26 Giugno 2015 7 commenti

The Brink – Tim Robbins e Jack Black in una comedy politica tutta strana di Marco Villa

In The Brink il destino del mondo è in mano a un pugno di idioti

Copertina, Pilot

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Una delle mie serie preferite in assoluto è The West Wing, una delle chicche che sono più orgoglioso di aver visto è The Thick of It, una delle serie più stupide&geniali di questi anni trovo sia Veep e House of Cards, beh è House of Cards. Quindi: le serie politiche mi piacciono un botto, sia quelle serissime, sia quelle che distruggono l’idea stessa di politica. Arrivavo quindi con le migliori intenzioni a schiacciare play su The Brink, ma dopo la mezzoretta canonica il risultato è stato solo un grandissimo punto interrogativo.

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The Brink è una nuova comedy di HBO, in onda dal 21 giugno. Scritta da Roberto Benabib (Weeds) e da suo fratello Kim, il pilot ha la regia di Jay Roach, già regista dei vari Ti presento i miei, Austin Powers e del film tv Game Change. La parte più interessante, però, è il terzetto di protagonisti: Tim Robbins, Jack Black e Pablo Schreiber (il baffuto e perverso agente Mendez di Orange Is The New Black). Tim Robbins interpreta il segretario di stato americano, Jack Black è un funzionario dell’ambasciata USA di Islamabad, Pablo Schreiber un pilota di caccia. Ognuno di loro sta in un punto diverso del mondo, ma le storie ovviamente sono incrociate.

E ciò che unisce tutto è il rischio della terza guerra mondiale: un colpo di stato ha portato al potere in Pakistan un pazzo con le armi giuste per radere al suolo Tel Aviv, convinto che gli americani stiano rendendo sterili i pachistani. Per contrastarlo gli americani sono pronti ad attaccare e qui si inseriscono le storie dei protagonisti: per una serie di imprevisti idioti, Jack Black è l’unico americano rimasto in Pakistan, Tim Robbins è invece la colomba che cerca di fermare i falchi dell’amministrazione USA, mentre Schreiber è uno dei piloti di punta della possibile operazione.

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La situazione, insomma, è serissima, ma viene raccontata in modo decisamente surreale: il personaggio di Robbins (il migliore finora) è un puttaniere senza speranze, capace di interrompere summit tesissimi per ordinare il thailandese; il pilota è un mezzo spacciatore di psicofarmaci che si mette ai comandi del caccia sempre mezzo fatto e Jack Black… beh è Jack Black: si incasina per recuperare erba, ci prova con le ragazze che dovrebbero essere off-limits e simili. Tutto il pilot si basa su questo continuo cambio di tono: le scene che si potrebbero definire drammatiche vengono tagliate con qualche cazzata e viceversa. Un meccanismo di scrittura stimolante, ma tutt’altro che facile: ogni scena vive di continui picchi e crolli, senza avere mai una costruzione lineare.

Tutto voluto, ma il risultato è una serie di segmenti e sketch che fanno pensare al Saturday Night Live. Ed è un bel pensare, ovvio, ma The Brink è una cosa diversa: The Brink è una serie tv e si presenta come una storia, non come un insieme di momenti slegati tra loro. Poi tutti sono bravissimi e diverse cose fanno ridere, chiaro, ma è come se mancasse qualcosa, un collante in grado di dare un senso compiuto al tutto. È solo il primo episodio e The Brink ha tutta l’aria di essere una serie che avrà bisogno di crescere e strutturarsi con calma. O almeno questa è la speranza, perché le forze messe in campo sono notevoli e si potrebbe arrivare a qualcosa di genialmente idiota come La seconda guerra civile americana.

Perché seguirla: perché il cast promette benissimo e l’alternanza serio/cazzata può essere qualcosa di decisamente diverso

Perché mollarla: perché il pilot sembra un insieme di sketch più che una puntata strutturata

Argomenti comedy, HBO, the brink, veep


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