Game of Thrones e la ridicola polemica su Sansa di Diego Castelli
Tocca rispiegare la basi…
ATTENZIONE, SPOILER SULLA 5X06 DI GAME OF THRONES!
Fino a ieri pomeriggio non avevo ancora visto la puntata settimanale di Game of Thrones, ma avevo già intercettato alcuni commenti spoilerosi sparsi per internet.
Al netto delle bestemmie (per gli spoiler) avevo letto che era scoppiato un mezzo putiferio a causa di uno stupro ai danni di Sansa. Stupro perpetrato da Ramsay subito dopo il matrimonio, come succedeva a tante povere ragazze nei matrimoni combinati del… stavo per dire medioevo, in realtà succede ancora oggi in un sacco di posti.
Pur avendo colto queste informazioni non volevo sapere altro, e quindi sono arrivato alla puntata pensando che fosse una scena particolarmente cruda, o che so io. Ieri sera guardo l’episodio e alla fine rimango perplesso: sì ok, la scena è molto dura, subita da un personaggio importante e quindi molto “sentito”.
Allo stesso tempo, poteva essere visivamente più pesante: di fatto non si vede Sansa stuprata, si sentono i suoi lamenti fuori campo e si vede la faccia sconvolta di Theon, che ormai ha quell’espressione lì anche quando il concorrente non vince il gioco finale dell’Eredità su Rai Uno. Come dire, il regista ha comunque usato su di lei una sorta di pudore e rispetto non concessi ad altri personaggi in questi anni.
E quindi ero perplesso: possibile che la gente si sia scandalizzata per questa cosa? In una serie piena di incesti, crani sfondati, peni tagliati e altri stupri vari?
Dopo tutto questo, senza più paura (o quasi) degli spoler, vado a informarmi un po’, e scopro il vero, recondito motivo della protesta: lo stupro nei libri non c’è.
Nei libri – perdonatemi se dico imprecisioni, mi sono documentato rapidamente – Ramsay si sposa con una tizia che in realtà viene spacciata per Arya. Poi la stupra comunque, ma né ad Arya né a Sansa succede niente. E da qui tutto il macello.
A questo punto, purtroppo, qui a Serial Minds tocca tornare su argomenti a lungo dibattuti.
Ragazzi, ve ne dovete fare una ragione: non c’è nessuna legge che obblighi gli autori di film e serie tv a rimanere sempre fedeli alle opere letterarie da cui traggono spunto.
No, non c’è alcun obbligo morale o etico, e soprattutto non ci deve essere. Se siamo qui a fare un blog di serie tv è perché siamo convinti che le serie siano prodotti commerciali (ma anche potenzialmente opere d’arte) che non possono subire la sudditanza, quando non il bullismo, di altre opere da cui prendono spunto.
Il caso di Game of Thrones, per essere chiari, non ha alcuna specificità: è dalla nascita del cinema che il mezzo audiovisivo prende materiale letterario e lo riadatta e lo rimastica in mille modi.
Nell’adattamento filmico o televisivo di un romanzo entrano in gioco centinaia di fattori, dall’autorialità di chi fa l’adattamento a questione di tempistiche, dal lavoro degli attori (che possono spostare in un senso o nell’altro l’interpretazione di un personaggio) alla pressione dei fan in questo o quel verso.
Ma sapete quanti sono i capolavori della storia del cinema che sono tratti da libri di cui stravolgono in tutto o in parte la trama? Un numero incalcolabile. Solo che in quei casi i film sono più famosi dei libri, e ci sono meno persone che si lamentano dei cambiamenti.
Con questo non voglio essere ipocrita: anche a me è capitato spesso di provare fastidio di fronte a certi cambiamenti tra un libro e un film. Ma questo è naturale: è naturale che conoscere una storia e innamorarsene porti a provare rigetto verso un riadattamento successivo che ne cambi alcuni elementi magari per noi importanti.
Ma il salto mentale necessario è quello di ammettere che la Sansa di HBO non è quella di George Martin. Sono due Sansa diverse, di due universi paralleli diversi ancorché molto simili. E non solo non c’è niente di male in questo, ma non potrebbe essere diversamente. Perché se anche non ci fosse un problema narrativo specifico (stupro sì, stupro no ecc) il fan dei libri si potrebbe appellare al colore dei capelli, a questo o quel dialogo, a un mood generale che nasce anche nella SUA mente, nella SUA percezione del testo.
Per questo commenti come quello qui sotto mi fanno cadere le braccia:
Just caught up on #GoTSeason5 …Sansa isn’t raped in the books. Why portray her as weak when she isn’t? Same with Dany in series 1…
— Ria (@ria_peck) 19 Maggio 2015
“Perché rappresentarla come qualcosa che non è”?!?!?!
Ma cos’è, tua cugina? Una compagna del liceo? Ti piacerebbe…
Mi spiace essere io a dirtelo, cara Ria, ma Sansa Stark non esiste (spoiler alert). È un personaggio di finzione, e come tale gli autori che ci lavorano possono farci quello che vogliono.
La domanda che bisogna porsi deve essere dunque interna alla serie: è utile/legittimo/narrativamente interessante che Sansa di HBO venga stuprata nella serie di HBO? Ha senso “lì dentro”?
Possiamo benissimo essere in disaccordo su questa cosa. A me non ha disturbato per niente – narrativamente parlando – perché Sansa è sì un po’ più cazzuta di qualche tempo fa, ma da lì a ribellarsi a uno come Ramsay, che ci mette un attimo ad ammazzarla, ce ne corre. In più, questa umiliazione diventa terreno fertile per una straordinaria vendetta che, spero, arriverà da qui a chissà quanto.
Ma ripeto, la mia opinione in merito, soprattutto a un livello prettamente emotivo, vale tanto quanto quella di chiunque altro.
Analizzare, commentare, sviscerare una serie tv va benissimo ed è bellissimo (Serial Minds esiste per quello). E anche confrontare matrice letteraria e prodotto audiovisivo è da sempre fonte di splendide riflessioni e accrescimento intellettuale. Così come del tutto legittimo è considerare una certa versione di una storia migliore di un’altra. (Detto che mi piacerebbe sapere cosa sarebbe successo se i lettori dei libri che stanno protestando avessero visto prima la serie, ma vabbe’…)
Ma vi prego, vi scongiuro, in nome dell’amore che tutti proviamo per le serie tv e della dignità che gli riconosciamo come forma d’arte: smettiamola di giudicare una serie solo sulla base del “questo nei libri non c’è”.
È una roba da nerd, ma non nerd simpatici e colti con lo sguardo furbino: nerd nel senso di faccia piena di brufoli, salivazione eccessiva e vocina stridula e irritante.
Anche no.
(PS: mi fanno notare che lo stesso George Martin la vede come noi: potete leggere la sua opinione in merito a questo link).