Hannibal cancellata: dolore sì, stupore no di Diego Castelli
Son tre anni che stava appesa a un filo…
L e brutte notizie non dovrebbero mai arrivare di lunedì.
Il lunedì È una brutta notizia, non ne servono altre.
Purtroppo però ieri non è stato possibile evitare la mazzata: Hannibal è stata cancellata, gli episodi attualmente in onda della terza stagione saranno gli ultimi (per lo meno su NBC, di questi tempi chissà…).
Dolore generalizzato e comprensibile: Hannibal è una delle cose migliori della tv attuale, un misto di profondità e stile che si vede raramente, anche se certamente non è per tutti.
Ecco la frase-chiave: “non è per tutti”. Sì perché insieme al dolore-generalizzato-e-comprensibile vedo anche profondo stupore, ma purtroppo non c’è molto di che essere sorpresi. Anzi, casomai bisogna stupirsi del fatto che sia durata così tanto.
Per comodità, ecco un breve specchietto su come funziona la faccenda dei rinnovi:
Fai buoni ascolti + tutti parlano bene di te = rinnovata
Fai buoni ascolti + nessuno parla di te (o ne parlano male) = rinnovata
Fai brutti ascolti + tutti parlano bene di te = PERICOLO!
Fai brutti ascolti + nessuno parla di te = cancellata
Questo vale per la tv generalista, mentre per la pay valgono logiche un po’ diverse, in cui aumenta il peso della chiacchiera che si fa su una serie (per maggiori info, citofonare Mad Men).
Fin dalla prima puntata della prima stagione, Hannibal stava nella fascia pericolo. Il pilot venne sonoramente sconfitto da Scandal ed Elementary, e da lì in poi fu una discesa abbastanza costante.
Normalmente la serie sarebbe stata cancellata subito, ma la salvarono alcune considerazioni di carattere sia commerciale che comunicativo: da una parte la serie era partita maluccio, ma non è che gli altri show di NBC stessero brillando (anzi) e in più Hannibal funzionava bene sui giovani e nell’ascolto non-lineare (tradotto, erano molti quelli che se lo guardavano registrato invece che nella normale messa in onda). Soprattutto, tutti gli addetti ai lavori cominciarono a parlare bene di Hannibal (e ci credo!): critiche positive dei recensori, premi vari, e una generale aura di coolness.
A NBC faceva piacere essere cool grazie ad Hannibal, ma trattandosi di tv generalista essere cool non basta. Essere cool attira investimenti pubblicitari, ma non quanti ne perdi per il fatto che fai pochi ascolti.
Il risultato, a un certo punto inevitabile, è che Hannibal è stata cancellata. Se fosse andata in onda su una cable (e Hannibal ha tutte le caratteristiche stilistiche di una serie cable), gli ascolti sarebbero stati assai meno importanti e probabilmente non ci sarebbero stati problemi per un ulteriore rinnovo.
Adesso chissà: se ci fosse abbastanza protesta popolare, qualcuno tra i nuovi soggetti della serialità televisiva (Netlifx, Hulu, Amazon ecc) potrebbe anche essere interessato a tenerla viva.
Quello che però mi spiace è vedere in giro gli insulti verso NBC. Non facciamo gli ingenui, cari amici, non facciamo quelli che si lamentano a prescindere se gli tolgono i giocattoli. Non dimentichiamo che le serie tv sono prima di tutto un prodotto commerciale, e come tale devono sottostare a determinate logiche. Logiche che nella storia dell’umanità non hanno mai impedito la nascita dell’arte – Michelangelo è stato pagato per Cappella Sistina, non è che s’è alzato una mattina dicendo “cià, oggi mi gira di dipingere il soffitto” – ma che allo stesso tempo possono diventare stringenti quando la situazione diventa insostenibile. Al massimo possiamo prendercela con gli spettatori americani, loro sì responsabili in prima persona dei bassi ascolti.
Credo fosse Garcia Marquez che diceva: “Non piangere perché è una cosa è finita, sorridi perché è accaduta”.
E in una vecchia intervista Marquez aggiunse: “e non insultare NBC per averti dato tre anni di Hannibal, quando altri l’avrebbero chiusa dopo tre giorni”.