The Man In The High Castle – L’attesissima serie tv tratta da La svastica sul sole di Marco Villa
The Man In The High Castle, il pilot della serie di Amazon tratta dal libro di Philip K. Dick
Come già avvenuto lo scorso anno, in un afflato di grande democrazia, Amazon ha messo a disposizione del pubblico un bel numero di pilot di nuove serie (per l’esattezza 13), lasciando agli utenti dell’internet il compito di guardarli, valutarli, votarli e decidere così quali far diventare serie. Una scelta allo stesso tempo geniale e paracula, che ci pone di fronte a un botto di episodi presentati con grande enfasi, ma che potrebbero restare pezzi unici senza nient’altro attaccato. Tra quelli prodotti quest’anno, la statuina per il più promettente e intrigante va senza dubbio a The Man In The High Castle ovvero la trasposizione seriale dell’omonimo romanzo di Philip K. Dick, meglio conosciuto in Italia come La svastica sul sole.
Siamo nel 1962 e il mondo non è come lo conosciamo: la Germania e il Giappone hanno vinto la Seconda guerra mondiale e si sono divise il mondo. Non solo: si sono divise anche l’America. La costa ovest è giapponese, la costa est è tedesca, con un fascione neutrale al centro a fare da cuscinetto. Ovviamente non è una situazione pacifica: entrambi i regimi sono durissimi e in particolare quello tedesco, che nei quasi vent’anni successivi alla fine della guerra ha portato avanti ogni tipo di pulizia etnica possibile e immaginabile. I giapponesi sono un po’ più morbidi, ma senza esagerare, anche perché temono che l’imminente morte di Adolf Hitler scateni lotte di potere a Berlino e liberi la voglia dei gerarchi di un mondo non più in comproprietà.
Poche righe, ma più che sufficienti per capire che la storia è una bomba, anche se non si conosce il libro di Dick. In questo contesto, si muovono le vicende dei personaggi principali, intrecciate tra loro a vari livelli. Ci sono gli uomini di potere, da una parte e dall’altra; ci sono i cattivoni torturatori sul campo e ci sono i buoni, che ovviamente sono gli americani e fanno parte della resistenza. Se è evidente che non si può dire nulla sul fascino e sulla potenza di una storia di questo tipo, va invece detto qualcosa sulla realizzazione, perché il pilot di The Man In The High Castle non è esattamente un gioiellino di scrittura.
Nei 60 minuti della puntata vengono date tantissime nozioni senza grossi spiegoni (bravi), ma tutto quello che non è pura informazione è di una lentezza impressionante. I dialoghi sono di maniera e poco ritmati e in generale c’è la sensazione che ogni scambio di battute sarebbe potuto durare la metà. È evidente che questo derivi dalla volontà di non mettere in fila una serie di scenette brevissime, ma sarebbe forse stato meglio lasciare fuori dal pilot alcune parti e approfondirle in seguito. Qui però si torna all’apertura e al fatto che c’è un pubblico da convincere in una botta e via, mettendo più roba possibile.
Non si tratta però di una buona pratica di scrittura e il risultato è qualcosa di strozzato e senza tensione, anche per colpa di un cast che non pare particolarmente dotato. Non si può certo dire che sia una puntata brutta, perché bisognerebbe essere davvero dei geni per riuscire a rendere brutta una storia così, ma di sicuro la partenza di The Man On The High Castle non è quella che sarebbe potuta essere. Al momento potrebbe essere il pilot di una buona serie, ma questa storia merita molto di più. La luce verde da parte di Amazon è praticamente scontata, ci sarà modo di vedere.