Man Seeking Woman: il nuovo dove non te lo aspetti di Diego Castelli
Temi la sciocchezuola, e invece…
È sicuramente piacevole quando aspetti a lungo una serie e quella si rivela all’altezza delle aspettative. Ma la gioia vera arriva quando butti su un pilot di cui non sai assolutamente niente, e quello di rivela una delle cose migliori che hai visto negli ultimi tempi.
Questa è la mia esperienza con la nuova comedy di FXX. Siccome qualche spoiler lo devo fare, sennò non riesco a spiegarmi come vorrei, facciamo che ve lo dico subito: Man Seeking Woman va vista, e se tutta la stagione reggerà il livello del pilot siamo di fronte a qualcosa di grosso. Quindi, se vi fidate, smettete di leggere, guardate il pilot e poi tornate.
Noi intanto si va avanti.
Man Seeking Woman è creata da Simon Rich, trentenne enfant prodige della comicità americana che nonostante l’aspetto da dodicenne ha già all’attivo romanzi, raccolte di racconti, e collaborazioni con diversi show televisivi e film. Proprio da una raccolta di racconti di Rich (The Last Girlfriend on Earth) è tratta Man Seeking Woman, che racconta le vicissitudini di Josh Greenberg, ventisettenne neo-single che cerca di tornare in pista e trovare l’amore della sua vita.
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Se il concept di base è abbastanza banale, a fare la (enorme) differenza è il modo con cui la ricerca di Josh viene raccontata.
Dopo aver ricevuto qualche inutile consiglio dal classico amico-che-la-sa-lunga, Josh accetta di incontrare un’amica svedese della sorella. E già le parole “amica svedese” ci fanno pensare a una bella bionda con le poppone.
Invece all’appuntamento si presenta un troll. E non dico “troll” per descrivere con simpatia l’aspetto della povera fanciulla, intendo proprio un troll, una creatura mitologica scandinava, una specie di gnomo orrendo che grufola e morde.
Lo straniamento per lo spettatore è immediato, totale. Il troll viene identificato come tale dai personaggi, ma nessuno si stupisce della sua esistenza, o della sua legittimità in quanto “femmina da appuntamento”.
Inutile dire che l’effetto surreale suona geniale e divertentissimo, e si ripropone con la stessa forza in altri due macro-momenti, su cui non darò troppi dettagli: quando Josh incontro il nuovo fidanzato della ex, e quando finalmente sembra riuscire a trovare un normale essere umano da corteggiare.
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L’intento metaforico dell’operazione è palese: nel seguire le avventure del protagonista non vediamo la realtà per come è, ne vediamo invece una sua versione distorta e trasformata dalla potenza delle sensazioni di Josh. Il che non significa che Josh sia matto, vuol dire solo che la rappresentazione di ciò che prova non può passare attraverso una messa in scena tradizionale: ecco allora che la ragazza, brutta come un troll, diventa effettivamente un troll.
A stupire e divertire è la totale mancanza di stacco tra realtà e finzione, la loro completa compenetrazione. Non c’è un personaggio che dice o pensa “quella ragazza era brutta come un troll”, mostrandoci poi una visualizzazione ipotetica di quella fantasia. Questa sarebbe una modalità più classica, tipo Scrubs o Family Guy. No, qui l’immaginazione è la realtà, e così facendo le sensazioni del protagonista arrivano allo spettatore in modo eccezionalmente vivo e originale.
E visto che ultimamente il concetto di comedy crea qualche imbarazzo metodologico, diciamo anche una cosa che forse finora non ho sottolineato abbastanza: Man Seeking Woman fa proprio ridere.
Per quanto mi riguarda, quindi, il pilot è strapromosso. Rimane da capire se la serie riuscirà a tenere questo livello anche in futuro: non ho letto il libro da cui è tratta, e quindi non so dire se gli altri episodi-racconti saranno ugualmente ficcanti. Ma ragazzi, dopo un pilot così le si dà fiducia e basta.
Perché seguirla: originale, surreale, divertente, una chicca che non mi aspettavo.
Perché mollarla: il Villa al momento è meno entusiasta di me. Se di solito siete d’accordo solo con lui, è legittimo farsi degli scrupoli.
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