Man With a Plan: la nuova sitcom di Matt LeBlanc puzza di vecchio di Diego Castelli
Non ci siamo proprio
La dinamica la conosciamo tutti: diventi famoso/a come protagonista di un prodotto adorato dalle masse, e poi passi il resto della carriera e inseguire quello stesso successo, che non riuscirai mai più a replicare.
Un regola amara e spietata che vale anche per i sei protagonisti di Friends, che dopo i dieci anni al timone della sitcom più amata del mondo hanno proseguito carriere sicuramente oneste, ma non più all’altezza di quella decade di fama assoluta.
Va detto che a nessuno dei sei è andata malissimo, considerando gli anni di Cougar Town di Courteney Cox, gli incassi al botteghino di Jennifer Aniston (specie negli ultimi anni), il recente successo di The Odd Couple con Matthew Perry, la bella performance di David Schwimmer in American Crime Story, e il golden globe a Matt LeBlanc per la bellissima Episodes, di cui dobbiamo ancora vedere l’ultima stagione.
Insomma, nessuno è finito drogato sotto un ponte (quella che si vede meno è Lisa Kudrow, capace comunque di fare cose piccole ma di qualità), se la passano tutti bene e di questo siamo felici. Allo stesso tempo, mettere il piede in fallo è un attimo e, quando a farlo è una di queste semidivinità del piccolo schermo, fa ancora più rumore.
Oggi la tirata d’orecchi è tutta per il citato Matt LeBlanc, che dopo la qualità per certi versi sorprendente di Episodes si ripresenta al pubblico con Man With a Plan, sitcom multicamera in onda su CBS che racconta la storia di un padre di famiglia deciso a fare le veci casalinghe della moglie tornata al lavoro. Una sitcom, giusto per chiarire, irrimediabilmente brutta.
L’impianto complessivo è banalissimo, basato su problematiche familiari ormai abusate e su una divisione dei ruoli maschili e femminili che fa un sacco anni Novanta. Ma soprattutto è scritta male, con pochissima verve, con battute così stanche e scoppiate che a volte non sembrano nemmeno tali: assomigliano all’introduzione a una battuta che però non arriva, con la partenza delle risate in sottofondo che ti stupiscono e ti fanno dire “ah, quindi qui dovevo ridere?”.
Se nei venti minuti di pilot qualche piccolo sussulto si avverte (una battuta qui, un personaggio là) il complesso dell’episodio è davvero sconfortante.
C’è poi un ulteriore dettaglio vagamente extraseriale: negli ultimi anni, complice la diffusione di un gran numero di interviste e approfondimenti che all’epoca di Friends non potevamo avere perché non c’era internet, abbiamo capito che Matt LeBlanc è sostanzialmente un musone. Lontanissimo dall’entusiasmo buffo ed esagerato del buon vecchio Joey Tribbiani, LeBlanc appare quasi sempre come un professionista serioso e a volte perfino scazzato, vistosamente discordante con la simpatia di molti suoi personaggi.
Se questo è in qualche modo un punto d’onore nei confronti delle sue capacità attoriali, allo stesso tempo lascia sempre uno strano amaro in bocca, come se volessimo sempre dirgli “dai Matt, sant’Iddio, sii felice!”
Forse influenzato da questa strana immagine che ormai ho di lui, nel guardare il primo episodio di Man With a Plan ho avuto la netta impressione che LeBlanc volesse trovarsi altrove, come se questa sitcom fosse l’unica cosa decente (immagino le altre…) che gli sia stata offerta negli ultimi mesi.
Se non bastasse la sceneggiatura raggelante dello show, insomma, l’espressione un po’ abbacchiata del protagonista mi ha pure messo addosso una pesante malinconia, come se il ricordo degli antichi fasti fosse più doloroso per lui che per noi.
Magari è un’impressione solo mia, è pure probabile che sia così, ma è abbastanza per farmi dire subito basta.
Perché seguire Man With a Plan: se siete fatti e/o ubriachi, potrebbe essere il livello di comicità più adatto alle vostre ridotte capacità cognitive.
Perché mollare Man With a Plan: è una sitcom vecchia e scritta male. Tipo che Pucks, la finta sitcom orrenda raccontata dentro Episodes, era comunque meglio!