Fresh Off The Boat – Una di quelle comedy che restano lì a metà di Marco Villa
Un protagonista che funziona, alcune battute che valgono, ma Fresh Off The Boat non decolla
Ogni anno è la stessa storia: tifiamo fortissimo per Parks and Recreation, Community, Episodes, Girls, Shameless e tutte quelle belle comedy che piacciono a noi, ma nelle nomination degli Emmy ritroviamo sempre Modern Family e The Big Bang Theory. Sulla seconda potremmo aprire discorsi lunghissimi, sulla prima invece possiamo chiuderla con una sola parola: anche basta, dai. Colpa mia, senz’altro. Ad ogni modo questo pippone lamentoso in apertura è tutta colpa della serie tv di cui parliamo oggi. Si chiama Fresh Off The Boat ed è un incrocio tra Modern Family, Everybody Hates Chris e The Middle (ecco, quella è una serie che mi pento di aver mollato troppo presto, ma ormai è tardi).
Fresh Off The Boat è la nuova comedy di ABC, in onda dal 4 febbraio. Creata da Nahnatchka Khan (già creatrice di Don’t Trust the Bitch in Apartment 23, ciao Krysten Ritter sei sempre nel nostro cuore), è ispirata all’omonimo libro di Eddie Huang, 32enne cuoco e mezza celebrità dei programmi televisivi USA dedicati alla cucina. La storia della serie è quella dello stesso Huang, che da ragazzino si trasferì da Washington a Orlando (Florida) insieme alla famiglia, per consentire al padre di inseguire il suo sogno: gestire una steakhouse.
Oltre a padre e madre (rispettivamente Randall Park – Veep – e la bellissima Constance Wu), ci sono tre figli, tra cui il nostro Eddie, sorta di essere in età pre-puberale e con una personalità decisamente sviluppata. Mentre i fratelli si ambientano subito alla perfezione nel nuovo ambiente, Eddie fatica a inserirsi nelle dinamiche scolastiche. È attraverso i suoi occhi e le sue piccole ribellioni che seguiamo le vicende della famiglia, tra un padre perso in improbabili tentativi di lanciare il ristorante e una madre costretta a cercare di socializzare con le ricche casalinghe del quartiere residenziale in cui la famiglia si è trasferita.
L’elemento maggiormente in vista è il cast: il protagonista suscita una simpatia istintiva e tutto ciò che ruota intorno al padre (soprattutto il personaggio interpretato da Paul Sheer, protagonista di quell’adorabile cazzatona di NTSF:SD:SUV) è caratterizzato da un’idiozia di fondo che Serial Minds non può non premiare. A parte questo, però, non c’è nulla che entusiasmi: La trama non è niente di nuovo e anche scrittura e messa in scena non spiccano. Certo, c’è un effetto nostalgia dato dai mille riferimenti agli anni ‘90 in cui la serie è ambientata e fanno sorridere sia i tentativi di Eddie di guadagnarsi una street credibility in quanto appassionato della cultura hip hop, sia tutte le citazioni di Shaquille O’Neal, che ai tempi a Orlando era un paio di gradini sopra Gesù Cristo; a parte questo, però, si faticano a trovare motivi di vero interesse. Gran parte dei pilot che vediamo durante l’anno sono medi, Fresh Off The Boat non smentisce questa statistica.
Perché seguirla: per la vena idiota e per il ragazzino protagonista
Perché mollarla: perché ne trovate altre dieci di questo livello