12 cose che ricorderemo di Sons of Anarchy di Diego Castelli
Poi basta, promesso!
Ok, possiamo capire che per i non-fan la cosa stia diventando ridondante. Ma ci dovete scusare, è passata solo una settimana e per noi è un lutto di quelli importanti, dobbiamo elaborarlo come meglio ci viene.
Dopo questo articolo ce ne stiamo buoni per un po’, promesso!
Ecco alcune delle cose che non dimenticheremo di Sons of Anarchy. Immaginiamo che ognuno abbia le sue, raccontatecele senza paura!
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OH PIENO DI SPOILER!
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1. La bromance tra motociclisti
È da sempre uno degli aspetti che più colpisce lo spettatore distratto di Sons of Anarchy: sapientemente lontani dallo stereotipo del macho puro, i Sons non sono pezzi di ghiaccio mossi solo dalla volontà di potenza, e nemmeno buffi guasconi con la battuta sempre pronta e l’allergia ai sentimenti. Tutt’altro: costruiti come una vera famiglia, ben oltre qualunque legame di sangue, i figli dell’anarchia si abbracciano, si stringono, non hanno paura delle lacrime. Anzi, spesso si dicono quel “I love you brother” che nelle prime puntate sembrava quasi strano, fuori posto, e poi è diventato un mantra imprescindibile.
2. Il feticismo per il Reaper
Quello scheletro con la falce, icona del club, è diventato un simbolo che vorremmo vedere ovunque, su tazze e cofani, su giubbotti e calzini. Nella serie campeggiava soprattutto sulle schiene dei nostri eroi e sul mitico tavolo del club, dove il presidente di turno amministrava la democrazia tenendo in mano un martelletto da giudice con la stessa grazia con cui Bud Spencer terrebbe in mano una stilografica. Ehhh, quanti ricordi…
3. Opie
Tutto sommato, credo che la morte di Opie sia ancora quella più devastante di tutti. Volevamo proprio bene a questo gigantone barbuto che all’inizio della serie aveva lasciato il club per star dietro a moglie e figli, e che poi ha attraversato una serie di sfighe così esorbitanti che non era proprio possibile non amarlo totalmente. Tanto più che questo amore non veniva solo dal suo essere “vittima”, perché in realtà in altre occasioni ci ha dato modo di applaudire a scena aperta: ve lo ricordate quando ha sparato alla Stahl? Che fottutissima gioia! Nel series finale Sutter gli ha dedicato un momento speciale, con Jax che va sulla sua tomba per un ultimo saluto. Non si poteva proprio evitare.
4. Quelle inquadrature esagerate, ma che arrivano al punto
Quella che ho particolarmente in mente è l’immagine di coppia Jax-Tara quando Jax diventa presidente, ve la ricordate? Identica per composizione alla vecchia foto di Gemma. Nel corso di tutta la serie Sutter ha sempre mostrato grande interesse per queste inquadrature estremamente significanti, anche a costo di finire nel retorico: rispetto a sottili citazioni che solo pochi potevano capire, il buon Kurt ha sempre preferito le composizioni precise e chiare, ma di cui abbiamo sempre percepito la potenza piuttosto che la (possibile) banalità. Bravo.
5. Le cover rock-folk delle canzoni (sentite dall’inizio alla fine)
Se c’è una cosa di cui non sono esperto è la musica. Detto questo, praticamente ad ogni episodio, oltre alla già fighissima sigla, c’era da rimanere incantati di fronte a scene mute, lunghe e dense di dramma, in cui i sons ammazzavano qualcuno o si facevano fondamentali domande sulla vita, mentre sotto scorreva una qualche canzone sporca e rugginosa, spesso cover bastarda e maschia di qualche successo del passato. Del tipo che ogni tanto ci si fermava, si tendeva l’orecchio e si diceva “ma io questa la conosco, e questa versione è spettacolare!”
6. Tig e Venus
In questa serie di motociclisti cazzuti, dove ci si spara in continuazione, dove le suocere ammazzano le nuore con forchettoni da arrosto e dove le ammucchiate con le pornostar sono all’ordine del giorno, c’è stato anche spazio per l’amore vero. E mica un amore qualunque, bensì un imprevedibile amore gay capace di toccare insospettabili vette di dolcezza. “Insospettatibili” non per l’amore gay in sé, ovviamente, ma perché uno dei due è un biker violento e un po’ schizzato, e l’altro una escort specializzata in sadomaso e punizioni. E invece, dai primi sguardi un po’ buffi al finale dell’ultima stagione, Tig e Venus sono diventati probabilmente la coppia migliore della serie. Auguri a tutti e due per una vita di felicità e strani giochi erotici.
7. L’attaccamento di Unser alla vita
Ve lo ricordate Unser all’inizio? Uno sceriffo formalmente nemico dei Sons (ma solo di facciata) a cui rimaneva poco da vivere. Unser il tumorato, Unser con un piede nella fossa. Era un po’ un tormentone, nelle prime stagioni, ed eravamo prontissimi ad assistere a un peggioramento e alla morte. Invece no, forte del suo amore non ricambiato per Gemma, il povero Unser è diventato un simil-senzatetto, passando da rispettato tutore della legge a surrogato di nonno e galoppino non retribuito. Ha sconfitto il cancro per quella stronza, e alla fine solo una pallottola è riuscita a fermarlo. Si può dire di tutto, di Unser, pure che dava l’idea di puzzare un po’, ma non che non meritasse un po’ di affetto.
