Emmy Awards 2016: vincitori e commenti di Diego Castelli
Qualche sassolino ce lo siamo tolti!
I serialminder nottambuli si saranno accorti che quest’anno non siamo riusciti a fare la diretta in liveblogging della serata degli Emmy: purtroppo la vita vera s’è messa di mezzo, avevo una riunione importante in ufficio stamattina e dovevo banalmente dormire!
Ad ogni modo, sveglia presto e occhi ai vincitori, che quest’anno qualche soddisfazione ce l’hanno tolta eccome. Ecco il listone (qui invece trovate le nomination con le nostre previsioni/desideri), in attesa di usare ogni momento libero della giornata per recuperare video e presentazioni varie.
Sì però l’anno prossimo mi imporrò per non avere le riunioni al lunedì, che cacchio…
MIGLIOR DRAMA
The Americans
Better Call Saul
Downton Abbey
Game of Thrones
Homeland
House of Cards
Mr. Robot
Per quanto Game of Thrones, come tutti i fenomeni culturali di massa, abbia tanti estimatori quanto detrattori, è difficile negare che al momento sia la cosa televisiva più vicina al cinema (nel senso più ampio e nobile del termine) che i nostri piccoli schermi possano ricevere. La sua vittoria in questo senso era scontata, non fa notizia, specie visto che rispetto all’anno scorso non c’era nemmeno la concorrenza di un altro fenomeno al tramonto come Mad Men (e vinse comunque GoT). Onestamente non so quali altri dei candidati potessero sperare di vincere.
MIGLIOR COMEDY
Black-ish
Master of None
Modern Family
Silicon Valley
Transparent
Unbreakable Kimmy Schmidt
Veep
Noi speravamo nella vittoria di Master Of None, ma Veep è una corazzata inossidabile che già aveva vinto l’anno scorso e che pare non conoscere ostacoli. Peraltro non le puoi nemmeno dire granché povera bestia.
ATTORE PROTAGONISTA IN UN DRAMA
Kyle Chandler, Bloodline
Rami Malek, Mr. Robot
Bob Odenkirk, Better Call Saul
Matthew Rhys, The Americans
Liev Schreiber, Ray Donovan
Kevin Spacey, House of Cards
A luglio, commentando le nomination e parlando del possibile Emmy a Rami Malek, dissi “dateglielo e basta”. E così è stato, non certo su mio suggerimento (per quanto mi piacerebbe) ma semplicemente perché il buon Malek se lo merita alla grande, e vederlo perdere l’anno scorso mentre vinceva Christian Slater nella stessa serie aveva fatto un po’ male al cuore. Ora tutto è sistemato.
ATTRICE PROTAGONISTA IN UN DRAMA
Claire Danes, Homeland
Viola Davis, How to Get Away with Murder
Taraji P. Henson, Empire
Tatiana Maslany, Orphan Black
Keri Russell, The Americans
Robin Wright, House of Cards
Eccolo qui l’altro sassolino (sassolone) che ci siamo tolti dalle scarpe. L’anno scorso vinse Viola Davis senza alcun motivo valido, se non forse un trattamento di favore per le minoranze, del tutto ipocrita. Questa volta finalmente si torna ai veri valori: Tatiana Maslany recita in una serie in cui interpreta una decina di personaggi e paradossalmente sembra quasi che Orphan Black le stia stretta, che sceneggiatura e regia non siano all’altezza di quello che la sua protagonista può dare. Emmy meritato e pure tardivo.
ATTORE NON PROTAGONISTA IN UN DRAMA
Jonathan Banks, Better Call Saul
Peter Dinklage, Game of Thrones
Michael Kelly, House of Cards
Kit Harington, Game of Thrones
Ben Mendelsohn, Bloodline
Jon Voight, Ray Donovan
Qui a Serial Minds Bloodline l’abbiamo proprio persa di vista (non si riesce a vedere tutto…) quindi non mi sento di fare chissà che commento pro o contro. Mi sarebbe piaciuto veder vincere Jon Voight, ma amen, quello è già una leggenda di Hollywood, emmy più, emmy meno non è che cambia tanto…
ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UN DRAMA
Emilia Clarke, Game of Thrones
Lena Headey, Game of Thrones
Maggie Smith, Downton Abbey
Maura Tierney, The Affair
Maisie Williams, Game of Thrones
Constance Zimmer, UnREAL
Fa uno strano effetto vedere vincere Downton Abbey, che sembra essere finita una vita fa. Eppure, complice le date della messa in onda americana (noi di solito tenevamo d’occhio quella inglese), è potuta rientrare in gara ancora una volta, garantendo il terzo emmy a Maggie Smith. A cui non puoi dire nulla a prescindere.
