Black Jesus, ovvero la comedy su Gesù nero e fattone ai giorni nostri di Marco Villa
La soddisfazione che dà prendere in giro la religione
Non credo ci faccia molto onore, ma forse sì. Sta di fatto che uno degli argomenti su cui io e il socio Castelli ridiamo con più gusto è la religione. Mi riferisco alle lunghe sessioni quotidiane di chat, ma anche a quello che guardiamo per Serial Minds. Potete quindi immaginare il vago sentimento di gioia che precedeva la visione di Black Jesus, serie tv che racconta la vicenda di Gesù Cristo, come se vi esse ai giorni nostri e fosse nero. Un concept che sembrava fatto apposta per solleticare la nostra domanda di blasfemia, ma che purtroppo si è rivelato una gran cagata. Scusate se ci ho girato attorno, ma non mi piace essere volgare.
Black Jesus è una serie tv creata da Aaron McGruder e in onda dal 7 agosto su Adult Swim, rete cable che ha già mandato in onda quella sublime e a tratti geniale idiozia chiamata NTSF:SD:SUV::, parodia dei procedurali e del mondo crime. Black Jesus racconta invece un Gesù che vive nei sobborghi e passa le giornate a cazzeggiare con gli amici. Un fattone che pensa solo a bere e fumare, che non passa mai le canne e che vive in un furgone. E ci sta, per quanto l’idea di un Gesù come primo hippy della storia non sia certo questa grande originalità. Il problema sono proprio le battute, la parte più cazzara della serie.
La maggior parte delle battute può essere riassunta in due filoni: Gesù che gioca sul suo ruolo per far sentire in colpa la gente e Gesù che usa i suoi poteri per fare miracoli di bassissima lega. Rientra nella prima parte la scena in cui Gesù si incazza con un senzatetto che lo prega di dargli i numeri del lotto, richiesta giudicata troppo gretta di fronte alla possibilità di chiedere grandi cose come carità e compassione. Il secondo filone comprende invece situazioni come il classicissimo trasformare l’acqua in vino a un barbecue tra amici. A tutto questo aggiungete riprese e montaggio poco più che amatoriali (e non è scelta stilistica, è proprio sciatteria).
Non c’è bisogno di grandi analisi, perché la banalità è grande. Non basta mettere un fuck o una canna in bocca a Gesù per fare una serie divertente e geniale. Anzi: visto l’argomento, lo sforzo deve essere importante, perché altrimenti ci si riduce a battutine da scuola media. Battutine che, per la cronaca, sono anche meno divertenti di quelle che facciamo io e il socio nelle lunghe sessioni quotidiane di chat.
Perché seguirla: perché vi basta vedere Gesù che si fa le canne per ribaltarvi dal ridere
Perché mollarla: perché è una serie talmente debole, ma talmente debole che guarda, proprio no.