Downton Abbey – Lo speciale natalizio che ha commosso grandi e piccini di Marco Villa
La brutta stagione di Downton Abbey riscattata da un Christmas Special da lagrimoni
[SPOILER ALERT: SI PARLA DI TUTTA LA QUINTA STAGIONE]
Premessa: mi sento un po’ un usurpatore a scrivere questo pezzo. A Serial Minds amiamo le tradizioni e tra quelle che abbiamo instaurato possiamo senza dubbio ricordare il Castelli che non stronca nemmeno sotto tortura, io che parlo male di Vikings e la nostra amica Chiara Grizzaffi che parla di Mad Men e Downton Abbey. Cose fisse, che non si potrebbero cambiare nemmeno se il Castelli dovesse recensire The Lady di Lory Del Santo o se Olivia Munn entrasse nel cast di Vikings, ma che ci tocca andare a toccare solo perché la già citata nostra amica è impegnata con una roba che si chiama dottorato. Almeno cercasse delle scuse migliori, ma vabbè: ci è pigra, lo sappiamo.
Vista la defezione, mi butto a pesce sullo speciale natalizio di Downton Abbey, con una rapidità e una reattività che avrebbero fatto invidia a Giulio Andreotti quel pomeriggio con Paola Perego. Lo speciale è andato in onda esattamente la sera di Natale e ha messo fine alla quinta stagione. Quinta stagione che è stata veramente robetta: pochissime cose vagamente interessanti, annacquate in una grande quantità di sottotrame inutili e tirate in lungo.
Lo so, detta così è un po’ dura, ma davvero ho faticato a trovare motivi di interesse nel neverending amletico dilemma di Lady Mary tra i suoi spasimanti, nella faccenda del corteggiatore di Cora (peraltro, sia detto una volta per tutte, interpretata da una delle peggiori attrici del globo terracqueo), per non parlare dell’eterno ritorno delle faccende carcerarie dei coniugi Bates. Per fortuna è arrivato lo speciale natalizio a rimettere le cose a posto, con un’ora e mezza più densa dell’intera stagione che l’ha preceduto.
Non siamo di fronte a un capolavoro, ma a una puntata in grado di tirare nuovamente le fila del racconto, senza perdersi nel nulla e senza esagerare con i toni. Un esempio: la faccenda della figlia di Edith, centrale per tutta la stagione e risolta in una scena quasi di passaggio. O anche la storia della prigionia di Mary, spazzata via in mezzo secondo con un “e poi il testimone non è neanche più tanto sicuro”. Scene tutt’altro che memorabili, che hanno chiuse storyline molto lunghe e davvero prescindibili.
Lo speciale natalizio, però, non è stato solo l’episodio in cui si è fatta giustizia di alcune cose brutte della quinta stagione. Lo speciale natalizio è stato anche e soprattutto l’episodio in cui Downton Abbey è tornata a far scendere la lacrimuccia ai suoi spettatori. I momenti sono due e parto dall’ultimo: nonostante la storia sia stata una palla e la riedizione di qualcosa di già visto, l’abbraccio tra Mary e Mr. Bates di fronte all’albero è qualcosa che fa sciogliere. Una scena facilissima, quasi imbarazzante per la paraculaggine (sì, sotto ci sono canti di Natale e davanti c’è l’albero), ma di cui si sentiva fortemente il bisogno.
Il momento più bello, però, risale a pochi minuti prima e sta tutto in una battuta, in quel “Of course I’ll marry you, old booby” con cui Mrs. Hughes accetta la proposta di matrimonio di Mr. Carson. I due capoccia della servitù sono ormai da tempo i personaggi più belli della serie, quelli meglio caratterizzati e assortiti: se Mr. Carson spesso è una macchietta (comunque divertente), Mrs. Hughes è il personaggio in grado di smussarne gli eccessi e di renderlo meno estremo. Il loro matrimonio è qualcosa di perfetto e atteso e l’intera proposta è molto commovente.
Questi i due eventi cardine, sostenuti da tante chiusure di racconto necessarie, tra le quali spicca l’imminente partenza di Tom per gli Stati Uniti, pagina finale di un capitolo aperto ormai secoli fa. Un buon episodio, che ha dato una botta di defibrillatore a una serie troppo spesso in crisi di idee. Perché in fondo Downton Abbey non puoi fare a meno di guardarla e ti fa pure stare bene, ma prima o poi il momento della saturazione rischia di arrivare. Per ora, è stato rimandato. Ed è già una buona notizia.