Serial Moments 280 – Dal 30 aprile al 6 maggio 2017 di Diego Castelli
Viaggi australiani, robot di carne e divinità ninfomani
ATTENZIONE! SPOILER PANTAGRUELICI DI BETTER CALL SAUL, THE LEFTOVERS, AGENTS OF SHIELD, THE HANDMAID’S TALE, AMERICAN GODS (E IN FONDO FARGO, THE FLASH, THE 100 E GOTHAM)
5.Better Call Saul 3×04 – The Real prequel
Giusto il tempo di arrivare a dire “Sì, Better Call Saul è una serie riuscita di suo, senza necessità di confronti”, che subito arriva un rafforzamento evidente del legame con la cara e vecchia Breaking Bad. L’arrivo di Fring, volenti o nolenti, ha spostato in modo netto l’attenzione sulla vicenda di Mike, di Salamanca e del fondatore dI Los Pollos Hermanos, lasciando Jimmy leggermente in disparte. Non che ci si possa lamentare, però, perché stiamo parlando di roba di primissima qualità: le minacce di Salamanca, la risposta composta ma decisa di Fring, l’inizio della collaborazione più stretta con Mike proprio in chiave anti-Salamanca, sono tutte scene di alta qualità e alta tensione, che ci fanno sentire nuovamente antichi profumi e familiari emozioni. In particolare, ci rendono Fring più simpatico di quanto non sia, e sembrano condurre a una interessante questione: come ha fatto Hector a finire in sedia a rotelle? Mi pare che in Breaking Bad si parlasse di un ictus, o una cosa del genere, ma nessuno ha mai spiegato meglio le circostanze, sempre ammesso che si sia davvero trattato di ictus, e sempre ammesso che nessuno abbia fatto niente per farglielo venire… (sto facendo l’occhiolino, se non si fosse capito).
4.The Leftovers 3×03 – Un vecchio nel deserto
The Leftovers è sempre stata più votata alle domande che alle risposte, ma stavolta non si è fatta pregare. Anzi, questo episodio è un’unica, lunga e articolata risposta alle domande “chi diavolo solo quelle tizie che hanno annegato l’omonimo di Kevin? E cosa ci faceva lì il padre del Kevin che conosciamo noi?” Quello che ne esce è una specie di mediometraggio monotematico in cui il padre di Kevin percorre un viaggio di speranza e di follia per dare il suo contributo alla causa anti-alluvione universale. Per lungo tempo il vecchiaccio ci sembra niente più che uno stupido, uno che ha interpretato male i segni divini inventandosi una realtà tutta sua, eppure alla fine, di fronte allo struggente racconto di una madre che ha lasciato morire i figli pensando fossero spariti come tutti gli altri, trova forse l’aggancio che gli mancava, il motivo per cui il destino l’ha condotto fin lì. Mica male.
3.Marvel’s Agents of SHIELD 4×20 – Robot di carne
Dopo molti episodi, finalmente i nostri eroi riescono a fuggire dal Framework, ma sono pronte sorprese succose e pure pesanti dal punto di vista filosofico: Mack decide di rimanere indietro, perché non accetta di vivere in un mondo senza sua figlia quale è quello fuori dall’illusione creata da Aida, e la stessa Aida riesce a costruirsi un corpo interamente di carne, mettendo in campo questioni di un certo spessore sulla definizione stessa di essere umano. Soprattutto, Fitz è sconvolto quando si rende conto delle atrocità commesse dentro il Framework, atrocità che potrebbero facilmente definirlo come un “cattivo”, ma allo stesso tempo non è immune al fascino della nuova Aida, che lui continua a chiamare Ophelia, e che spunta a sottolineare l’importanza delle emozioni: a dispetto della realtà o meno di ciò che le ha provocate, le emozioni sono sempre vere, e bisogna in qualche modo farci i conti, quale che sia la dimensione spaziotemporale in cui ci si muove.
2.The Handmaid’s Tale 1×04 – Resistere!
Una regola che mi sono dato per i serial moments è: non inserire niente che non sia ancora stato propriamente recensito. Una regola necessaria per vari motivi, ma che ha pure i suoi contro, tipo il fatto che non ho potuto segnalare niente dei primi tre, potentissimi episodi di The Handmaid’s Tale, che forse hanno raggiunto il loro momento di massima forza con l’esecuzione dell’amante di Rory Gilmore (o di come si chiama in questa serie). Il quarto episodio, bastardo che non è altro, è stato un tantino meno impattante dei precedenti, ma questo non significa che ci abbia lasciato con un pugno di mosche. Anzi, dalle istruzioni alle future ancelle, al nuovo e difficoltoso tentativo di inseminazione, arrivando alla cronaca del tentativo di fuga da parte di Offred e Moira (con conseguente interrogatorio), è tutto un continuo scavare in quello che è già un buco terribile di sofferenza e umiliazione. Tutto fatto apposta per arrivare a quell’immagine finale in cui, riappropriandosi del proprio anonimato come se fosse un’arma da usare contro gli oppressori, la protagonista trova la scintilla da cui far partire la ribellione. Vai Offred, ammazzali tutti!
