Serial Moments 253 – Dal 16 al 22 ottobre 2016 di Diego Castelli
Twist improvvisi, parti difficili e compleanni seriali
ATTENZIONE! SPOILER VIRTUALI DI THE BIG BANG THEORY, MASTERS OF SEX, WESTWORLD, AMERICAN HORROR STORY, THE SIMPSONS (E IN FONDO ATLANTA, GOTHAM E THE YOUNG POPE)
5.The Big Bang Theory 10×05 – Knoc Knoc Knoc
Dopo dieci anni di The Big Bang Theory, impossibile non inserire nei moments la rivelazione sulla genesi dell’iconico, triplo bussare di Sheldon ogni volta che entra in una stanza. Genesi che peraltro ha una spiegazione “seria” e per nulla ridicola, cioè il bisogno di Sheldon di assicurarsi che all’interno della stanza non stia accadendo nulla che non vuole vedere, come quando da ragazzo aprì la porta della camera di suo padre scoprendolo a letto con una donna che non era sua madre.
4.Masters of Sex 4×06 – Storia e strizzate d’occhio
Se il consueto fronte “riusciranno Bill e Virginia a stare insieme” offre un nuovo succoso capitolo con Bill che rigetta la collega perché ormai incapace di fidarsi di lei, il vero serial moment della puntata sta altrove. Dopo aver tifato a lungo per la povera Betty, segretaria ex prostituta che prova a vivere una storia normale con la sua compagna incinta, arriva una botta di quelle che fanno male: Helen muore di parto nonostante gli sforzi congiunti di Bill e Barton, e prima di spirare invoca proprio la madre, che non aveva mai approvato la sua unione con Betty. Come se non bastasse, la bambina finisce ovviamente ai nonni, che impediscono a Betty perfino di vederla. Sono scene di terribile malinconia, con le quali gli autori rimandano anche a un’attualità piena di coppie gay che ancora lottano per il diritto ad avere una famiglia. L’ambientazione vintage dà in questo senso alla sceneggiatura la possibilità di costruire un discorso commovente e tragico, creando un parallelo fra l’allora e l’oggi, dove evidentemente non molto (o non abbastanza) è ancora cambiato.
3.Westworld 2×03 – Coscienza
Altro episodio densissimo di Westworld, un po’ più lento e spiegato rispetto ai primi due, ma pieno di informazioni e riflessioni interessanti. Se la trama principale prosegue abbastanza spedita sul binario del risveglio dei robot – basandosi soprattutto sul concetto di ricordo come base per la formazione di un pensiero autocosciente – in realtà la scena che ho apprezzato di più è stata quella dello spiegone di Ford. Raccontando di Arnold, il suo vecchio socio che molti robot sembrano in qualche modo ricordare, Ford mette non solo un tassello importante nell’architettura più generale della serie, ma rivela un cambio di prospettiva che lo riguarda da vicino: pensavamo che lui fosse lo scienziato visionario a cui si contrappone la burocrazia della corporation che gestisce il parco, ma in realtà il visionario puro era Arnold, che puntava alla creazione della coscienza artificiale senza dare grande peso al risvolto economico della faccenda, a cui invece Ford ha sempre dato importanza come un qualunque businessman che si rispetti. Improvvisamente, dunque, la prossima rivolta dei robot diventa anche una ribellione amletica dei figli contro chi ha tradito la missione del loro padre, usurpandone in qualche modo il titolo. Sempre meglio ragazzi.