8. Kurt Sutter che interpreta un tizio carcerato che parla quasi mai e che muore male
Non ricordo il momento preciso in cui scoprii che Kurt Sutter, il creatore della serie, era anche Otto il galeotto (scusate il gioco di parole, ma andava fatto). Fatto sta che abbiamo un autore/sceneggiatore/regista/produttore, che ha un controllo pressoché totale sulla sua serie, e decide di entrarci nei panni del prigioniero silenzioso, mezzo cieco, spesso inculato (non metaforicamente) e infine morto tra sofferenze piuttosto importanti. Non sappiamo che problema ci sia dietro, ma il nostro appello è: Kurt, fatti aiutare, noi siamo con te.
9. Trucco e parrucco
Abbiamo già detto del feticismo per il reaper, ma qui il discorso è diverso: non ci sono solo giubbotti di pelle col marchio bene in vista, è tutta la costruzione dell’immagine dei Sons che è ricercata fin nei minimi dettagli. Pensateci: le adidas bianche di Jax, le sue t-shirt immacolate, il cuoio strizzato di Gemma, i maglioni da zio messicano di Nero, la totale impresentabilità di Unser, le divise dei poliziotti. In SoA l’immagine dei protagonisti galleggia tra il supereroe e il cartone animato: sempre uguale, sempre riconoscibile, iconico. Una scelta mutuata in parte dalla realtà e dalla ricerca pre-pilot, ma utile anche a focalizzare l’attenzione su ciò che i personaggi fanno e dicono, e contemporaneamente a dare significato alle minime variazioni, come quando un giubbotto viene tolto e gettato nella polvere. A Charming la moda a fini estetici non esiste, esiste solo la moda a fini sociali e culturali.
10. Quella tecnologia inesistente
Altro dettaglio quasi anacronistico, che colloca i Sons in un non-tempo di impostazione molto teatrale, come se le loro vicende fossero universali e incollocabili. Se escludiamo i mezzi di trasporto, l’unica tecnologia che si vede in Sons of Anarchy sono telefoni cellulari a conchiglia e computer col tubo catodico. Tutto spiegabile dal punto di vista narrativo – quei cellulari sono tipici telefoni usa e getta da gangster, e nessuno si stupisce se nella stazione di polizia di Charming ci sono computer obsoleti – ma sembra che la quasi totale mancanza di tablet e email possa essere spiegata proprio con la volontà di dare una patina insieme vintage e universale al tutto. Anche perché diciamolo, un biker che controlla l’iPhone sulla harley non sarebbe il massimo del cool…
11. L’odio primordiale per Gemma (ben più che per Clay)
Mettere Gemma in questa lista sembra quasi strano, come se la perdonassimo per le sue molte malefatte. Ma la questione non è questa. Qui parliamo di cose da ricordare di Sons of Anarchy, e credo ci sia poco dubbio che Gemma Teller, doppiogiochista maneggiona bastarda con la faccia che sembra asfalto appena messo giù, sia una delle cose che ricorderemo di più. Dopo aver conosciuto Gemma, per noi “mamma” e “nonna” non hanno più lo stesso significato. E la nostra matrona batte serenamente anche Clay, che per tanto tempo è stato “il cattivo”, ma in molte occasioni mostrava i fili che gli partivano dalla schiena e finivano nelle mani della consorte, dandoci di lui un’immagine quasi addolcita, da cane ben addestrato, più che da padrone stronzo.
12. Jax Teller
Come capita spesso nelle grandi saghe e nelle serie particolarmente corali, è raro che l’amore dei fan si diriga solo sul protagonista. Anzi, spesso i comprimari guadagnano più favore di chi dovrebbe essere l’unico faro della narrazione. Così ci sono probabilmente più fan di Ron Swanson che di Leslie Knope, e più fan di Abed che di Jeff. Anche in SoA è possibile un meccanismo di questo tipo, e non è affatto detto che Jax sia il personaggio più amato di tutti. Anzi, spesso si è dato proprio da fare per farsi insultare. Ciò detto, Sons of Anarchy è la sua storia, la storia di un principe senza trono costretto a fare i conti con un destino più grande e più cattivo di lui. Un capitano che le ha tentate tutte per portare la barca sulla giusta rotta, e che alla fine c’è riuscito solo pagando un prezzo carissimo. Il nostro pensiero finale (o quasi) va dunque a lui, a quel corteo funebre di macchine della polizia e a quel sorrisino beato prima della morte. Ciao Jax, non ti dimenticheremo.
BONUS
Quando Charlie Hunnam ha rifiutato di fare Christian Grey
Ultime righe per dire grazie al protagonista di Sons of Anarchy, che rinunciò alla parte principale di 50 Sfumature di Grigio proprio perché troppo impegnato con la serie di FX. Hunnam è giovane, ha tutta la carriera davanti, e sappiamo che molto presto qualche giovincello lo riconoscerà non per Sons, ma per il tal film che avrà girato nel 2017. Intanto, però, Charlie Hunnam sarà Jax Teller ancora per un po’, e la cosa non ci dispiace affatto.