18 Dicembre 2014 7 commenti

The Librarians – Tra Indiana Jones e Topolino di Marco Villa

In giro per il mondo a cercare oggetti magici: The Librarians

Copertina, Pilot

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Mi dispiace: The Librarians non è una serie tv che parla di come vengono classificati i libri all’interno di una biblioteca. Lo so che vi sarebbe piaciuto un confronto durissimo tra nerd che discutono del labile confine tra saggistica e romanzo, o del fatto che in sostanza la Bibbia andrebbe nei fantasy. Purtroppo no, non è questo il caso. Del resto dopo Detectorists non mi avrebbe stupito più di tanto una serie con questo concept, ma sarà per un’altra volta.

The Librarians è una serie tv che parla di magia, di manufatti magici che attraversano il tempo e di personaggi che attraversano lo spazio per recuperarli ed evitare che cadano in cattive mani. Tutto ruota intorno Flynn Carsen (Noah Wile, l’indimenticato dottor Carter di ER), ovvero “il bibliotecario”, una sorta di via di mezzo tra Indiana Jones e Topolino, sempre pronto a viaggiare per il mondo per cercare Excalibur, la corona di Re Artù o altre amenità simili. Dopo aver lavorato per anni da solo, si ritrova suo malgrado circondato da un “guardiano” (una sorta di guardia del corpo tutto fare interpretato da Rebecca Romijn) e da altri tre nerdoni tutti impallinati con robe di storia più o meno fantasy e intelligenza fuori dal comune. Insieme affrontano le avventure dei primi due episodi, ma l’allegra compagnia è destinata a sfaldarsi: d’ora in poi, infatti, il buon bibliotecario se ne starà per i fatti suoi, mentre i giovani amici continueranno ad affrontare missioni su missioni.

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Direte: e che senso ha? Il senso è che The Librarians è uno spin-off che nasce da una saga di film per la tv. Protagonista di quei film è sempre Flynn Carsen/Noah Wiley, che qui si limita a introdurre la brigata e a indirizzarla sulla retta via, prima di tornare a fare il nerd in proprio.

Dopo tutta la presentazione vado dritto al sodo: The Librarians va vista come leggereste un Topolino. Nulla di denigratorio eh, anzi, ma lo spirito è quello di un prodotto fatto con grande mestiere e capacità a livello di scrittura, che ha come target un pubblico molto giovane, ma che diverte un po’ chiunque. The Librarians (la serie così come i film) sarebbero potuti essere dei prodotti per il venerdì sera di Raiuno negli anni ‘80, quando mandavano cartoni e film prodotti dalla Disney. È quella roba lì, con un’aggiunta netta di avventura e di un gusto nerd dati dalla contemporaneità.

James White

I primi due episodi di The Librarians si fanno vedere con una leggerezza rara: anche se non si resta coinvolti più di tanto da trama e personaggi, si fatica a volersi staccare, perché il ritmo del racconto è talmente curato da tirare in mezzo. Diverso, invece, il discorso sugli effetti speciali, roba che proprio no in una serie fantasy. Tutto bello? Abbastanza: come detto stiamo parlando di un prodotto di intrattenimento per ragazzi e in quell’ottica non si può assolutamente parlare male di The Librarians. Certo, il fatto che il personaggio di Noah Wile sia destinato a non comparire nelle altre puntate è una pecca non da poco e questo resta il grosso punto di domanda sospeso su The Librarians: questi due episodi funzionano anche per il loro nevrotico protagonista, gli altri quattro figliuoli sapranno reggere la baracca da soli?

Una grande domanda a cui personalmente non saprò mai dare risposta: mi capitasse su Italia 1 durante le vacanze di Natale, prima di Una poltrona per due, magari me lo guarderei con gioia, ma difficilmente andrò a recuperarmelo con voglia e passione.

Perché guardarla: perché è intrattenimento puro e ritmato

Perché mollarla: perché è un buon prodotto se considerato all’interno di una certa tipologia, non come serie tv in sé



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