Backstrom: Rainn Wilson da The Office al poliziesco di Francesco Martino
A tanto così da una buona serie, ma manca ancora un pochino
Immaginate di dover creare un nuovo serial televisivo. Vorreste andare sul sicuro, e quindi puntereste immediatamente su un genere “solido” come il poliziesco, meglio se procedurale, magari con una base letteraria alla spalle, così da non dover inventare troppo, e con un protagonista atipico, insolito per il genere. Ve lo ricordate quanto era bello House? Ecco dai, mettiamoci un bel protagonista burbero, scontroso e antipatico. Sì esatto, uno stronzo! Mixate il tutto con cura, ma nemmeno troppa, ed eccovi Backstrom, il nuovo poliziesco-procedurale-comedy-drama (mamma mia che fatica…) di casa Fox, creato da Hart Hanson, già padre di Bones.
Non era un segreto che il punto forte di questo serial dovesse essere il suo protagonista, Rainn Wilson, famoso per la sua lunga militanza in The Office e per collaborazioni con progetti come Entourage, Family Guy e Adventure Time, e che ora si ritrova in un personaggio diverso, in costante bilico tra il comico e il tragico.
Backstrom è infatti un continuo mix tra serio e faceto, per metà Law and Order e per metà Brooklyn Nine Nine. Da una parte abbiamo gli omicidi, i cadaveri e le indagini, mentre dall’altra ci sono i protagonisti, macchiette spesso esasperate che interagiscono con situazioni reali. Lo stesso Everett Backstrom, il protagonista della serie, è un cliché dell’intrattenimento in piena regola: ha un pessimo carattere, beve e fuma troppo (la serie si apre proprio con una visita dal medico), ha problemi di cuore e vive in una casa galleggiante. Però è un sacco intelligente e un investigatore di prim’ordine.
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Nonostante queste caratteristiche potrebbero far pensare a un accumulo di situazioni già viste – trovo il cadavere, indago e arresto il colpevole – e battute scontate, la bravura di Wilson riesce a salvare il suo personaggio, rendendolo molto più credibile dei suoi comprimari, decisamente incapaci di incidere davvero nell’economia della serie e apparendo quasi come dei cartonati con un paio di battute divertenti.
Voler basare un intero show su un bravo attore non è certo reato, ma il tutto comincia a diventare rischioso se il personaggio sembra troppo monodimensionale. Mi spiego meglio: nonostante l’ottima interpretazione di Wilson, dopo due episodi il suo personaggio appare ancora un po’ troppo piatto, senza una vera identità. Al momento manca una marcata linea orizzontale (a parte certi accenni al possibile figlio e alla ex moglie), e il timore è che ci voglia troppo tempo prima di arrivare a un approfondimento decente della figura di Backstrom.
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C’è insomma una sorta di insicurezza, che oltre a essere potenzialmente dannosa per gli ascolti (il secondo episodio è calato parecchio rispetto al pilot) trasmette anche una certa indecisione nei toni della serie. Come accennato in precedenza Backstrom può essere definito come un mix tra i procedurali polizieschi più classici e le sit-com single camera; un’idea sulla carta interessante, ma che per adesso stenta a decollare e a trovare la giusta combinazione tra le due identità, restituendoci solo qualche momento divertente e troppi momenti mediocri.
Nonostante la mole delle critiche possano apparentemente non lasciare scampo a Backstrom, basterebbe però davvero poco per trasformare questa serie da prodotto dimenticabile a qualcosa di solido e davvero originale. Io poi sono particolarmente buono, e ho deciso di concedergli fiducia per almeno altri tre episodi. La speranza è di non pentirsene.
Perché seguirla: Rainn Wilson perfettamente calato in un ruolo divertente e con un mix di generi alle spalle.
Perché mollarla: Rainn Wilson che regge da solo un’intera serie è un po’ pochino, e per ora i due generi non sembrano andare così d’accordo.
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