Fleabag – Una gran bella comedy malinconica di Alessio Campo
Con Fleabag, Phoebe Waller-Bridge si impone come nuova voce della sua generazione
Come vi sentireste se la vostra vita fosse un completo disastro? E non per colpa di una strana serie di sfortunati eventi, ma perché siete delle persone orribili. Cosa provereste se i pezzi del puzzle che raffigura la vostra esistenza non riuscissero in ogni modo a incastrarsi gli uni con gli altri? Io mi sentirei triste e privo di energia per reagire, forse anche voi, ma non la protagonista di Fleabag, lei se ne sbatte alla grande e liquida gran parte dei sui problemi con abbondante sarcasmo.
Fleabag è una miniserie di sei puntate scritta e interpretata da Phoebe Waller-Bridge, andata in onda su BBC Three la scorsa estate, approdata su Amazon Prime in tutto il mondo a settembre e da noi pochi giorni fa. Fleabag racconta, in chiave ironica, un momento particolarmente tragico della vita di una ragazza londinese. La protagonista – il cui soprannome Fleabag dà il titolo alla serie – gestisce un bar sull’orlo del fallimento, non ha un soldo, ha appena perso la sua migliore amica a causa di un incidente ed è in crisi col suo ragazzo. Eppure niente di tutto questo la turba minimamente. Una cosa la preoccupa un pochino, la confessa al padre alla fine della prima puntata: “Ho questa brutta sensazione di essere una donna avara, pervertita, egoista, apatica, cinica, depravata, moralmente corrotta che non potrebbe nemmeno definirsi una femminista”. Una descrizione piuttosto accurata visto che tradisce ripetutamente il suo compagno, ruba, sfancula la gente e mente in continuazione. Sulla carta, è una persona terribile. Ma non si può evitare di prenderla in simpatia.
Gli aggettivi “pervertita” e “depravata” non sono inseriti nel dialogo a caso. La protagonista ha una spiccata fissazione per il sesso, più o meno direttamente causa di molti dei suoi problemi relazionali con chi le ruota attorno. Nella serie non c’è un medico che le diagnostichi un qualche tipo di malattia, ma è inevitabile trarre la conclusione che sia un po’ ninfomane e che il rapporto che ha con il sesso le stia complicando la vita. Nella serie c’è di che ridere e divertirsi, ma c’è anche qualcosa di più serio su cui riflettere, volendo. Insomma, c’è l’intrattenimento, ma anche la sostanza.
Tuttavia la storia che racconta Fleabag non è né particolarmente interessante, né incredibilmente originale. La forza di questo telefilm non si trova nella trama, ma nel modo in cui gli avvenimenti vengono raccontati, nelle interazioni tra i vari personaggi: la sorella, una donna di successo composta e formale; il padre, un uomo remissivo e imbarazzato nel rapportarsi con la figlia; gli amanti di Fleabag, a dir poco bizzarri. Tutti i personaggi, visti nell’insieme, costituiscono una simpatica crew di stramboidi.
Gli episodi sono travolgenti. I ritmi sono serrati. La regia è coinvolgente e spesso è Fleabag stessa a rivolgersi direttamente allo spettatore guardando in camera. Il cast è di alto livello: c’è anche Olivia Colman (Broadchurch e mille altre serie) che interpreta, ottimamente, la matrigna passivo-aggressiva di Fleabag. Per concludere: Phoebe Waller-Bridge ha scritto una commedia nera brillante e non da tutti farcela realizzare, a soli 31 anni, una serie televisiva che finisce su un canale della tv pubblica nazionale. La ragazza ha talento, è tempo di iniziare a tenerla d’occhio.
Perché guardare Fleabag: perché è una commedia irriverente, brillante e divertente
Perché non guardare Fleabag: perché la storia che racconta è un po’ debole