2.American Horror Story 6×06 – Il mega twistone
All’inizio avevo parlato bene della sesta stagione di American Horror Story, di cui apprezzavo l’idea della parodia del true crime e, più generale, l’abbandono del glamour esasperato dell’anno scorso, in favore di un horror in qualche modo più classico. Detto questo, la stagione si prestava comunque alla critica di chi vedeva riproposto di nuovo il tema della casa stregata già trattato nel primissimo ciclo di episodi. Ecco, tutti sti ragionamenti vengono rimestati e parzialmente sbaragliati dal sesto episodio, che prova il salto mortale iper-carpiato: dopo aver finto di essere un documentario composto da testimoni oculari “veri” e attori che ricostruiscono la vicenda, ora AHS prendi gli uni e gli altri e li (ri)butta nella casa infestata, creando un folle reality che diventa narrazione televisiva di livello in qualche modo superiore. Per dirla in breve, questo episodio è il racconto delle persone che avevano costruito il primo racconto. Un gioco di scatole cinesi che meriterebbe un saggio universitario, che titilla la nostra passione per la metatestualità, e che impone un cambio di registro sia in termini di sceneggiatura che di messa in scena (perché la simulazione del reality impone riprese diverse e peculiari). Bello, bravi, applausi.
1.The Simpsons 28×04 – Happy 600
Per quanto io abbia mollato i Simpson ormai un po’ di anni fa (senza particolare acrimonia o lamentele, è semplicemente successo), trovo però giusto dare il primo posto al ventisettesimo speciale di Halloween, che è anche il seicentesimo episodio della storica sitcom animata, seconda serie nella storia degli show di prime time a raggiungere questo risultato dopo il western Gunsmoke (1955-1975). Una scusa come un’altra per ricordare, se mai ce ne fosse bisogno, il solco profondo lasciato dalla creatura di Matt Groening nella storia della serialità televisiva. Peraltro, anche dopo quasi trent’anni i Simpson non hanno smesso di stupire: in concomitanza con questo episodio, infatti, è stato reso disponibile per iOS e Android un segmento appositamente pensato per la realtà virtuale, chiamato Planet of the Couches, che parodiando il pianeta delle scimmie ha permesso agli appassionati di gustarsi qualche minuto di VR made in Simpson. Non ho ancora provato, non so neanche se in Italia si può fare (magari dateci voi qualche consiglio in merito), ma intanto applausi ai Simpson e, come si dice, 100 di questi episodi.
Fuori concorso perché piccina ma deliziosa
Atlanta 1×08 – Invisible car
Dopo il puntatone di settimana scorsa, Atlanta torna almeno in parte nei ranghi ma senza rinunciare alla consueta sottigliezza, ambientando l’intero episodio in un pub dove i nostri protagonisti provano per l’ennesima volta a fare la vita da rapper ricchi e fighi, scontrandosi con la realtà di essere ragazzi ancora troppo “normali” e con un’intelligenza e una sensibilità superiori alla media (cosa che, in modo sotterraneo ma evidente, viene descritta come un chiaro ostacolo alla gloria). Certo, il meno intelligente sarebbe Darius, che a un certo punto ammette di credere al fatto che un certo rapper famoso presente nel locale sia in possesso di una macchina invisibile. Il fatto che la cosa venga vissuta come una banalissima gag di nessuna importanza rispetto al resto della puntata, salvo poi vedere alla fine, in un flash rapidissimo, che la macchina invisibile esiste davvero, è l’ennesimo esempio di come Glover e soci sappiamo deliziare il proprio pubblico con piccoli ma decisivi tocchi di follia.
Fuori concorso per tenerezza
Gotham 3×05 – Che bellini sti guaglioni
Segnaliamo il primo bacio vero fra Bruce e Selina, tenero e piccino come si confa’ ai minorenni seriali. E il bello è che a momenti ci scappa pure quello fra Pinguino ed Enigmista, in una bromance che sta piacendo molto agli spettatori della serie e che gli autori cavalcano fino a un abbraccio che all’inizio sembrava proprio destinato al limone. Furbini…
Fuori concorso perché l’ho visto tardi
The Young Pope 1×02 – Quello che conta sul serio
Non facciamo l’errore commesso da molti giornali italiani di pensare che il momento migliore delle prime due puntate di The Young Pope sia il primo monologo onirico di Papa Pio XIII, scenetta paracula proprio per finire sui giornali. La botta vera è alla fine, quando il “papa giovane” rivela di essere peggiore e più fondamentalista di qualunque altra vecchia cariatide del vaticano. È quello il momento in cui capiamo sul serio che ci sarà da divertirsi!