Marcella – La bombetta inglese del 2016 è un crime diverso da tutti di Marco Villa
Anche questa volta dimostrano di essere avanti
Fin dalla nascita di Serial Minds, ogni volta che abbiamo parlato di serie tv inglesi l’abbiamo fatto per sottolineare una diversità, un differente approccio alla materia e al genere. Al di là di quale fosse il genere. Nel corso di questi anni, abbiamo avuto le nostre belle delusioni anche dall’Inghlterra, ci mancherebbe altro, ma ogni volta che premiamo play sappiamo che ci sono grandi possibilità di trovare qualcosa che difficilmente troveremmo in una serie statunitense, fosse anche di HBO o Netflix. E Marcella è l’ennesima conferma di tutto questo.
Marcella è una nuova serie di iTV, in onda dal 4 aprile e con una prima stagione formata da otto episodi. Creata da Hans Rosenfeldt (autore dell’originale svedese di The Bridge), ha per protagonista Anna Friel, poliziotta che rientra in servizio dopo una lunga maternità. Anni di pausa per seguire i figli, mentre il marito faceva carriera in una gigantesca impresa che si occupa di beni immobiliari e costruzioni. Il ritorno al lavoro coincide con la decisione del marito di mollarla: con i figli che vanno in una scuola lontana da Londra e senza un marito, Marcella si fa tirare in mezzo dai suoi ex colleghi, che la tampinano perché un serial killer su cui lei aveva indagato è tornato in azione.
Se pensate di essere di fronte alla tipica serie investigativa con l’assassino seriale, non ci siamo: ovviamente c’è la parte dell’indagine, che Marcella conduce di testa sua, ma c’è molto altro. C’è la storia personale della protagonista, ovvero la crisi di una donna che vede crollare le proprie certezze, ma c’è anche la storia del marito: sì, perché l’azienda in cui lavora è sporca, sporca, sporca, con robe di corruzioni e abusi. E anche all’interno della famiglia che la possiede ci sono scontri e conflitti, acuiti dal fatto che la figlia della capa è l’amante del marito di Marcella.
Capito? Tre storie apparentemente slegate che si intrecciano tra loro in profondità. Ovvero: molto più di un normale crime, molto più di un normale drama famigliare. Ah, per non farsi mancare nulla c’è anche la possibilità che Marcella soffra di qualche rush momentaneo di violenza, di cui poi si dimentica.
Messe così in fila sembrano fin troppe cose, ma il pilot è semplicemente perfetto: i personaggi vengono introdotti senza mai uno spiegone, le situazioni si presentano una dopo l’altra con estrema naturalezza, così come del tutto naturale è il loro incastrarsi l’una con l’altra. In questo panorama, si impone alla grande Anna Friel, che riesce a dosare rabbia, delusione e disillusione con bravura da applausi.
La prima puntata di Marcella è l’esempio lampante di come andrebbero scritte le serie tv nel 2016, giocando sempre di rilancio e senza mai rinunciare a una scrittura fine e pulita. Ottimo.
Perché seguire Marcella: perché è l’ennesima conferma di come gli inglesi affrontino ogni serie con un taglio diverso
Perché mollare Marcella: perché nel pilot c’è tantissima roba e potrebbe disorientare