Gilmore Girls: A Year in The Life – Bentornati a casa di Eleonora Gasparella
Dopo nove anni ritroviamo Lorelai, Rory, Emily e tutte le stramberie di Stars Hollow, e sono lacrime
ATTENZIONE: SPOILER SULLA NUOVA STAGIONE DI GILMORE GIRLS
Premetto che questa sarà una recensione poco obiettiva in quanto chi scrive ha trascorso i migliori anni della sua adolescenza seguendo quotidianamente le avventure di Lorelai Gilmore. Insomma, è come se si trattasse effettivamente di mia madre. Ci sono anche alcuni spoiler sulla prima puntata quindi ATTENZIONE.
Col cuore in mano e il groppo in gola abbiamo dunque visto il primo episodio di Gilmore Girls: A Year in the Life, intitolato Winter. Le quattro lunghe puntate, prodotte e diffuse da Netflix, arrivano a distanza di nove anni dalla settima ed ultima stagione di Gilmore Girls, andata in onda dal 2006 al 2007: l’unica senza la firma di Amy Sherman-Palladino.
Nove anni sono trascorsi, durante i quali i fan della serie hanno attraversato i seguenti stadi:
1) sconforto più totale a causa di una orribile chiusura di serie;
2) immotivate speranze per la realizzazione di un film che concludesse degnamente le avventure delle Gilmore;
3) tentativi di colmare l’assenza di Rory e Lorelai con serie “al sapore di Gilmore”, come Bunheads o Parenthood;
4) gioia incontrollata alla notizia della produzione di A Year in The Life, 4 episodi da 90 minuti. Perché doveva essere così, ce li meritavamo.
Si sa che quando si riprendono in mano serie cult del passato, i risultati possono non essere del tutto soddisfacenti. Non è il caso di Gilmore Girls: a Year in The Life, perché questi quattro episodi funzionano perfettamente, creando quel mix di nostalgia e familiarità che ci fa subito ritornare dove eravamo rimasti.
La Palladino ovviamente sulla nostalgia ci marcia parecchio, inserendo stralci di vecchi dialoghi all’inizio del primo episodio, soffermandosi sui dettagli inconfondibili di Stars Hollow (dal gazebo, al cartello della città, all’accademia di Miss Patty) e tempestando i dialoghi tra mamma e figlia Gilmore di frasi riconoscibilissime che fanno sciogliere il già debole cuore degli spettatori (odore di neve, anyone?).
Tutto è un po’ come lo avevamo lasciato alla fine della settima stagione, anche se sono passati anni: le tradizionali riunioni per decidere il destino della città tenute da Taylor, le colazioni da Luke o le cene del venerdì ad Hartford (ora senza più Richard Gilmore, assenza importante nella vita di tutti i personaggi principali, a partire da una Emily più spaesata e fragile che mai, come raramente l’avevamo vista). Insomma è come andare in bicicletta: 90 minuti di episodio non stancano, anzi: via via che i minuti passano diventiamo animali sempre più affamati di interminabili dialoghi e di improbabili situazioni che capitano solo alle ragazze Gilmore.
E di fatti ne accadono effettivamente parecchi. C’è Rory alle prese con il suo nuovo lavoro da giornalista che coincide con la fatidica crisi dei trent’anni (quanto ti capisco, Rory) c’è Lorelai che sente il tempo che passa, sia nella vita lavorativa che nella sua relazione con Luke, e c’è Emily che deve fare i conti con una nuova vita dopo la morte di Richard. Nel primo episodio già rivediamo tanti dei personaggi che abbiamo amato, e il tempo per loro non sembra essere passato. Da un Kirk più bizzarro che mai, a Michel, a Paris, Lane e gli Hep Alien, fino ad un Logan bello bello in modo assurdo che allieta i soggiorni londinesi di Rory quando è lontana da Stars Hollow (ancora una volta: quanto ti capisco, Rory).
In Winter si gettano alcuni semi che definiranno gli accadimenti delle altre tre puntate. Il più importante di questi è sicuramente la scomparsa di Richard Gilmore (Edward Herrmann, scomparso nel 2014), che rappresenta uno dei macrotemi di A Year in the Life. L’assenza del patriarca Gilmore è pesante, e si ripercuote su tutte le protagoniste andando a incidere sul sempre fragile rapporto tra Lorelai ed Emily, che stavolta richiederà anche l’intervento di una terapista (ovviamente con risultati anche esilaranti).
Un altro tema importante è quello della relazione tra Lorelai e Luke, tanto voluta e amata dai fan della serie, che arriva ad una importante svolta, ovvero la decisione di avere o meno un figlio assieme. Anche questa incognita è destinata a essere fonte di scompiglio nella vita delle ragazze Gilmore.
Non è possibile avere un giudizio obiettivo, dicevo, su Gilmore Girls: A Year in the Life, perché è semplicemente tornato ed è proprio come lo avevamo lasciato. Di curiosità di scoprire come si svilupperanno i vari rapporti ce n’è tanta, e di carne al fuoco anche. Per ora le critiche sono poche, se si esclude forse il troppo indugiare su un’operazione nostalgia, che però alla fine perdoniamo alla Palladino, perché era ciò che desideravamo. Questi quattro episodi sono una buona conclusione per un prodotto televisivo che ha saputo essere importante per molte generazioni. Poche serie televisive come Gilmore Girls sono state in grado di usare le parole giuste o un semplice sguardo e raccontare in modo perfetto una scelta importante, le relazioni difficili, i grandi amori. Con i vostri pregi e difetti c’eravate mancate tanto, ragazze.