ATTORE PROTAGONISTA IN UNA COMEDY
Anthony Anderson, Black-ish
Aziz Ansari, Master of None
Thomas Middleditch, Silicon Valley
Will Forte, The Last Man on Earth
William H. Macy, Shameless
Jeffrey Tambor, Transparent
Secondo emmy di fila per Tambor, che si conferma come uno dei simboli della nuova stagione televisiva, in cui buona parte della qualità va cercata su piattaforme che “televisione”, nel senso stretto del termine, non sono. Il premio ci può anche stare, anche se forse avremmo esultato di più per qualche altro candidato, dall’amatissimo William H. Macy ad Aziz Ansari, ma pure per il bravissimo Thomas Middlemitch.
ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA COMEDY
Ellie Kemper, Unbreakable Kimmy Schmidt
Julia Louis-Dreyfus, Veep
Lauri Metcalf, Getting On
Tracee Ellis Ross, Black-ish
Amy Schumer, Inside Amy Schumer
Lily Tomlin, Grace and Frankie
Non so se è un record, devo verificare, ma cinque emmy di fila per Julia Louis-Dreyfus sono comunque qualcosa per cui dire “minchia!”. Ormai ci avrà fatto l’abitudine, li userà come fermaporta…
ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA COMEDY
Louie Anderson, Baskets
Andre Braugher, Brooklyn Nine-Nine
Tituss Burgess, Unbreakable Kimmy Schmidt
Ty Burrell, Modern Family
Tony Hale, Veep
Keegan-Michael Key, Key & Peele
Matt Walsh, Veep
Curiosamente, un altro uomo vincitore in abiti femminili: qui però i transgender non c’entrano, perché Anderson in Baskets interpreta proprio una normalissima madre, e già a suo tempo dicemmo che era piuttosto eccezionale. Quindi io dico sì, di gusto, con una piccolissima lacrimuccia per la mancata vittoria di Tituss Burgess, ma d’altronde mica possono vincere tutti…
ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA COMEDY
Anna Chlumsky, Veep
Allison Janney, Mom
Gaby Hoffmann, Transparent
Judith Light, Transparent
Kate McKinnon, Saturday Night Live
Niecy Nash, Getting On
Questa cosa onestamente mi stranisce, non capisco perché uno spettacolo live dovrebbe finire in mezzo alla normale serialità comica. E questo a prescindere dalla qualità della vincitrice, sia chiaro. Boh…
MINISERIE
American Crime
Fargo
The Night Manager
The People v. O.J. Simpson: American Crime Story
Roots
Eccolo qui il primo degli attesi e pretesi Emmy per American Crime Story. Li volevamo, sono arrivati, e ora si gioisce.
TV MOVIE
A Very Murray Christmas
All the Way
Confirmation
Luther
Sherlock: The Abominable Bride
Qualcuno l’ha bocciato considerandolo una mezza presa per il culo (per il suo essere uno speciale vittoriano ma anche un effettivo gancio alla serie regolare), fatto sta che però con Abominable Bride Sherlock ci ha tenuto incollati alla poltrona e ci ha fatto discutere per giorni. E poi se vince Sherlock va bene e basta.
ATTORE PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE
Bryan Cranston, All the Way
Benedict Cumberbatch, Sherlock: The Abominable Bride
Idris Elba, Luther
Cuba Gooding Jr., The People v. O.J. Simpson: American Crime Story
Tom Hiddleston, The Night Manager
Courtney B. Vance, The People v. O.J. Simpson: American Crime Story
E via con la girandola di attori vincenti per American Crime Story. Comincia Vance con il suo Johnnie Cochran, difensore del probabile assassino e capace di sconfinare dall’avvocato al predicatore mistico. Applausi.
ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE
Kirsten Dunst, Fargo
Felicity Huffman, American Crime
Audra McDonald, Lady Day at Emersons Bar and Grill
Sarah Paulson, The People v. O.J. Simpson: American Crime Story
Lili Taylor, American Crime
Kerry Washington, Confirmation
Dopo essere stata nominata tante volte per American Horror Story, Sarah Paulson DOVEVA vincere questo emmy (in una serie dal nome molto simile). La sua Marcia Clark (che la Paulson s’è pure portata in sala!) è semplicemente un’altra categoria, un perfetto miscuglio di competenza e fragilità, a restituire i drammi interiori di una donna che credeva di avere la vittoria in pugno e se l’è vista scivolare fra le dita. Bravissima, meritatissimo.
ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE / TV MOVIE
Sterling K. Brown, The People v. O.J. Simpson: American Crime Story
Hugh Laurie, The Night Manager
Jesse Plemons, Fargo
David Schwimmer, The People v. O.J. Simpson: American Crime Story
John Travolta, The People v. O.J. Simpson: American Crime Story
Bokeem Woodbine, Fargo
Anche Christopher Darden è stato un gran personaggio, il nero portato in squadra solo perché nero, costretto a dimostrare (fallendo) di avere i numeri per stare lì. La sconfitta sua e della Clarke è stato un banco di prova duro ma stimolante per i due attori coinvolti, e ne sono usciti alla grande.
ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE / TV MOVIE
Kathy Bates, American Horror Story: Hotel
Olivia Colman, The Night Manager
Regina King, American Crime
Melissa Leo, All the Way
Sarah Paulson, American Horror Story: Hotel
Jean Smart, Fargo
Devo ammettere che in questo caso nessuna delle candidate mi scaldava particolarmente il cuore, quindi boh, fate voi.
MIGLIOR REALITY-COMPETITION
The Amazing Race
American Ninja Warrior
Dancing with the Stars
Project Runway
Top Chef
The Voice
Non è roba che ci interessi.
MIGLIOR TALK SHOW
Comedians in Cars Getting Coffee
Jimmy Kimmel Live
Last Week Tonight with John Oliver
The Late Late Show with James Corden
Real Time with Bill Maher
The Tonight Show Starring Jimmy Fallon
Anche qui noi non c’entriamo, però se vi capita andate su youtube a cercare i monologoni comico-satir-giornalistici di Oliver, perché sono clamorosi.
VARIETY SKETCH SERIES
Documentary Now!
Drunk History
Inside Amy Schumer
Key & Peele
Portlandia
Saturday Night Live
Anche qui passiamo grazie.
MIGLIOR REGIA PER UNA COMEDY
Master of None (“Parents”), Aziz Ansari
Silicon Valley (“Daily Active Users”), Alec Berg
Silicon Valley (“Founder Friendly”), Mike Judge
Transparent (“Man on the Land”), Jill Soloway
Veep (“Kissing Your Sister”), David Mandel
Veep (“Morning After”), Chris Addison
Veep (“Mother”), Dave Stern
Eccoci tornati a ciò che ci compete. La concorrenza era feroce, ma l’episodio in cui Maura finisce in quella specie di festival hippie, cercando un posto dove sentirsi in qualche modo a casa senza trovarlo, era effettivamente un mezzo capolavoro.
MIGLIOR REGIA PER UN DRAMA
Downton Abbey (“Episode 9”), Michael Engler
Game of Thrones (“Battle of the Bastards”), Miguel Sapochnik
Game of Thrones (“The Door”), Jack Bender
Homeland (“The Tradition of Hospitality”), Lesli Linka Glatter
The Knick (“This Is All We Are”), Steven Soderbergh
Ray Donovan (“Exsuscito”), David Hollander
E vabbè, qui la vittoria era scontata. La Battaglia dei Bastardi è, dal punto di vista della messa in scena, l’episodio seriale più roboante e gigaenorme che si sia mai visto in televisione. Un emmy bisognava darglielo per forza.
MIGLIOR REGIA PER UNO SHOW DI VARIETA’
58th Grammy Awards, Louis J. Horvitz
Lemonade, Beyonce and Kahlil Joseph
Grease: Live, Thomas Kail and Alex Rudzinski
Adele: Live in New York, Beth McCarthy-Miller
Amy Schumer: Live at the Apollo, Chris Rock
The Kennedy Center Honors, Glenn Weis
Anche qui non c’entriamo niente.
