Falling Water – La serie tv che è un incrocio tra Sense8 e Inception di Marco Villa
Storie di sogni condivisi tra più persone e del labile confine tra realtà e immaginazione
In un mondo in cui le parole d’ordine sono cloud e sharing, cosa è rimasto di impossibile da condividere? Se basta un telefono per mandare in diretta in tutto il mondo ciò che sta avvenendo sotto i nostri occhi, qual è l’ultima barriera non ancora superata, quella in grado di dare un senso nuovo al concetto di condivisione? La risposta è banale e impossibile allo stesso tempo: la mente. Al netto di eventuali esperienze allucinogene durante un’occupazione, il nostro cervello è l’unica piattaforma che al momento non può essere messa in rete e il superamento di questo limite è al centro di Falling Water.
Falling Water è la nuova serie di USA Network, in onda dal 13 ottobre. Alla voce creatori troviamo Gale Anne Hurd (super-produttrice allucinante di film action e sceneggiatrice dei vari Terminator, in coppia con l’allora marito James Cameron), Blake Masters (procedural come se piovessero) e Henry Bromell (co-autore del pilot morto nel 2013, con tanto crime scritto in carriera). Insomma, gente che ha tantissima esperienza nel cv, profilo differente dagli under 40 che vediamo arrivare all’esordio in questi anni. Se pensate che l’età non freschissima possa essere sinonimo di una serie classica, vi sbagliate di brutto: Falling Water è una serie che porta all’estremo il livello di intelligibilità di una serie tv.
La storia è quella di tre persone che vivono a New York e non si conoscono, ma iniziano ad avere sogni intrecciati. O almeno, questo è quello che capiamo noi dal pilot, perché nel primo episodio i tre non se ne rendono conto. I 50 minuti abbondanti della prima puntata sono un continuo dentro-fuori tra realtà e dimensione onirica, al punto che, arrivati verso la conclusione, né i personaggi, né gli spettatori riescono più a capire cosa sia reale e cosa sia immaginario. Un senso di straniamento potentissimo, che viene condito con qualche mistero: un figlio scomparso, una donna rapita, un omicidio+suicidio di massa, questi sono i fattacci che capitano ai tre protagonisti, rispettivamente una trendhunter, un responsabile sicurezza di un fondo di investimenti e un detective.
Ho descritto a grandi linee i tre filoni narrativi che li riguardano, ma probabilmente molto presto finiranno per intersecarsi: Falling Water si presenta infatti come una sorta di incrocio tra il (brutto) racconto collettivo di Sense8 e la (affascinante) confusione tra piani dell’esistenza di Inception. Al di là dei giudizi di merito, si tratta di due riferimenti portatori di grande complessità, immaginate come possa essere il risultato della loro unione.
Per questi motivi, Falling Water si presenta come una serie ambiziosissima, che porta avanti il discorso fatto in questi anni da USA Network in termini di complessità narrativa: il distinguo reale/immaginario di Mr. Robot (sempre in onda su USA) viene qui elevato al cubo, diventando effettiva marca stilistica del network, così come la lentezza esasperata era il segno di riconoscimento di AMC qualche anno fa.
Rischiare è un atteggiamento necessario per provare a fare un capolavoro, ma ogni azzardo si porta dietro, in caso non si raggiunga un successo totale, il rischio di cadere nella pretenziosità, quell’aura che a volte può ricoprire una serie portando lo spettatore a odiare TUTTO. Falling Water sembra non preoccuparsi di questo rischio, ma è ovvio che a breve qualcosa dovrà essere lasciato capire a chi guarda, pena la trasformazione del senso di straniamento in sensazone di presa in giro.
Sarà proprio la capacità di unire mistero, complicazioni e un minimo di comprensibilità in un giusto equilibrio a decretare il successo di Falling Water. Un equilibrio difficilissimo da raggiungere, ma potenzialmente in grado di mandare tutti a casa. Ce la faranno i nostri eroi?
Perché seguire Falling Water: perché se dovesse raggiungere i propri obiettivi sarebbe un capolavoro.
Perché mollare Falling Water: perché è una serie da all in, o diventa una bomba o diventa una schifezza.