1.American gods 1×01 – Ardua scelta
Abbiamo già parlato di American Gods e del suo impatto immediato sulla comunità seriale e non solo. Dovendo scegliere una sola scena da inserire nei Serial Moments mi sento subito in difficoltà, anche perché ce ne sarebbero parecchie, dall’inizio con i vichinghi al finale sanguinolento. Andrò quindi con una scelta puramente personale, senza alcuna pretesa di obiettività (pretesa che comunque non c’è mai, ma vabbe’): dopo aver letto il libro, aspettavo con ansia di vedere la messa in scena dell’amplesso di Bilquis, quello dove la dea incarnata si risucchia un malcapitato amante su per le tube di Falloppio. È una delle scene più intense del libro (pur non essendo così fondamentale per la trama), e il pilot della serie le rende pienamente giustizia, con il giusto mix di sensualità, inquietudine e pure una punta di disgusto.
Fuori concorso per indecisione
Fargo 3×03 – Storie finite in nulla
Sono tuttora indeciso sul giudizio da dare a questo episodio. Da una parte mi è sembrata una deviazione troppo lunga dalla storia principale, non priva di spunti e personaggi interessanti, ma comunque troppo slegata dal resto per non farmi pensare al fatto che non stavo guardando Ewan McGregor (e l’ho trovata meno interessante, per dire, della deviazione simile compiuta da The Leftovers). Allo stesso tempo, riconosco la sottile incisività di una storia strana e per nulla banale quale quella del vecchio Ennis Stussy, finita per mano di un tossico ubriacone che gli è piombato in casa per sbaglio. A riprova del fatto che, in Fargo, il destino avverso e mattacchione non risparmia proprio nessuno, per nessun motivo.
Fuori concorso veloce veloce
The Flash 3×20 – La risposta non la devi cercare fuori
Tanto tuonò che piovve. Dopo aver lasciato una quantità abbastanza esagerata di indizi, gli autori del velocista scarlatto calano la maschera (di Savitar) rivelando la vera identità del supercattivone: è Barry stesso, arrivato dal futuro sfregiato e incazzato come una faina.
Ora, al di là della felicità per non aver rivisto il Barry versione emo delle scorse puntate, salta all’occhio un problema abbastanza evidente: il 90% dei problemi di Flash (di questo Flash televisivo, per lo meno) sono causati da lui stesso. Va nel passato e sputtana la time line, combatte cattivi che sono versioni future e incazzate di se stesso, insomma diciamoci la verità, era meglio se rimaneva senza poteri.
Fuori concorso per cronaca luttuosa
The 100 4×10 – Come a Panem
Da fonti certe so che c’è una scena tagliata di questo episodio in cui uno dei personaggi dice agli altri queste esatte parole: “Oh raga, siamo qui senza Netflix e senza dichiarazione dei redditi da fare, che dite se organizziamo gli Hunger Games?”
E così hanno fatto, in un episodio da tutti contro tutti dove la morte più eccellente è quella del carismatico Roan, che lascia Octavia da sola a far la campionessa e a fare importanti promesse elettorali al popolo, senza sapere che Clarke si è già organizzata diversamente. Alla fine, l’insegnamento più evidente che ci portiamo a casa da The 100 è uno solo: se l’umanità va a puttane, sopravvivono quasi solo gli stronzi.
Fuori concorso perché le parole sono importanti
Gotham 3×16 – Simbolo
È evidente che il mio unico interesse relativo a Gotham riguarda ormai un ipotetico futuro in cui il protagonista si metterà un mantello. Cosa peraltro assai improbabile, visto che dovrebbero girare altre cinque stagioni prima che a David Mazouz venga un fisico degno di Batman. Però intanto, mentre il giovane Bruce è impegnato a compiere i primi passi di un addestramento che dovrebbe condurre all’Uomo Pipistrello, per la prima volta sentiamo qualcuno rivolgersi a lui come a un potenziale simbolo: “Se tu diventassi un simbolo, un simbolo contro la paura, allora Gotham potrebbe rinascere”. E qui un brividino ti viene, dai…