MIGLIOR REGIA PER UNA MINISERIE, TV MOVIE O SPECIALE
All the Way, Jay Roach
Fargo (“Before the Law”), Noah Hawley
The Night Manager, Susanne Bier
The People v. O.J. Simpson: American Crime Story (“From the Ashes of Tragedy”), Ryan Murphy
The People v. O.J. Simpson: American Crime Story (“Manna From Heaven”), Anthony Hemingway
The People v. O.J. Simpson: American Crime Story (“The Race Card”), John Singleton
The Night Manager l’ho mollata dopo la prima perché mi pareva noiosissima. Quindi, ehm… ok…
MIGLIOR SCENEGGIATURA PER UNA COMEDY
Catastrophe (“Episode 1”), Rob Delaney and Sharon Horgan
Master of None (“Parents”), Aziz Ansari and Alan Yang
Silicon Valley (“Founder Friendly”), Dan O’Keefe
Silicon Valley (“The Uptick”), Alec Berg
Veep (“Morning After”), David Mandel
Veep (“Mother”), Alex Gregory and Peter Huyck
E bravo il nostro Aziz che si porta a casa l’emmy più importante per uno che decide di mettersi in proprio e scrivere le sue storie senza dover fare la spalla di nessuno. L’emmy per la migliore sceneggiatura comedy attesta il diritto di Ansari di sedersi fra i grandi di questo mestiere e noi, che siamo suoi estimatori della prima ora, non possiamo che gioire (peraltro l’episodio in questione, in qui l’autore porta sul set i suoi veri genitori, è il simbolo più evidente dello stile e della poetica di Ansari).
MIGLIOR SCENEGGIATURA PER UN DRAMA
The Americans (“Persona Non Grata”), Joel Fields and Joe Weisberg
Downton Abbey (“Episode 8”), Julian Fellowes
Game of Thrones (“Battle of the Bastards”), David Benioff and D.B. Weiss
The Good Wife (“End”), Robert King and Michelle King
Mr. Robot (“eps1.0_hellofriend.mov”), Sam Esmail
UnREAL (“Return”), Marti Noxon and Sarah Gertrude Shapiro
Ecco, questo è un po’ tirato. Se la Battaglia dei Bastardi meritava sicuramente il premio per ciò che sullo schermo si “vede”, non altrettanto gagliarda mi è parsa la sceneggiatura nuda e cruda, che è semplicemente funzionale al grande circo di immagini che doveva esplodere sullo schermo. Allora datelo a Mr. Robot, voglio dire, che sul singolo episodio spacca sempre e qui era candidata per il pilot che tanto polverone aveva sollevato.
MIGLIOR SCENEGGIATURA PER UNO SPECIALE DI VARIETA’
Amy Schumer: Live at the Apollo, Amy Schumer
John Mulaney: The Comeback Kid, John Mulaney
Patton Oswalt: Talking for Clapping, Patton Oswalt
Tig Notaro: Boyish Girl Interrupted, Tig Notaro
Triumph’s Election Special 2016
Visto nulla, c’entra niente con noi, avanti grazie.
MIGLIOR SERIE ANIMATA
Archer: The Figgis Agency
Bob’s Burgers: The Horse Rider-er
Phineas and Ferb Last Day of Summer
The Simpsons: Halloween of Horror
South Park: You’re Not Yelping
Archer è uno dei miei buchi, di cui mi pento ogni giorno, oggi ancora di più. Bisogna far scattare il recuperone, almeno entro Natale dai!
MIGLIOR SCENEGGIATURA PER UNA MINISERIE, TV MOVIE O SPECIALE
Fargo (“Loplop”), Bob DeLaurentis
Fargo (“Palindrome”), Noah Hawley
The Night Manager, David Farr
The People v. O.J. Simpson: American Crime Story (“From the Ashes of Tragedy), Scott Alexander and Larry Karaszewski
The People v. O.J. Simpson: American Crime Story (“Marcia, Marcia, Marcia”), D.V. DeVincentis
The People v. O.J. Simpson: American Crime Story (“The Race Card”), Joe Robert Cole
Ed eccoci all’ultimo emmy per American Crime Story, probabilmente la vincitrice più evidente della serata, col maggior numero di premi e l’impressione di aver proprio spaccato. Il premio alla sceneggiatura è peraltro doveroso, per una serie capace di raccontare un fatto di cronaca conosciutissimo a tutto il pubblico, riuscendo comunque a garantire la suspense del miglior thriller, unita a una rara capacità di coordinare un numero davvero elevato di personaggi, ognuno in grado di svettare e brillare a modo suo (e non a caso sono arrivati gli altri emmy). Qui a Serial Minds avevamo sperato fin da subito in questo trionfo, e quindi applaudiamo senza riserve. Quest’anno ci è andata proprio bene.