Donne furbissime, donne misteriose e donne ribelli
ATTENZIONE! SPOILER ACCALDATI DI FARGO, BETTER CALL SAUL, AMERICAN GODS, TWIN PEAKS, THE HANDMAID’S TALE (E IN FONDO SILICON VALLEY E ORPHAN BLACK
5.Fargo 3×09 – Gabbare il diavolo
Momenti di puro entusiasmo per il dialogo fra Nikki e Varga, in cui le abilità strategiche della bella sopravvissuta riescono a mettere in scacco anche il viscido e abilissimo criminale. Che nel frattempo sta tessendo una subdola tela che porta alla scarcerazione di Emmit (che pure aveva confessato!), ma a Nikki proprio non la si fa.
C’è tanta bellezza anche nel finale, in cui Gloria confessa la sua solitudine e la sua invisibilità (incarnata per tutta la stagione da porte scorrevoli immobili e dispenser inerti), ricavandone però un abbraccio e una speranza, tanto sottile quanto significativa. Quando poi va in bagno e il dispenser funziona, il sorriso sollevato di quell’attrice eccezionale che è Carrie Coon trasmette tutta l’emozione possibile di una donna che, malgrado le difficoltà, è ancora qui e lotta con noi.
4.Better Call Saul 3×09 – Piccole grandi cose
Non ci sono stravolgimenti devastanti o salti sulla sedia nella penultima puntata stagionale di Better Call Saul, a parte forse l’incidente finale di Kim che arriva improvviso come tutti gli incidenti della tv, ma si porta anche dietro un prezioso senso di sconfitta e desolazione, figlio com’è della stanchezza di Kim e della sua forzata solitudine.
Ma questo non significa che il resto della puntata non sia percorso da tensioni fortissime: Jimmy che manipola le vecchiette è una roba che mette un disagio delizioso, così come deliziosamente triste è il confronto fra Nacho e il padre, che sostanzialmente lo ripudia. Per non parlare, e forse è la cosa meno vistosa ma che mi è piaciuta di più, dell’accordo fra Mike e Lydia, che per i fan di Breaking Bad rappresenta l’inizio di tante cose abbastanza tragiche che i due, in quel momento, non possono nemmeno immaginare, ma che riverberano dolorosamente nella mente degli spettatori più fedeli.
3.American Gods 1×07 – Amici soprannaturali
In linea di massima, una puntata di American Gods in cui non compaia Wednesday è una puntata sprecata. Però esistono le eccezioni, come questo episodio che, in maniera abbastanza sorprendente considerando che siamo a un passo dalla fine della stagione, abbandona completamente i due protagonisti per approfondire la storia di altri due personaggi, secondari ma non troppo.
La vita di Essie MacGowan, interpretata dalla stessa attrice di Laura pur in assenza di un collegamento esplicito fra le due, è una nuova storia di immigrazione americana, su basi ancora diverse rispetto alle mille varianti già viste o accennate nelle puntate precedenti. Una storia in cui Sweeney sembra conoscere due volte la stessa donna, che prima lo porta in America con le sue credenze su fate e leprecauni, e poi viene tradita (nella sua versione contemporanea) quando Sweeney rivela di essere stato lui a uccidere la moglie di Shadow, proprio su ordine di Wednesday.
E quando ancora non ci siamo ripresi da questo fatto, mentre proviamo a capire quanto sia ampio e articolato il piano dell’enigmatico dio-in-terra, siamo pure testimoni di uno strano momento di tenerezza, quando Sweeney, pur avendo recuperato la sua preziosa moneta, decide di rimetterla nel corpo di Laura, lacerato com’è dal senso di colpa ma anche smosso da una strana e inaspettata amicizia.
Insomma, deviazione sì, ma bella.
2.Twin Peaks 3×06 – Diane!
A volte scegliere i serial moments di Twin Peaks non è facile, perché la serie sa essere così eterea e sibillina, che c’è sempre il rischio di perdersi qualche riferimento o sfumatura. Stavolta però andiamo sul velluto, perché sentir pronunciare il nome di Diane, la famosissima e invisibile assistente dell’agente Cooper, e poterla finalmente vedere in faccia scoprendo che si tratta di Laura Dern, è chiaramente una roba che fa spalancare occhi e bocche.
Fra l’altro ci avete fatto caso? Della presenza di Laura Dern si sapeva da mesi, ma non sapevamo in che ruolo. Quindi gli spettatori hanno avuto sotto gli occhi il volto di Diane per settimane, senza saperlo! Diavolo d’un Lynch…
Oh, sempre che sia davvero lei, perché non dice una parola e conoscendo Lynch potrebbe succedere di tutto, potrebbe non essere “quella” Diane, potrebbe essere tutta una presa in giro. ormai non ci si si stupisce più di niente (un modo di dire, visto che in realtà ci si stupisce di tutto).
1.The Handmaid’s Tale 1×10 – Io non ci sto!
Del finale nel suo complesso abbiamo già detto e scritto. The Handmaid’s Tale si è imposta fin dal primo episodio come fenomeno seriale di primaria importanza, e nel corso delle settimane ha messo in campo un impianto narrativo e artistico di primissimo livello, che ora, dopo un’ottima prima stagione, ha di fronte una sfida non indifferente: raccontare il “poi”, che nel libro originale non c’era, e fare in modo che non si senta alcuno scollamento.
In sede di serial moments, le scene più importanti sono probabilmente due: da una parte il doloroso non-incontro di June con la figlia, picco emotivo di grande forza, specie per i coloriti insulti a Serena subito dopo; dall’altra la ribellione silenziosa durante la scena della lapidazione, le cui conseguenze tutte da capire sono la base per il prossimo ciclo di episodi.
La speranza del tutto istintiva e poco elegante, ovviamente, è che a un certo punto June possa capitare dalle parti di un mitra.
Fuori concorso per piromania
Silicon Valley 4×08 – This boy is on fire
La notizia, ormai vecchia di qualche settimana, della prossima uscita di T.J. Miller da Silicon Valley carica in maniera particolare la miglior scena dell’episodio settimanale. Parliamo di quella in cui il suo povero Bachman, sconfitto per l’ennesima volta dalla sua scarsa capacità imprenditoriale, si staglia contro la luce del suo gazebo in fiamme, sorta di infuocato canto del cigno per un personaggio che, evidentemente, non ne può proprio più. Come dargli torto, peraltro, quando anche il bambino del Sesto Senso riesce a fregarti come una bambinetta.
Vedo la gente povera…
Fuori concorso perché bisogna
Orphan Black 5×01 – Problemi mentali (miei)
Devo fare una confessione su Orphan Black: non so se è perché questa stagione è iniziata più tardi rispetto a quella scorsa, o magari perché questo inizio d’estate è sorprendentemente pieno di chicche seriali, ma mi sono avvicinato alla quinta stagione con scarso entusiasmo, ricordandomi pochissimo della quarta, insomma con un po’ di scazzo. E forse proprio per questo il primo episodio stagionale mi ha lasciato un po’ così, vagamente indifferente. Può essere un problema mio, intanto segnaliamo la ripartenza e il fatto che Sarah si medica le gambe coi tampax, poi magari ora del secondo episodio si carbura un po’ di più.