Serial Moments 285 – Dal 3 al 10 giugno 2017 di Diego Castelli
Citazioni, metafisica e monologhi
ATTENZIONE! SPOILER MALEFICI DI FEAR THE WALKING DEAD, TWIN PEAKS, THE HANDMAID’S TALE, FARGO, THE LEFTOVERS (E IN FONDO GOTHAM, AMERICAN GODS E SILICON VALLEY)
5.Fear The Walking Dead 3×02 – Wait, what?
Da fan di The Walking Dead, il suo spin-off mi ha sempre lasciato un po’ freddo, più che altro perché, passati i primissimi episodi, la sua natura di prequel ha rapidamente perso specificità, facendolo diventare niente altro che un clone. Però devo ammettere che il twist piazzato all’inizio del secondo episodio stagionale non è niente male: la morte di Travis priva la serie di uno dei protagonisti principali, e lo fa “alla TWD”, cioè in maniera improvvisa e nemmeno troppo epica, come si confà ai decessi di un’apocalisse zombie. Non incoerente però, sia chiaro: dopo la morte di suo figlio, Travis era già stato “sconfitto”, e ormai tirava avanti solo sulla base della promessa fatta a Maddie, cioè quella di riportarle Nick. È anche per questo, per la consapevolezza di non aver più nulla da dare dopo il ricongiungimento madre-figlio, che Travis accetta il suo destino con evidente serenità.
Poi oh, mi è già capitato di pensare che un personaggio fosse morto, e poi non lo era. E neanche in questo caso si vede l’effettivo cadavere. Però era ferito in più punti, il zangue zampillava un po’ ovunque, ed è caduto da un elicottero. Cioè, se sopravvive altro che zombie, è roba da X-Men.
(a margine citiamo anche un po’ di guest star niente male: c’è Noel Fisher, Mickey di Shameless, che muore in modo raggelante; c’è Dayton Callie, Unser di Sons of Anarchy; e pure il ritorno, con suicidio, di Brenda Strong).
4.Twin Peaks 3×05 – Sobrietà, guest star e BOB
Al quinto episodio, Lynch si riposò. Una puntata non dico “normale”, ma un po’ più sobria e vagamente lineare rispetto ai viaggi mentali delle scorse settimane, in cui c’è il tempo di notare e apprezzare un po’ di guest star mica da ridere, come James Belushi, Robert Knepper e Amanda Seyfried.
Tra le peripezie comiche del povero Dougie, scortato ovunque da un folto gruppo di donne che devono gestirlo pure quando va in bagno, e i continui riferimenti alla vecchia Twin Peaks (come il salto mortale che trasforma Mike Nelson, vecchia fiamma fattona di Donna, in solerte e generoso funzionario per l’occupazione), c’è però uno specifico momento in cui il cuore dei vecchi fan ha mancato un battito: quando il volto di Evil Cooper, di fronte allo specchio, si trasforma per un breve istante nel vecchio ghigno malefico di BOB. Tutto computer, considerando che Frank Silva è deceduto nel 1995, ma proprio per questo da pelle d’oca.
3.The Handmaid’s Tale 1×09 – Salti nel buio (e nel fiume)
Manca solo un episodio alla fine di un’ottima prima stagione, e per mettere la ciliegina sulla torta sarebbe necessaria un’accelerata sulla faccenda ribellione, visto che sono nove settimane che vediamo i diritti di June calpestati in ogni modo, e ora abbiamo bisogno di goderci un qualche tipo di rivincita, anche solo parziale o transitoria. Sembra comunque che si vada in quella direzione: la morte di Ofwarren/Janine, che tenta il suicidio perché incapace di sopportare la vita sempre grama che le si prospetta dopo il parto, sembra proprio la goccia che fa traboccare il vaso, a cui fa seguito l’arrivo nelle mani di June del misterioso pacchetto consegnatole dai ribelli per mano di Moira. Cosa deve farci ancora non lo sappiamo con certezza, ma tutto lascia supporre un finale ricco di suspense e con qualche bella sorpresa.
2.Fargo 3×08 – Almeno tre
Tre serial moment puliti nell’episodio settimanale di Fargo.
L’inseguimento di Nikki e Mr. Wrench in mezzo ai boschi è un bell’esercizio di suspense, una bella citazione (molti commentatori hanno notato il rimando a “Pine Barrens”, forse l’episodio più famoso di The Sopranos) ma anche e soprattutto una scena in pieno stile Fargo, colma di elementi grotteschi che partono dalla pioggia di frecce e arrivano alla decapitazione del killer interpretato dall’attore che solitamente mai viene associato a parti del genere, ovvero DJ Qualls.
Secondo serial moment dedicato all’arrivo dei fuggiaschi in quello strano bowling, dove un enigmatico Paul Marrane (già visto nel terzo episodio stagionale) snocciola pillole di strana saggezza ebraica a Nikki, in un’atmosfera mutuata da Il Grande Lebowski, la cui surrealtà è pure potenziata dal fatto che Paul è interpretato da Ray Wise, il padre di Laura Palmer in Twin Peaks.
Il terzo serial moment è la decisione di Emmit di confessare tutta la verità sulla morte del fratello, decisione che arriva dopo un percorso allucinato che potrebbe anche far pensare a un brutto incubo – macchine misteriosamente spuntate sui tetti, baffi finti incollati durante la notte, francobolli fotocopiati e appesi ossessivamente ai muri – ma che supponiamo sia del tutto reale a causa della presenza degli altri personaggi. La confessione (o meglio, la volontà di confessare) arriva proprio all’ultima inquadratura: di più non sappiamo, staremo a vedere.
1.The Leftovers 3×08 – Eh vabbè…
Del finale di The Leftovers abbiamo già parlato in lungo e in largo, e questa settimana anche Twin Peaks ha deciso di essere un tantinello più sobria per lasciarle il primo posto. Difficile evitarlo, di fronte a quel finale così pieno d’emozione e così sottilmente sovversivo delle normali regole televisive. Il serial moment effettivo e “ufficiale” è infatti il monologo finale di Nora, dieci minuti abbondanti dedicati a una sola donna che parla, e che chiede al suo amato di credere a una storia straordinaria di cui non vediamo nulla, se non il suo racconto. Bravi tutti, e aspettiamo che Lindelof partorisca il suo prossimo sogno mistico.
Fuori concorso per citazionismo
Gotham 3×21-22 – Riferimenti
Il doppio finale di Gotham, oltre a tirare un po’ di fili tesi nel corso della stagione, gioca con la passione fumettistica dei fan e piazza un sacco di piccoli e grandi riferimenti. Innanzitutto c’è la comparsa di Ra’s al Ghul, fra i personaggi più importanti della storia quasi secolare dell’Uomo Pipistrello, che di recente abbiamo già visto in Arrow (ovviamente senza alcun collegamento) ma che qui in qualche modo “torna a casa”. Poi c’è la morte di Butch, che in realtà non muore affatto, e di cui viene svelato il vero nome, Cyrus Gold, che altri non è (anzi, altri non sarà) che Solomon Grundy, altro famoso supercattivo DC. E poi ci sono cose più piccole ed esclusivamente visive, ma che fanno venire il brividino: su tutte la prima volta in cui Selina mette la mano su una frusta, dimostrando un immediato talento, e poi la scena finale che ci mostra Bruce al suo primo intervento da giustiziere, quando in un vicolo salva una coppia con figlia da un criminale. Il richiamo alla morte dei suoi genitori è evidente al limite della pacchianaggine, e anche l’immagine iconica dell’eroe sul tetto del palazzo, qui incarnato da un ragazzino con la giacca a vento, può essere un tantino comica. Ma lo sforzo lo apprezziamo comunque, assomiglia davvero alla promessa (comunque difficile da mantenere) che prima della fine di Gotham vedremo almeno un’immagine di un grosso tizio col mantello nero.
Fuori concorso per gustosa blasfemia
American Gods 1×06 – Pagani e non
Grande parte dell’episodio settimanale di American Gods è dedicato all’incontro fra i nostri Wednesday e Shadow con il dio Vulcano, trasformato in un guerrafondaio da profondo sud americano. Secondo me però il vero serial moment è all’inizio, quando vediamo andare storto un tentativo di immigrazione illegale negli Stati Uniti, e in una scena molto cruda di tiro-al-messicano c’è pure spazio per dell’improvvisa ironia blasfema, con una specie di simil-Gesù crivellato di proiettili che, fra le altre cose, gli bucano le mani in corrispondenza dei proverbiali chiodi da crocifissione. Sì insomma, cose da non far vedere a catechismo, e per questo apprezziamo.
Fuori concorso perché mi va
Silicon Valley 4×07 – Doppie personalità
Il nonnetto che fa causa a chiunque sapendo che tanto ci guadagna lo stesso mi ha fatto abbastanza ribaltare, anche se un applauso va fatto a Jared e al suo alter ego telefonico Ed Chambers, inventato per convincere la gente al posto suo. Momento da Dottor Jekyll e Mr Hyde e chiaro segnale della bravura di Zach Woods, talmente credibile nel suo Jared che siamo sempre portati a pensare che sia davvero così, cosa che evidentemente non è (almeno si spera).